America

Dio me l’ha data, guai a chi la tocca! L’America secondo Trump

Il nuovo sogno americano di Trump sarà l’incubo del resto del mondo?

22 Gennaio 2025

What did you expect? Avrebbe detto Nicole Kidman nella pubblicità della Schweppes. Che vi aspettavate dal discorso dell’incoronazione di Donald Trump?

Era scontato che dicesse tutte le cose che ha detto e che schiaffeggiasse in pubblico l’amministrazione precedente, Joe e Kamala, seduti dietro di lui, e parlava, parlava, parlava, con una tale sicurezza da infondere e rafforzare sogni e speranze ai suoi sostenitori raggianti.

E sì, perché Trump torna sul trono da trionfatore, a dispetto dei processi, tutti o quasi annullati perché lui ormai è il presidente, il sovrano assoluto del regno d’oltremare. E si farà come dice lui, l’ha annunciato pubblicamente perché Dio ha voluto così. E Dio vuol bene all’America, God bless America, lo sanno tutti, ha un occhio speciale. Come Napoleone colla Corona Ferrea (1805): Dio me l’ha data, guai a chi la tocca!

Che vi aspettavate? Non era possibile nient’altro che questo, colla calma e la sicurezza della sua maggioranza, col sostegno degli uomini più ricchi del mondo, ben più ricchi di lui, talmente ricchi da farlo apparire un pezzente, lì dietro schierati, fanti della plutocrazia più plutocrate che possa esistere. Più ricchi di lui ma che hanno bisogno di lui in quanto lui ha ricevuto il potere dagli elettori che, in una democrazia, o almeno presunta tale, sono necessari. Sedici milioni di poveri hanno votato per lui e per i ricchi? Come mai?

Il miliardario ha ribadito le cose che ha sempre detto in campagna elettorale, le solite cose che anche la destra nostrana insegue e che, se ci fosse l’elezione diretta del presidente della Repubblica da noi, l’eletto avrebbe subito messo in atto. La democrazia americana si dimostra in realtà un’oligarchia di ricchi con in mano le comunicazioni, innanzi tutto, e poi petrolio, materie prime, e tutto il resto, alla guida della nazione più potente del mondo per almeno quattro anni. Elon Musk (non candidato a elezioni, né membro del Congresso) in testa, ma non solo lui, il Doge.

Il conflitto d’interessi, che a noi in Italia tormenta tanto perché è uno dei capisaldi del nostro ordinamento, per gli Stati Uniti è un inutile orpello. Io sono ricco, sono potente e faccio quello che voglio, mi prendo il Canale di Panama, il Canada, la Groenlandia, il Golfo del Messico cambia nome, eccetera eccetera. Chissà come vuol prendersele tutte queste cose, lui che dice di essere nemico delle guerre e che porterà la pace nel mondo.

Dal discorso del duce biondo in salsa americana si evince una visione del mondo che non si discosta poi molto da ciò che gli Stati Uniti sono sempre stati, anche in mani “democratiche”: noi siamo comunque gli USA e siamo i primi della classe. Chi non è con noi è il nostro nemico ed è sempre stato così.

Più volte ho scritto che per esistere gli USA hanno bisogno di uno o tanti nemici, perché loro sono quelli buoni e quelli che hanno il diritto di fare tutto ciò che vogliono.

La divisione tra buoni e cattivi è più facile da comprendere per la gente semplice e stupida, perché le regole della democrazia sono troppo complesse, implicano riflessione, fermarsi a pensare dove i miei diritti devono lasciare spazio a quelli degli altri. Le facili demagogie delle destre sono invece immediatamente comprensibili a tutti, la prepotenza e l’arroganza sono il linguaggio primario. Se al progressista col cervello allenato tutti gli slogan sembrano artifici da piazzista (è ciò che ha detto Trump è da piazzista) e quindi sanno subito che il loro posto è la spazzatura, all’uomo qualunque che non sa nulla di nulla gli annunci fantascientifici, come mettere la bandierina Stars and Stripes sulla superficie di Marte o rendere l’America di nuovo grande, ripescando il sogno americano dalla spazzatura, fanno colpo.

