America
Curaçao: nascita e morte di un paradiso fiscale
Quando, dopo ore di volo, scendi al Curaçao International Airport (il più grande e più bello del Centroamerica), la prima impressione, indelebile, è quella di essere al mare d’agosto, con i sensi pieni del delizioso profumo di salsedine e negli occhi una spiaggia di sabbia fine ed una distesa di verde smeraldo abbacinante. Dopodiché, la città di Willemstad, sul lungomare, è una sequela di splendide casette olandesi, ma prese da un quadro di Vincent Van Gogh: nulla del rosso mattone e del marrone scuro del legno stagionato della campagna del Brabante o del Limburg, ma tutto colorato a tinte forti ed a pastelli, come fossimo in una versione chic di Cuba.
Benvenuti a Curaçao, perla delle Antille, provincia olandese da cui provengono musicisti, calciatori e contrabbandieri, terra in cui devi parlare il papiamento, che è un misto tra l’olandese, lo spagnolo e chissà cosa, dribblare le iguane che circolano libere per strada, e ti sentirai comunque per sempre uno straniero. Un paese da cui si scappa se si è giovani e si cerca lavoro, cui si ritorna per nostalgia, oppure perché si ha bisogno non di un paradiso terrestre, ma di un paradiso fiscale, nel quale svolgere, indisturbati, affari che altrove potrebbero crearti grossi guai.
Ma Curaçao non è solo questo: è un’isola piena di contraddizioni e di tensioni sociali che, per molti versi, se non ci fosse la forza dell’Olanda a sostenere l’economia locale, potrebbe essere paragonato a Cuba, ad Haiti o alla Repubblica Dominicana. Una terra in cui agricoltura e pastorizia stentano, e la pesca, per secoli attività principale della popolazione locale, è impedita di fatto dalle potenti navi delle multinazionali. Un paradiso per il turismo che, purtroppo, viene sempre più rovinato dall’alto tasso di criminalità e dell’esplosione degli interessi minerari e petroliferi che, nell’ultimo quarto di secolo, ne hanno completamente cambiato il volto. Per questo motivo, se chiedete il parere di un antillano, molto meglio scambiare i dollari degli evasori fiscali che vedersi distruggere le isole poco a poco.
Cosa è un paradiso fiscale?
Ma cosa è, esattamente, un Paradiso fiscale o, più correttamente, un OFC (Offshore Financial Centre)? Perché, solo evocarlo, suscita indignazione, perché (giustamente) si immaginano terre esotiche in cui una élite corrotta fa transitare miliardi coperti da una legislazione compiacente che trasforma in legali i capitali di origine criminale? Un OFC è una giurisdizione in cui vengono legalmente favorite le transazioni tra persone e società che non risiedono al suo interno e che evitano qualsiasi controllo fiscale e poliziesco finché si limitano a fare affari che non toccano il territorio dell’OFC stesso[2]: per questo motivo si tratta di aree piccole, strettamente legate ai paesi occidentali, organizzate per aumentare le entrate statali attirando imprese e investitori stranieri[3].
Curaçao conferma questo pregiudizio: un gruppo di isole caraibiche, di clima arido[4], situate appena fuori dalla cintura degli uragani[5] e che, insieme ad Aruba e St. Maarten costituiscono le autonome nazioni del Regno dei Paesi Bassi (e perciò membri dell’Unione Europea in qualità di territori d’oltremare)[6]. La Costituzione attualmente vigente è datata 2010, e prima di essa Willemstad era il capoluogo di tutte le Antille Olandesi, una regione semi-autonoma nata nel 1954 dalla parziale dissoluzione dell’unione delle colonie olandesi nelle Indie Occidentali, di cui la più grande è il Suriname – o Guyana olandese, che confina a sud con il Brasile[7].
L’idea di generare entrate fiscali dai ricchi stranieri risale al XIX secolo. Nel 1856 Carlo III di Monaco, con una popolazione alla fame ed il casato in rovina, fa costruire un casinò nel quale siano ammessi giochi come la roulette che, in Francia, sono proibiti. Il principe non viene deluso: gli introiti del casinò di Buoyant, in seguito alla costruzione di un collegamento ferroviario con Nizza (1868) e alla proibizione del gioco d’azzardo in Germania (1872), gli permettono di abolire tutte le imposte dirette sulle vincite[8] e, nel 1911, dopo aver trasformato lo Stato in una monarchia costituzionale[9], di incoraggiare l’apertura di banche specializzate nella gestione di portafogli privati[10].
Gli Americani ne sono entusiasti: il New Jersey, per attrarre aziende newyorkesi, introduce nel 1889 una legislazione simile, poco restrittiva su monopoli, fusioni, acquisizioni e trust, ottenendo come risultato il trasferimento al di là dell’Hudson, fra le altre, del gigante Standard Oil Trust[11]. Il Delaware, indotto dal dissesto del bilancio statale, imita il vicino, promulgando leggi assai permissive che eludono qualsiasi controllo, con il risultato che le società registrate a Wilmington crescono dalle 1400 del 1902 a 4800 nel 1919, contribuendo per il 40% alle entrate statali[12].
