America

Gli effetti delle sanzioni economiche

13 Aprile 2015

Le sanzioni economiche degli USA rispetto a Cuba sono durate sessanta anni ed è evidente che abbiano fallito l’obiettivo di far cadere il regime comunista dell’isola caraibica. La decisione di Barack Obama di togliere le sanzioni e lo storico incontro che si è svolto ieri tra il presidente statunitense e Raul Castro sembrano seguire un’idea liberale, quella secondo cui dove passano le merci passano anche le idee e dal reciproco scambio e arricchimento può nascere una prospettiva di democratizzazione attraverso la nascita di una classe media interessata a fare politica.

Dal punto di vista teorico, la logica delle sanzioni è quella di ridurre le risorse – provenienti dell’estero – dell’élite che governa un certo paese: con minori risorse il costo della repressione aumenta in quanto ci sono meno risorse per tutti gli altri obiettivi del governo, e la capacità dell’élite di conquistare il consenso si riduce. L’effetto combinato di queste due conseguenze è quello di indebolire il governo e quindi di causarne la caduta.

La letteratura accademica sulle relazioni internazionali ha analizzato il tema da diversi punti di vista, con risultati piuttosto omogenei, contrari a questa interpretazione teorica. In primo luogo, si è analizzata l’efficacia delle sanzioni nel provocare il comportamento desiderato dal paese che le ha istituite: i risultati mostrano in generale l’incapacità delle sanzioni di causare un cambiamento nel paese che le subisce [1]. In secondo luogo, la letteratura ha analizzato gli effetti nei paesi oggetto di sanzioni: a causa dello sproporzionato impatto sui cittadini, le sanzioni peggiorano la salute pubblica, le condizioni economiche, lo sviluppo della società civile e l’istruzione [2]. Infine, studi più recenti hanno affrontato il tema degli effetti sui diritti umani mostrando come il loro rispetto tenda a ridursi ulteriormente in presenza di sanzioni [3].

Qual è quindi il limite della “visione virtuosa” delle sanzioni? L’élite è in grado di scaricare sulla popolazione i costi delle minori risorse disponibili e di aumentare le proprie attraverso la gestione del contrabbando, in modo da non subire il costo delle sanzioni. Inoltre, grazie a queste risorse, riesce a legare maggiormente a sé gruppi che sono necessari al controllo della società, come i militari che sono funzionali alla maggiore coercizione necessaria per resistere all’offensiva delle sanzioni. Infine, le sanzioni sono utilizzate dall’elite come un modo per aumentare il consenso interno contro i nemici esterni che attentano alla sovranità del paese.

 

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[1] Galtung, Johan, 1967. ‘On the Effects of International Economic Sanctions: With Examples from the Case of Rhodesia’, World Politics 19(3): 378–416; Hufbauer, Gary; Jeffrey Schott & Kimberly A. Elliott, 1990. Economic Sanctions Reconsidered: History and Current Policy, 2nd edn. Washington, DC: Institute for International Economics; Pape, Robert A., 1997. ‘Why Economic Sanctions Do Not Work’, International Security 22(2): 90–136.

[2] Weiss, Thomas G., 1999. ‘Sanctions as a Foreign Policy Tool: Weighing Humanitarian Impulses’, Journal of Peace Research 36(5): 499–510. Weiss, Thomas G.; David Cortright, George A. Lopez & Larry Minear, eds, 1997. Political Gain and Civilian Pain: Humanitarian Impacts of Economic Sanctions. Lanham, MD: Rowman and Littlefield; Cortright, David; Alistair Millar & George A. Lopez, 2001. Smart Sanctions: Restructuring UN Policy in Iraq. Goshen, IN: Fourth Freedom Forum. Cortright, David & George A. Lopez, 2000. ‘Learning from the Sanctions Decade’, Global Dialogue 2(3): 11–24. ‘Economic Sanctions and Human Rights: Part of the Problem or Part of the Solution?’, International Journal of Human Rights 1(2): 1–25; Cortright & Lopez, 1995).

[3] Lopez, George A. & David Cortright, 1997. ‘Economic Sanctions and Human Rights: Part of the Problem or Part of the Solution?’, International Journal of Human Rights 1(2): 1–25; Li, Yitan & A. Cooper Drury, 2004. ‘Threatening Sanctions When Engagement Would Be Better: Attaining Better Human Rights in China’, International Studies Perspectives 5(4): 378–394.; Drury, A. Cooper & Yitan Li, 2006. ‘U.S. Economic Sanction Threats against China: Failing to Leverage Better Human Rights’, Foreign Policy Analysis 2(4): 307–324.); Peksen, Dursun, 2009. ‘Better or Worse? The Effect of Economic Sanctions on Human Rights’, Journal of Peace Research 46(1): 59-77.

 

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