America
Gli americani amano Trump. Anzi, no
Insomma, quale sarà la verità sull’apprezzamento di Trump da parte degli americani? Si rincorrono notizie, dichiarazioni, reportage, rilevazioni demoscopiche spesso contraddittorie: alcuni enfatizzano le decine di manifestazioni anti-presidenziali che si susseguono in tutto il paese, altri sottolineano come gli elettori repubblicani che l’hanno votato si dichiarino molto soddisfatti delle sue politiche. Si aggiungono poi i risultati di sondaggi che testimoniano la tenuta della fiducia in lui della maggioranza dei cittadini Usa.
Questi sondaggi esistono, e in qualche modo sono effettivamente favorevoli alle misure che Trump sta prendendo in questo primo scorcio del suo mandato. Ma, come ormai tutti sanno, i sondaggi possono affermare tutto e tutto il contrario. Dipende da quali sono le domande, e da come si interpretano le risposte. E questo accade anche nel paese che ha dato il via, quasi un secolo fa, all’avventura demoscopica, e che dovrebbe essere quindi più allenato di noi al suo utilizzo sapiente.
Tanto per dire: solo qualche settimana fa, nel nostro piccolo orticello italiano, è stato pubblicato da un autorevole quotidiano un sondaggio di un autorevole politologo che ribadiva come gli italiani volessero a gran voce un uomo forte al comando. La domanda alternativa quale avrebbe potuto essere? “Volete voi al comando un uomo debole e anche un po’ incapace?” E se invece gli italiani fossero stati interrogati in altro modo, siamo sicuri che i titoli dei giornali sarebbero stati simili? Per esempio: “volete un uomo forte al comando o partiti che governano bene, senza litigare continuamente al loro interno?”.
Negli Usa, ahimè, le modalità con cui i cittadini vengono questionati non sono molto dissimili dall’esempio italiano. Una domanda suonava così: “Siete d’accordo che, prima di far entrare cittadini provenienti da paesi in cui si annida il terrorismo islamico, si effettuino migliori controlli?” Incredibilmente, una discreta maggioranza si dichiarava favorevole. Discreta vuol dire il 58%, neanche poi tanti, quindi, nonostante la capziosità dell’interrogativo. Da risposte a domande di questo tipo, i giornali titolavano che gli americani mostravano fiducia in Trump, al contrario di quanto le numerose manifestazioni anti-presidente lasciassero intendere.
Gli americani amerebbero Trump, dunque, e i manifestanti sarebbero soltanto una minoranza più chiassosa, contro la maggioranza silenziosa. Ma sarà poi vero? Prendiamo un’altra domanda, effettuata agli stessi intervistati: “E’ giusto discriminare alcune persone sulla base della loro religione musulmana?” In questo caso, quasi il 60% si dichiara contrario. Non è esatto allora, secondo quest’ultimo risultato, affermare che la maggioranza dei cittadini Usa è d’accordo con Trump.
La realtà è molto più semplice, ed è questa: alcuni americani amano Trump, altri no, e le sue politiche soddisfano una parte del paese, mentre non soddisfano un’altra parte. Quanti siano, non possiamo saperlo, perché dipende da come li interroghiamo. Dimentichiamoci di maggioranze e minoranze, ed evitiamo enfasi inutili, sia in un caso che nell’altro.
Già, ma così, dov’è la notizia? E in questo modo, i giornali chi li compra o li legge, se non quei pochi che vogliono informazioni, e non solo slogan di parte?
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