Il motivo è semplice: avere una sede nel Delaware significa risparmiare tra il 15 e il 24% delle imposte (dipende da quale paese si viene) e la legge consente che l’effettivo beneficiario dei soldi resti anonimo[13]. Nel 2011 il Delaware ha più società (945’000) che abitanti (898’000), ognuna delle quali paga una tassa fissa a prescindere dal giro d’affari, per una somma totale di gettito fiscale di circa 860 milioni di dollari – circa il 25% del budget dello Stato[14]. Ma la crescita esponenziale degli OFC si è avuta tra il 1919 ed il 1944, quando dapprima la finanza e l’industria della Germania, poi, via via, quella di tutte le altre grandi nazioni, hanno avuto bisogno di nascondere, prima ancora che i capitali privati, il commercio segreto di armi e risorse minerarie[15].
Piccoli paradisi crescono: nascita e sviluppo di Willemstad offshore
La storia di Curaçao come OFC è molto più recente: inizia nel 1951, quando le Antille Olandesi introducono una legislazione sulla tassazione dei profitti delle compagnie straniere tra il 2,4 ed il 3%, circa un decimo delle tasse che si pagano in Europa ed in America[17]. La decisione viene presa sotto l’influsso del maggiore istituto di credito olandese, la NHM Nederlandsche Handel-Maatschappij[18], al fine di attrarre soldi stranieri in una giurisdizione piccola, politicamente stabile, autonoma in materia fiscale e vicina agli Stati Uniti: già durante la seconda guerra mondiale Willemstad è la sede di oltre 140 società fittizie che utilizzano l’isola per espletare le formalità amministrative[19].
Dopo la fine del conflitto queste vengono chiuse, ma resta intatta l’idea di Curaçao come luogo idoneo ad attività speculative: secondo una nota del management di NHM del maggio 1950, per tutelare i capitali in fuga per le tasse molto alte degli anni della ricostruzione postbellica, è necessario spezzare il legame fra investimento e proprietario, inserendo un trust fiduciario o una holding in un paese terzo; nella fattispecie, gli olandesi che investono negli USA hanno bisogno di un rifugio sicuro, scelgono Curaçao, dove tutti parlano la loro lingua[20]. Nell’autunno di quell’anno il vicedirettore Willem A. Van Ravesteyn viene inviato a Willemstad per indagare sulla fattibilità dell’operazione[21].
Il governo dell’isola non è composto da sprovveduti: a partire dal 1912 ha negoziato con la Royal Dutch Shell, che stabilisce a Curaçao le holdings che controllano il suo business petrolifero in Venezuela – una nazione che si trova a soli 50 km di mare dalle Antille olandesi[22]. Grazie ad un accordo con la statunitense General Asphalt, detentrice dei diritti di concessione e gestione di quei giacimenti, la Shell costituisce nel 1913 il Burlington Investment Group, acquisendo i suddetti diritti (attraverso l’acquisizione della CPC Caribbean Petroleum Company[23]) in cambio dei fondi necessari alla General Asphalt per iniziare i lavori di perforazione[24].
Dopo la scoperta del primo pozzo, Henri Detering, direttore della Shell, decide di installare una raffineria in un luogo vicino a quello di estrazione, ma al di fuori del Venezuela, poiché il porto di Maracaibo è troppo poco profondo per ospitare delle petroliere[25] e il Venezuela è politicamente molto instabile[26]; la raffineria “Isla” viene costruita a Curaçao nel 1915[27], grazie anche l’esenzione dai dazi di importazione, esportazione e transito che il governo locale garantisce alla Shell[28]. Nel 1938 “Isla” è la più grande raffineria del gruppo e la terza più grande del mondo[29].
Nel febbraio 1940 la Royal Dutch stabilisce un proprio ufficio a Willemstad per mantenere la libertà in caso di un attacco militare tedesco, che avrà luogo il 10 maggio seguente; il responsabile degli affari legali A.S. Oppenheim si trasferisce allora a Curaçao e, con l’aiuto del notaio locale Anton A. G. Smeets, sposta la sede centrale di Shell da L’Aia a Willemstad, e successivamente sposta anche 140 società controllate dal gruppo tra l’estate del 1940 all’inverno del 1942[30]. Tutte queste holdings e sub-holdings, che servono ad evitare che i nazisti mettano le mani sui soldi di Shell, vengono liquidate dopo la fine della guerra[31].
Ma, come poc’anzi ricordato, ad Amsterdam nessuno si dimentica di questa esperienza. Meno di un decennio dopo, quando van Ravensteyn viene inviato sull’isola, oltre ad incontrare i politici più influenti, va a parlare con il notaio Smeets, che fonda il Nederlandsche Handel-Maatschappij Trustkantoor Curaçao, la prima società locale dedicata esclusivamente all’evasione fiscale[32]. Nell’aprile del 1951 il governatore dell’isola presenta una proposta di legge che garantisce l’esenzione fiscale sui dividendi delle imprese pari al 90%[33]. A partire dal 1952, su iniziativa di Anton Smeets, l’imposta sulle società holdings viene ridotta al 2,4%[34].
Queste leggi, da sole, non possono bastare: c’è bisogno di accordi internazionali che accettino il fatto che grandi società di capitali sfuggano alla tassazione nelle grandi nazioni e possano continuare ad operare sul mercato globale[36]. La svolta arriva nel 1955, quando Curaçao ratifica una riforma del trattato fiscale in vigore fin dal 1948 tra Olanda e Stati Uniti, in base al quale i pagamenti degli interessi alle società di Curaçao sono esentati dall’imposta statunitense del 30% alla fonte[37], e l’aliquota per i pagamenti di dividendi viene ridotta al 15%[38]. Da questo momento in poi il numero di società offshore di Willemstad cresce dalle 180 del 1956 alle circa 400 dell’anno successivo[39].
