America
Il degno finale di questo film: “Babbari… a Whashington!”
Come poteva finire?
Se avessimo immaginato un passaggio di consegne normale saremmo stati degli ingenui.
Il due volte perdente – elettoralmente e moralmente – ha pensato di caricare a molla la frangia più estrema dei propri sostenitori. Tra gente vestita da cowboy e Batman, altra in abiti militari e altra ancora armata, Trump ha ben pensato di incitare i suoi sostenitori a occupare il Congresso, aiutati inizialmente, e in modo al quanto stupido, dalle forze dell’ordine che lo presidiavano.
Perché? Forse per raccoglierli intorno a sé prima di iniziare la traversata nel deserto che lo attende: guai giudiziari, problemi di amministrazione che stanno venendo a galla e una politica estera disastrosa (per tutti, chiedere ai curdi che nel nord della Siria hanno combattuto, anche per noi, contro lo Stato Islamico).
Ma non è tutto qui. L’obiettivo di questa chiamata rabbiosa è quello di andersene senza concedere l’onore dei festeggiamenti, la gioia della vittoria al Presidente Biden. E ancora, l’impressione è quella di un uomo che abbandona la casa dopo averla data alle fiamme. Perché è questa l’eredità di Donald Trump: un paese screditato agli occhi di tutti i paesi del mondo, nelle mani di un nuovo Presidente che ora ha il compito di presentarsi a dittatori e democratici sminuito del suo ruolo, con un’immagine confusa, dubbia, bizzarra. Un colpo vomitevole; l’ultimo colpo, speriamo, di un uomo che ha ricoperto (volendo o non volendo) la carica più importante al mondo, che ha deciso direttamente e indirettamente la politica mondiale, e che non sorprenderebbe se in un futuro prossimo ce lo ritrovassimo lontano dagli Stati Uniti.
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