Va da sé che gli elettori repubblicani (anche alcuni democratici) americani hanno un’idea assai distorta del proprio paese e della Storia in generale. Loro sono ossessionati dall’idea di patria, tanto che a scuola ogni mattina fanno il saluto alla bandiera e intonano l’inno (almeno, così si racconta) e la mitologia, diffusa anche attraverso la letteratura e, soprattutto, il cinema, che ha sempre esaltato l’epopea del Far West (a cui aggiungevano di tanto in tanto Wild=selvaggio) dove i nemici erano gli “indiani” per arrivare successivamente a gente ostile che veniva da lontano, come i comunisti, i nazisti o i terroristi islamici, oppure erano virus o veleni che provenivano dalle piante, o comete e assalti alieni, asteroidi cattivissimi, vulcani inopportuni, terremoti e tsunami, gioca un ruolo assai emotivo nel suscitare il patriottismo: l’America vince sempre e comunque, la patria delle libertà è sempre salva, anche quando il nemico viene dall’interno o non si vede.

Il messaggio rassicurante delle destre, intimamente legato ai culti cristiani ortodossi e assoluti, di matrice assolutamente WASP, con rigide morali inzuppate di bigottismo (per le masse, non per i ricchi i quali possono drogarsi, divorziare, avere cento mogli, e tutto ciò che si può comprare) imbambola tutti e gli elettori restano acchiappati dalla carta moschicida: l’America sarà di nuovo grande, anzi s’ingrandirà, con tutti i mezzi, anche nello spazio.

Ovviamente le conseguenze di un tale atteggiamento non farà molto piacere a buona parte del mondo, nemmeno a un continente che dovrebbe essere alleato ma che deve iniziare a guardarsi le spalle da una plutocrazia dal cervello in pappa come questa. E le politiche energetiche, poi, basta colle energie alternative, ricominciamo a inquinare come si deve perché noi siamo l’America e basta, abbiamo petrolio e gas e dobbiamo usarlo e venderlo, daranno problemi a tutti, soprattutto ai più deboli.

Ma i ricchi sono meglio degli altri, punto, non ci sono altre possibilità. E le manifestazioni di giubilo di personaggi squallidi come Elon Musk, che porta con sé, ad ogni modo, qualcosa di geniale, sono interpretate da chi vi assiste come un trionfo per tutti gli americani, senza che si rendano conto che chi si arricchisce è solo lui e il suo cerchio magico, a scapito del resto.

Accade un po’ anche da noi. Chi vota per le destre è ipnotizzato da un linguaggio semplice, diretto, non importa che colui o colei dicano cose palesemente false. È la sicurezza con cui si dicono le cose che rende certo il contenuto dell’enunciato. Chi lo accetta lo fa perché vuol sentirsi rassicurato dalle paure che sono state montate ad arte, sempre dagli stessi, per far sentire i brividi nella pancia e lungo la schiena alla gente.

Prendiamo l’immensa, enorme mistificazione dei migranti. Non c’è nessuna sostituzione etnica in atto ma l’idea che ci sia fa nauseare i cittadini italiani perché si sentono messi in disparte e credono, in tal modo, di perdere ciò che hanno. Quando accade che un immigrato stupri una donna, Salvini dice che è colpa dei clandestini che sono entrati in Italia grazie alle sinistre. Ma Salvini si guarda bene dal dire che la maggior parte degli stupri e dei femminicidi è commessa da italiani verso le proprie donne. I delinquenti sono distribuiti ovunque ma non sono SOLO quelli che vengono da lontano. Ed è giusto che se una persona delinque venga punita per ciò che ha fatto, ma vale per tutti non solo per i migranti (quelli colpevoli).

Che poi ci siano immigrati che lavorino e conducano vite più o meno serene senza cedere alla delinquenza non è importante nella narrazione delle destre, perché non fa notizia e non serve alla necessità dell’istillazione della paura nei cittadini italiani.

La stessa cosa fa Donald Trump negli Stati Uniti, paese che, come tutti sanno, si è formato per la sovrapposizione di persone venute da altrove, quindi immigrati. E, come tutti sanno, chiunque, ma proprio chiunque, può comprare armi e munizioni e usarle, come spesso succede quando vari psicopatici compiono stragi nelle scuole, nei supermercati, alle poste. Sono tutti immigrati i colpevoli, naturalmente. Ma gli usoniani sembrano essersi scordati delle proprie origini, inseguendo un egoistico sogno americano fatto di consumi e sprechi, di oggetti che consentono di “essere” qualcuno o qualcosa.

La destrutturazione dei valori, ne parlavo oggi con un amico, non appartiene alle sinistre, come qualcuno vorrebbe farci credere. O, forse, in piccola parte.