Nel 1955 il governo olandese approva una proposta negoziata nel 1951 secondo cui le Antille Olandesi ricevono piena autonomia amministrativa, pur mantenendo le leggi dei Paesi Bassi[40]. L’approvazione è essenziale per conferire a Willemstad un’aura di affidabilità, e permette a Curaçao di aderire ai trattati fiscali stipulati dall’Olanda con altri Stati[41]. Nel 1965 la legge olandese proibisce la doppia imposizione fiscale tra i Paesi Bassi e Curaçao[42]: viene concessa l’esenzione dalla ritenuta alla fonte per i dividendi pagati dai Paesi Bassi verso Curaçao[43]. Questa nuova misura apre nuove opportunità di ottimizzazione fiscale: le multinazionali possono scegliere di concentrare i pagamenti dei dividendi o delle royalties di tutto il mondo in una holding di Amsterdam e da lì inviare il denaro esentasse a Curaçao[44].
Il grande successo in America
Negli anni 60, l’aumento della spesa sociale ed i costi della guerra nel Vietnam mettono sotto pressione il mercato dei capitali statunitense[46]. La “withholding tax” del 30% sui pagamenti degli interessi a soggetti stranieri[47] costituisce un grosso ostacolo alla tendenza, da parte delle multinazionali, di usare opzioni e prestiti statali (come gli Eurobond, oggi) per finanziare le proprie attività[48], tendenza creata da un incontrollabile aumento dei tassi di interesse sul mercato bancario[49]. Il trattato fiscale con gli Stati Uniti azzera i pagamenti di interessi alle società antillane per questa tassa: in questo modo la filiale di Willemstad di un’azienda statunitense potrebbe, ad esempio, vendere le obbligazioni comprate sul mercato londinese e restituire l’introito alla compagnia senza dover pagare gli interessi dovuti se, a vendere le obbligazioni fosse una società americana, olandese o londinese[50].
Per aumentare l’attrattività della propria giurisdizione, il Ministero delle Finanze di Curaçao introduce le “azioni anonime al portatore”: non esiste più un registro degli azionisti, ma solo contratti segreti tra avvocati, che sono gli unici a sapere chi siano i veri proprietari di una determinata azienda – un elemento chiave, ad esempio, per gli investitori mediorientali preoccupati dalle possibili conseguenze dell’embargo petrolifero del 1973 sulle loro proprietà negli Stati Uniti[51]. L’Olanda aiuta: ogni fiorino guadagnato da Willemstad è un fiorino in meno di sovvenzioni olandesi. Stipula quanti più possibili trattati fiscali bilaterali, indirizzando un crescente flusso di denaro a Curaçao[52].
Negli anni il Dipartimento del Tesoro USA si accorge che i pregi del trattato fiscale stipulato con le Antille olandesi avvantaggiano aziende di tutto il mondo: dovunque tu sia, è sufficiente inviare i guadagni fatti in America verso Curaçao per evitare la famigerata withholding tax[53]; questo causa il fallimento di qualunque trattativa intavolata da Washington per dei trattati con altri paesi[54]. Nel 1965, il governo degli Stati Uniti impone a Willemstad una revisione del trattato fiscale; il risultato è un documento secondo cui, da quel momento in poi, le agevolazioni fiscali americane si applicano solo ai dividendi, agli interessi e alle royalties pagate a società interamente possedute da residenti in Olanda[55]. Fatta la legge, trovato l’inganno: le imprese necessitano ora di un documento ufficiale emesso dalle autorità fiscali antillane che attesti il loro diritto ai vantaggi fiscali statunitensi in conformità con la nuova normativa: questi documenti vengono rilasciati anche se le autorità non sono in grado di controllare, a causa delle vigenti norme sulla segretezza, chi effettivamente possieda le società interessate[56]. Sicché non cambia nulla.
Nel 1979 gli Stati Uniti chiedono una nuova revisione del trattato, motivata da due questioni fondamentali: un valore basso del dollaro e rendimenti elevati della borsa incrementano gli investimenti nel settore immobiliare USA, creando preoccupazioni sulla proprietà straniera di terreni agricoli, dato che una parte sostanziale di questi investimenti avviene attraverso società immobiliari e finanziarie di Curaçao che approfittano delle esenzioni fiscali americane e antillane sulle plusvalenze immobiliari[57]. Il secondo motivo è costituito dalla scoperta che i circa 230’000 abitanti delle Antille, nel 1978, ricevono non meno del 13% di tutti gli interessi pagati dai mutuatari statunitensi ai creditori esteri: c’è il sospetto che una cospicua fetta di quel denaro affluisca nelle tasche di chi non ha il diritto di percepirla[58].
Curaçao si difende, poiché detiene il monopolio sull’emissione di obbligazioni dell’Unione Europea per le società statunitensi, per un valore che, nel 1982, ammonta a 10,3 miliardi di dollari[59]. Per superare lo stallo, nel 1984 il Congresso abroga la withholding tax del 30% sui pagamenti degli interessi pagati agli investitori stranieri, rendendo così superflue quelle società di comodo nelle Antille nate allo scopo di eludere quella imposta[60]. Nell’agosto del 1986 si aggiunge una limitazione dei benefici del trattato per cittadini ed aziende di altri paesi[61]: a trarre vantaggio dal trattato sono i fondi comuni di investimento internazionali creati nelle Antille o negli Stati Uniti[62] e le società immobiliari straniere, che possono scegliere se essere esonerate dalla withholding tax sui dividendi o essere trattate come compagnie nazionali[63]. Viene introdotto l’obbligo di informazione sulla proprietà: in questo modo Curaçao, in pratica, cessa di essere un paradiso fiscale[64].
La fine dell’età dell’oro
Naturalmente, a Willemstad, non tutti sono contenti. Inizia infatti l’esodo di società che abbisognano di assoluta segretezza verso le vicine isole di Aruba e Sint Maarten, che mantengono le vecchie leggi e rinunciano a trattati internazionali[66]. Washington lancia un ultimatum al governo antillano: la mancata accettazione del nuovo accordo avrebbe comportato la cancellazione del trattato, che viene ratificata il 29 giugno 1987[67]. Del resto non c’era alternativa: la quota percentuale di soldi provenienti dal risparmio fiscale di aziende multinazionali è diventata col tempo irrisoria di fronte ai capitali criminali, e gli Stati Uniti combattono contro questi capitali in tutto il mondo, specialmente in Svizzera[68].
Mentre i nuovi trattati con gli elvetici ottengono risultati incoraggianti[69], a Curaçao la legge sulla trasparenza non disvela i veri proprietari di una società, che ora si nascondono, con un sistema di scatole cinesi, in altri paradisi fiscali[70]. Il governo olandese frena, innalzando la tassa sui dividendi da 0% al 10,5% per arginare sia le perdite fiscali olandesi che le lamentele di altri governi[71]: Willemstad rimane ugualmente un OFC conveniente, perché il tasso, in Olanda, rimane al 25%[72].
Nel 1989, il governo antillano cerca di attrarre pensionati stranieri, offrendo aliquote d’imposta intorno al 5%[73]: molti olandesi anziani emigrano a Curaçao – realmente, o solo sulla carta – compresi alcuni che trasferiscono le proprie pensioni in società offshore dell’isola[74]. L’Aja reagisce: dapprima, nel 1994, promulga una legge che alza le tasse sui fondi pensione incassati all’estero al 60%[75], e poi, nel 1997, impone ulteriori modifiche per frenare l’esodo di pensionati[76]. Oramai la partita è persa: con l’entrata in vigore, nel 1992, della direttiva dell’Unione Europea sulle “Parent subsidiaries”, i clienti si spostano a Lussemburgo o a Dublino e le entrate finanziarie di Willemstad si riducono dal miliardo di fiorini olandesi del 1993 ai 200 milioni della seconda metà degli anni ’90[77]. Nel 1997, infine, il governo olandese approva una legge che stimola le multinazionali a riportare le proprie holdings nei Paesi Bassi[78].
Curaçao non si riprende da questo colpo. Siccome il governo ha investito molto in infrastrutture, lo Stato si ritrova indebitato fino al collo[79]. Cresce vertiginosamente la dipendenza dai sussidi olandesi, sempre più giovani lasciano l’isola per le grandi città industriali d’Olanda[80]: nel 1986 Aruba si separa dalle Antille, ottenendo lo status di paese autonomo del Regno dei Paesi Bassi[81]; i cittadini di Curaçao vengono chiamati a pronunciarsi sul destino dell’isola. Nel 1993 il 74% dei votanti sceglie di rimanere all’interno della Federazione delle Antille Olandesi[82], ma il peggioramento della situazione economica porta, in una seconda consultazione referendaria del 2005, a chiedere la dissoluzione della federazione caraibica[83]. Dopo la ratifica del parlamento olandese, dal 10 ottobre 2010, Curaçao diviene quasi indipendente, lasciando a L’Aia la gestione della diplomazia e della giustizia[84]. Sint Maarten segue lo stesso cammino di Curaçao, mentre le isole di Bonaire, Saba e Sint Eustatius diventano municipalità speciali all’interno dei Paesi Bassi[85].
Il collasso della società antillana
Il tracollo economico degli anni 90 porta sempre più antillani in Olanda[87], molti dei quali cercano lavoro nell’Unione Europea[88]. Il tasso di disoccupazione a Curaçao nel 2005 è del 18%, con punte del 44% fra i giovani, che sono fra i protagonisti dei processi migratori[89]; ma non c’è solo la crisi economica: dai paesi vicini, come il Venezuela, la Colombia, Haiti e la Repubblica Dominicana, Curaçao si riempie di clandestini affamati[90]. Costoro non hanno nessuna chance, e vanno ad ingrossare le fila del crimine organizzato o costituiscono un sottoproletariato, vicino alla schiavitù, che lavora nel turismo e nel trading petrolifero – mentre i pochi soldi che girano sono tutti nelle mani dei bianchi[91]. A partire dal 2014 arrivano anche ondate di cinesi e indiani[92], ed i prezzi delle case e dei generi di consumo schizzano alle stelle[93].