Le sinistre, semmai, hanno assistito inerti, e colpevoli per questo, alla destrutturazione dei valori e delle conquiste sociali del Novecento che le destre stanno compiendo, in un rituale già visto nel secolo scorso in varie parti del mondo, prima in Europa, poi in America Latina, poi in Africa e in Asia nel periodo post coloniale. Le dittature, dipinte di nero o di rosso, erano due facce della stessa medaglia. Lo sterminio degli oppositori e delle minoranze era sempre il fil rouge che le connetteva. Anche in quelle del XXI secolo, sempre uguale.

Ma queste destre con cui abbiamo a che fare oggi sono più subdole, sembra quasi di essere in una distopia e le distopie sono spesso usate nel linguaggio artistico per camuffare la realtà.

Megalopolis, l’ultima enorme opera di Coppola, narra proprio di tutto questo, in quel film c’è tutta la nostra Storia concentrata, presentata in forma artistica ma c’è tutta.

I film della Marvel, sebbene dei fumettoni, si rispecchiano nella realtà e personaggi come il geniale ingegnere ultramiliardario Tony Stark diventano modelli di riferimento per personaggi alla Musk, alla Zuckerberg, Bezos. Soprattutto Musk che vuol viaggiare nello spazio e che speriamo ci riesca per togliersi di mezzo.

Eppure, se qualcuno se lo ricorda, Musk finanziava e votava il Partito Democratico. Ma i geni e sregolati cambiano bandiera facilmente, oppure dimostrano che coloro che si definiscono democratici in realtà non lo sono poi così tanto, oppure ancora che lui è cambiato talmente tanto da non riconoscere i suoi ardori per questo o per quello, o ancora che sia talmente cinico e opportunista che della tendenza politica degli altri non gliene importi niente. A lui interessa il potere per realizzare ciò che vuole, poi se lo fa coi neonazisti o coi democratici è lo stesso, tanto lui è l’uomo che può comprare tutto e tutti e può ammazzare chiunque, licenziare chiunque, annientare chiunque si metta di traverso. L’ha detto. I suoi servizi privati, le sue costellazioni orbitali, fanno gola a tutti. E tutti sono ipocriti quando si tratta di Musk.

Il famoso reato universale della maternità surrogata di Giorgia sembra che non valga per Musk e i suoi figli artificiali. Eppure appena una persona che ne abbia fatto uso mette piede in Italia dovrebbe essere arrestata, perbacco. A Tiziano Ferro potrebbe succedere se venisse coi suoi figli. A Musk fanno ponti d’oro, occhiatine, brindisi, elogi e tappeti rossi.

Eppure non ci sono intellettuali che lancino strali abbastanza forti e potenti per stigmatizzare Musk e i suoi amiciucci. Sì, qualche lagna qui e là, ma niente di veramente analitico e forte sui media.

E l’Europa se lo accollerà anziché mettere in pista un suo progetto spaziale di telecomunicazioni anche migliore di quello di Musk, aggirandolo. Soprattutto adesso con Trump, il quale farà il possibile per stracciare l’Europa, alleato troppo ingombrante per il suo desiderio espansivo. Di sicuro Giorgia farà di tutto per facilitarla, credendo di fare gli interessi del Paese (o i propri).

Parliamo di gentaglia, plutocrati senza alcuna morale se non la propria, è la loro ricchezza smisurata la malattia, perché hanno perso il senso della realtà. L’uomo non potrà mai vivere su Marte, perché biologicamente non si è evoluto per quel pianeta e le radiazioni cosmiche fanno dei danni colossali agli organismi viventi che non hanno la protezione del campo magnetico terrestre, così come non si può usare la candeggina per iniettarsela contro il covid. Ma vallo a spiegare alle legioni di decerebrati che credono a tutto e che smaniano per coloro, come se fossero mandati dal cielo per salvare il mondo.

Eppure è il sogno, soprattutto quello americano, che è quello di dominare il mondo e oltre.

Sono patologie, di ego e di masse, dove, proprio perché patologie, si seguono le idee fisse senza pensare ai contesti e agli effetti collaterali. Probabilmente il mondo ha bisogno di una palingenesi, perché è ciò verso cui stiamo andando: il Ragnarök, il Götterdämmerung, il Crepuscolo degli dèi. Ogni tanto la Storia ci propone delle palingenesi eclatanti, nel secolo scorso ce ne sono state diverse.

L’attuale secolo sembra che non voglia essere da meno. Che vi aspettavate?

 

 

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