Il numero di poveri cresce, sempre più genitori (specialmente le madri single) sono costretti a lasciare i figli per strada perché svolgono due occupazioni malpagate per arrivare alla fine del mese[94]. Nel 2009 la percentuale di abbandoni scolastici supera il 33% dei ragazzini[95]. Prostituzione giovanile, alcoolismo e tossicodipendenza divengano una tragedia nazionale: un’indagine condotta nel 2010 dal Maneho de Adikshon Foundation (FMA) in collaborazione con il Servizio di Salute Pubblica di Curaçao, conferma che il 79% degli scolari di scuola primaria e il 76% della secondaria consumano regolarmente alcool[96].
Le Antille diventano un’area tra i primi posti al mondo per sequestri di cocaina; circa 100 volte in più che negli Stati Uniti, nel 2004 – oltre nove tonnellate, ovvero 50 grammi di cocaina per ogni uomo, donna e bambino[97]. Circa il 60% di tutta la cocaina sequestrata nei Caraibi viene sequestrata a Curaçao[98]. La droga arriva via mare dalla Colombia e dal Venezuela e prosegue, sempre via mare, per l’Olanda e gli Stati Uniti[99]. Nascono violente gangs di minori[100], ed il Center for Latin American and Caribbean Studies dell’Università di Utrecht afferma che, nel 1999, 25’000 persone, nei quartieri poveri, vivono in condizioni spaventose – in tuguri senza servizi igienici, senza acqua potabile, senza elettricità e senza riscaldamento[101].
L’unico mercato che funziona è quello della droga[102]. Per difendersi dai disperati venuti da fuori, alcuni giovani di Curaçao organizzano una gang spietata, la NLS (No Limit Soldiers)[103]. Partita come una banda di strada, la NLS è oggi una complessa organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di stupefacenti, l’omicidio su commissione, il traffico e vendita di armi, la prostituzione, l’estorsione, il gioco d’azzardo illegale e il riciclaggio di denaro – in collusione con alcune delle gangs più violente d’America: Miami Zoe Pound ad Haiti, i cartelli della droga in Colombia e gli Zetas del Messico[104].
Sfruttando lo status di cittadini comunitari, gli affiliati di NLS fanno la spola tra Willemstad e i Paesi Bassi: la gang ha cellule a Rotterdam, L’Aia, Amsterdam, Lelystad and Dordrecht che agiscono in combutta con la temibile gang locale chiamata Penose[105] ed altri gruppi criminali attivi in territorio olandese[106]. I membri di NLS indossano medaglioni tempestati di diamanti, vestono come le più famose gang statunitensi e, nei video musicali che producono, parlano lo stesso linguaggio[107]. Sparano, soprattutto contro i rivali nel traffico di droga, rappresentati dalla gang Buena Vista City, con cui è in corso una faida costata decine di morti[108].
Gli omicidi su commissione sono un mercato fiorente, come nel caso di Helmin Wiels, leader del partito indipendentista Pueblo Soberano e membro del parlamento, assassinato a Willemstad il 5 maggio 2013[110]; nel 2016, per il delitto viene condannato all’ergastolo il killer della NLS Elvis ‘Monster’ Kuwas[111]. Il pubblico ministero Gert Rip descrive Wiels, impegnato contro la corruzione e il gioco d’azzardo illegale, come il rappresentante delle speranze di una larga fetta della popolazione[112]. Le indagini colpiscono anche i mandanti: nel 2018 Burney “Ninì” Fonseca viene condannato in appello a 26 anni di reclusione per aver agito da intermediario fra i mandanti e l’esecutore del delitto[113], e nel marzo 2021 George Jamaloodin, ex-ministro delle finanze del governo guidato da Gerrit Schotte, viene condannato a 30 anni come mandante dell’assassinio[114].
L’inchiesta dimostra che sia Jamaloodin che Schotte hanno legami riconducibili alla corruzione ed al gioco d’azzardo: ad esempio Robbie Dos Santos, il fratellastro dell’ex Ministro delle Finanze, è proprietario di Robbie’s Lottery, la più grande catena di scommesse di Curaçao[115]; poco prima della morte, Wiels aveva annunciato la pubblicazione di documenti comprovanti il coinvolgimento di Dos Santos nel gioco d’azzardo illegale: costui viene arrestato due volte, nel 2014 e nel 2019, in qualità di sospetto mandante dell’omicidio, ma viene rilasciato[116], fino al proscioglimento da ogni accusa nel novembre 2021[117]. Anche Elmer Wilsoe, Ministro della Giustizia del governo Schotte, è stato a lungo indagato, e poi prosciolto nel 2020[118].
L’avversario di Wiels, che più guadagna dalla sua morte, è Gerrit Schotte, leader del partito MFK: il 10 ottobre 2010, nel giorno in cui diviene esecutivo il nuovo status di nazione autonoma, Schotte viene nominato primo premier di Curaçao, chiamato a guidare una coalizione di governo che comprende i partiti Movementu Futuro Kòrsou (MFK), Pueblo Soberano e MAN[119]. Schotte rimane in carica fino al 3 agosto 2012[120]. Nel 2016 viene condannato in primo grado a 3 anni di reclusione e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici per falso in atto pubblico, corruzione e riciclaggio[121], sentenza confermata in appello l’anno seguente[122], e nel 2019, finalmente gli viene revocato il seggio in Parlamento[123].
I legami con la mafia siciliana
Il processo a suo carico dimostra che ha ricevuto oltre 213’000 dollari dal siciliano Francesco Corallo per finanziare il MFK, in cambio della partecipazione alle decisioni del nuovo governo[125]. Corallo, definito il “re delle slot machine”, è figlio di Gaetano Corallo, braccio destro del padrino Nitto Santapaola – il boss della cosiddetta mafia perdente, che fin dagli anni 80, per sfuggire alla cattura e ai nemici, si nasconde a Sint Maarten, dove Gaetano fonda società che gestiscono alberghi, villaggi turistici e, soprattutto case da gioco[126].
Sulle orme del padre, Francesco è titolare di diversi casinò a Sint Maarten, dove risiede e da dove controlla il proprio impero criminale[127] attraverso la Atlantis Casino On Line Curaçao N.V. (poi B Plus Giocolegale Ltd London[128]), una società che, nel 2004, diviene concessionaria per l’Italia per l’esercizio di slot machine e videolotterie[129]. In questo modo controlla il 30% di un settore che nei primi sei mesi del 2010 genera un fatturato di oltre 15 miliardi di euro[130]. I guai per Corallo iniziano nel 2012, quando si vede revocata la concessione dei Monopoli di Stato su ordine della Prefettura di Milano, per le sue condanne per associazione criminale di stampo mafioso e corruzione nell’ambito di un’inchiesta sulla Banca Popolare di Milano[131].
Nell’agosto 2014 BetPlus viene commissariata dal Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, su indicazione dell’ANAC, presieduta da Raffaele Cantone, mentre Corallo viene rinviato a giudizio nell’ambito dell’inchiesta BPM[132]. Per evitare il fallimento, Corallo si lega all’azienda inglese Global Starnet Ltd. London[133], un manager della quale, l’olandese Rudolf Baetsen[134], è a capo di Atlantis World Group of Companies Ltd. Cipro, una società di diritto cipriota[135] da cui passano 85 milioni di euro di tasse non pagate che finiscono su un conto corrente intestato ad una società di Corallo a Sint Maarten e che vengono quindi reinvestiti assieme ad altri 150 milioni versati da Atlantis su conti a Curaçao, Sint Maarten e Saint Lucia[136].
Nel dicembre 2016 Corallo viene arrestato a Sint Maarten contemporaneamente ad Amedeo Laboccetta, parlamentare del PdL italiano[137] ed ex legale rappresentante di Atlantis, e a Rudolf Baetsen[138]. L’accusa è di essere un boss mafioso[139]. Nell’ambito dell’inchiesta vengono indagati anche Giancarlo e Sergio Tulliani, rispettivamente cognato e suocero dell’ex presidente della Camera dei Deputati italiano Gianfranco Fini: secondo quanto accertato dai magistrati, Giancarlo Tulliani avrebbe creato per Baetsen due società offshore su cui far transitare denaro destinato alle Antille, più 2,6 milioni di euro di provenienza illegale destinati a Corallo[140]; lo stesso Baetsen avrebbe acquistato un appartamento a Montecarlo in nome e per conto di due società dei Tulliani, Printemps Ltd Saint Lucia e Timara Ltd Saint Lucia[141], pagando con i soldi di Corallo[142]. Nel dicembre 2021 il processo, che vede imputati per riciclaggio Gianfranco Fini, la compagna Elisabetta Tulliani, il fratello Giancarlo ed il padre Sergio, Francesco Corallo e Amedeo Laboccetta è ancora in corso[143].
Alla fine del 2010 Corallo propone al primo ministro Schotte di nominare Rudolf Baetsen come capo dell’organo di controllo della Banca Centrale di Curaçao[144]. Con il montare dello scandalo, Baetsen rinuncia, ma oramai la polizia indaga su Schotte e sulla sua compagna, Cicely van der Dijs, per un bonifico bancario di 800’000 dollari provenienti dalla International Financial Planning Services Ltd British Virgin Islands (un’altra società di Corallo) e finiti sul conto cifrato svizzero della No Brand Ltd Majuro, una società delle Isole Marshall di proprietà di Schotte[145]. Secondo i magistrati antillani, l’assassinio di Helmin Wiels è stato deciso per frenare questa valanga giudiziaria: grazie a questo omicidio, la mafia siciliana e i No Limit Soldiers hanno guadagnato in influenza.
Il governo USA istituisce un centro militare FOL (Forward Operating Locations), il cui scopo è di combattere militarmente i narcotrafficanti antillani, colombiani e venezuelani[146]. La popolazione ne è spaventata: le gangs sono talmente potenti che non è impossibile pensare ad un loro attentato contro il FOL dell’aeroporto di Hato[147]. A poche braccia di mare di distanza, o scontro tra il presidente Nicolas Maduro e il leader dell’opposizione Juan Guaidò ha portato il Venezuela, in miseria e dipendente dalle rendite petrolifere[148], stremato dalla pandemia[149] e dalle sanzioni imposte dal governo Trump[150], alla fame e sull’orlo della guerra civile[151].
Un paese a sovranità limitata
Se Guaidò è riconosciuto dagli Stati Uniti e da altri paesi come il legittimo leader del paese[153], Maduro può contare sul sostegno di Russia, Iran e Turchia[154]. Il tasso di povertà a Caracas raggiunge il 94,5% della popolazione, che guadagna in media meno di due euro al mese[155]; la gente scappa. Oltre sette milioni di cittadini hanno lasciato il paese nell’ultimo anno[156]: Colombia, Perù, Ecuador, Cile, Brasile, Panama, Repubblica Dominicana, Messico – e Curaçao, che, nell’ottobre del 2021, ospita oltre 16’000 migranti venezuelani[157]. Amnesty International punta il dito sul fatto che il governo locale non ha mai pensato ad un’evenienza simile e, quindi, non permette di chiedere formalmente asilo ed ha una sola risposta: carcerazione e deportazione[158]. Dopo che, nel 2017, la Croce Rossa abbandona il campo, chi sbarca a Curaçao viene detenuto nel SDKK (Sentro di Detenshon i Korekshon Korsou) o nelle celle delle stazioni di polizia, in attesa di essere rimpatriato[159]. Le condizioni di vita dei rifugiati, come emerge dal nuovo rapporto di Amnesty International “Still no Safety – Venezuelans denied protection in Curaçao” (2021) vengono definite inumane: sovraffollamento, mancanza di privacy e di igiene, separazione forzata dei figli, abusi e violenze[160].
Nell’ottobre 2021 Amnesty International aumenta la pressione e chiede l’intervento del governo olandese, quando si scopre che la Guardia Costiera viene incoraggiata a respingere i migranti in mare[161]. Il governo dell’Aja è responsabile per il totale disinteresse[162]. Non serve a nulla: Curaçao continua a fare muro, i clandestini, nonostante i rimpatri e le espulsioni decise in Tribunale[163], continuano ad arrivare – anche coloro che sono stati condannati a tre anni di interdizione dall’isola[164]. Nel 2016 la governatrice di Curaçao Lucille George-Wout accusa i migranti Venezuelani come portatori di delinquenza, lavoro nero e prostituzione[165] – le stesse parole che i populisti olandesi utilizzano nei confronti degli immigrati provenienti da Curaçao[166].
In questo clima di abbandono, la politica, nelle Antille, la fanno gli Stati Uniti, che conservano delle basi militari a Curaçao e ad Aruba, un avamposto per eventuali azioni di ingerenza politica e militare in America Latina[167], così come accade anche in Colombia, e comunque in accordo con il governo olandese[168]. Per quanto riguarda la sorveglianza dei confini, questa è delegata alla marina militare americana, che agisce in accordo con gli agenti di FRONTEX, le truppe speciali contro l’immigrazione clandestina, mentre si ragiona sulla possibilità di creare hotspots sulle isole delle Antille Olandesi così come è stato fatto in Grecia ed in Italia[169].
Con un governo così debole, ora che Willemstad non è più un OFC, e con il turismo gravemente danneggiato dalla pandemia, dall’instabilità politica e sociale e dal fatto che la maggior parte delle strutture alberghiere appartengono alla mafia siciliana o a gangs sudamericane, Curaçao è un paese a sovranità limitata, obbligato ad accettare qualsiasi imposizione dell’Unione Europea, degli Stati Uniti o della criminalità organizzata. Resterebbe la carta dello sfruttamento dei giacimenti minerari, ma anche questa è stata oramai giocata a favore di altri: primo fra tutti il consorzio Interoceanmetal, che ha la sede in Polonia, i cui maggiori azionisti sono in Russia[170].
Il consorzio ha una licenza per la prospezione e lo sfruttamento dell’Oceano Pacifico rilasciata dalla International Seabed Authority – una licenza scaduta nel 2016, che è stata prolungata fino al 2021 ed è ora in attesa di ottenere ancora un’estensione temporale[172]. Interoceanmetal è un progetto enorme, diviso in settori, uno dei quali è coordinato dalla Spec Partners Ltd., una società inglese con azionisti norvegesi[173] che, per il momento, è inattiva[174].
Spec partecipa ad un secondo consorzio: GWL Geology Without Limits[175], nato per lo sfruttamento del Mar dei Caraibi. Trasparenza: zero. Nel 2015, i suoi azionisti, oltre a Spec Partners, sono la Geofisicos Marinos Ltd. Belize City[176], la GWL Technologies LLP Sheffield[177] e la Projectos Ecologicos Ltd. Belize City[178] – tutte società di cui non si conoscono i proprietari. Nel 2016 le società del Belize vengono sostituite dalla Global Geophysical Research N.A. Limited Limassol[179] e dalla GWL Overseas Ltd. Limassol[180] – apparentemente controllate dall’oligarca russo Egor Krasinskiy[181]. Insomma: quale che sia la ricchezza nascosta nelle acque intorno a Curaçao, a giovarsene non saranno gli isolani.
Meglio soli o meglio male accompagnati?
In un contesto simile, la questione dell’indipendenza diventa quasi irrilevante, anche se il tema è sul tavolo dal 2010. Il Movement for the Future of Curaçao (MFK), fondato da Gerrit Schotte, è un partito populista a forte vocazione indipendentista, che non è finito con la condanna del suo fondatore: alle ultime elezioni, nel marzo 2021, la formazione guidata dal 2017 da Gilmar Pisas si afferma come primo partito, conquistando nove seggi in Parlamento[183]; l’altro grande partito indipendentista, il Pueblo Soberano, che si colloca a sinistra, non riesce a mantenere il consenso raggiunto quando Helmin Wiels era ancora in vita (ed alle elezioni del 2012 risultava il primo partito[184]). Alle ultime elezioni non è nemmeno entrato in Parlamento[185]; stessa sorte tocca alla formazione indipendentista Kòrsou di Nos Tur (KNT), che conquista tre seggi nel 2016[186], due nel 2017[187] e nessuno nel 2021[188].
La posizione di Pisas è molto chiara: il Caribbean Entity for Reform and Development (COHO), programma di riforme che, concordato con L’Aja, che il premier uscente Rhuggenaath si è impegnato a sottoscrivere in cambio di sostanziosi prestiti senza interessi, è la boa intorno alla quale gira il dibattito politico[189]. Prima del voto Pisas si scaglia contro l’accordo, affermando di volerlo rinegoziare il diritto del popolo di Curaçao di farcela da solo, ma a settembre cambia idea ed appoggia il COHO, tradendo la fiducia di quegli elettori che chiedono minore ingerenza dell’Olanda nelle questioni interne[190].
Pisas lo ammette senza reticenze: senza gli aiuti del Regno, non ci sono fondi per far fronte alle necessità dello stato, tenere a galla le aziende, elargire tessere alimentari per 26’000 poveri, e mantenere il posto di lavoro di 2000 dipendenti pubblici[191]. La situazione economica, sociale e politica dell’isola (come anche Aruba e Sint Maarten) non consente di pensare realisticamente all’indipendenza, come conferma il Segretario di Stato per gli Interni Raymond Knoops[192].
Il premier olandese Mark Rutte parla di aiuto non dovuto a paesi in difficoltà, le cui condizioni non sono negoziabili[193]; la crisi pandemica mette in ginocchio economie, come quelle delle ex –colonie caraibiche, già provate da decenni di inesorabile declino[194], sicché l’indipendenza è molto, molto lontana, anche solo da immaginare. Il vero problema è comune a tutti i paradisi fiscali: che succede se le leggi ed i trattati internazionali, improvvisamente, impediscono loro di prosperare? Se l’unico settore economico che funzioni è quello della criminalità organizzata, o un’industria estrattiva da sempre in mano a proprietari stranieri?
Questa domanda è di fondamentale importanza per il futuro di tutta l’area caraibica, che pullula di OFC: Bahamas, Turks & Caicos, Bermuda, St. Kitts & Nevis, Antigua, Guadalupe, Montserrat, Barbados, Grenada, Isole Cayman e Isole Vergini Britanniche, tutte aree OFC in competizione tra loro, che coprono un’area di mare grande solo un terzo del Mediterraneo. Analizzando a mente fredda la situazione, non si può non capire che la scelta del castrismo a Cuba sia stata l’unica soluzione allora praticabile per impedire che anche quell’isola subisse lo stesso destino – visto che, quando è arrivata la rivoluzione, Cuba era controllata dall’industria, dalla finanza e, soprattutto, dalla criminalità organizzata americana.
[1] http://www.bizarrejournal.com/2015/03/the-suicide-table-of-monte-carlo.html
[2] Christian Chavagneux, Ronen Palan and Richard Murphy, “Tax havens: How globalization really works“, London: Cornell University Press, 2010, p. 45
[3] Christian Chavagneux, Ronen Palan and Richard Murphy, “Tax havens: How globalization really works“, London: Cornell University Press, 2010, p. 151 e pp. 124-125
[4] https://www.meteo.cw/climate.php
[5] https://abcnews.go.com/Lifestyle/caribbean-islands-generally-hit-hurricanes/story?id=40407011
[6] https://www.netherlandsandyou.nl/your-country-and-the-netherlands/united-states/about-us/curacao-and-you/about-curacao
[7] https://www.bbc.com/news/world-latin-america-11511355
[8] Thierry Godefroy and Pierre Lascoumes, «Le capitalisme clandestin: l’illusoire régulation des places offshore«, La découverte, 2004, p. 29
[9] https://www.conseil-national.mc/linstitution/histoire-du-conseil-national/
[10] Ronen Palan, The offshore world: sovereign markets, virtual places, and nomad millionaires. Cornell University Press, 2006, pp. 112-114
[11] Christian Chavagneux, Ronen Palan and Richard Murphy. Tax havens: How globalization really works. London: Cornell University Press, 2010, pp. 109-110
[12] Ronen Palan, “The offshore world: sovereign markets, virtual places, and nomad millionaires“, Cornell University Press, 2006, pp. 101, 102; Christian Chavagneux, Ronen Palan and Richard Murphy, “Tax havens: How globalization really works“, London: Cornell University Press, 2010, pp. 110-111
[13] [13] Christian Chavagneux, Ronen Palan and Richard Murphy, “Tax havens: How globalization really works“, London: Cornell University Press, 2010, p. 110
[14] https://www.nytimes.com/2012/07/01/business/how-delaware-thrives-as-a-corporate-tax-haven.html
[15] Robert Liefmann, “Die Geldvermehrung im Weltkriege und die Beseitigung ihrer Folgen. Eine Untersuchung zu den Problemen der Übergangswirtschaft“, Deutsche Verlag-Anstalt, Stuttgart / Berlin, 1918; Robert Liefmann, „Kartelle, Konzerne und Trusts“, Deutsche Verlag-Anstalt, Stuttgart 1927; Stefanie Knetsch, „Das konzerneigene Bankinstitut der Metallgesellschaft im Zeitraum von 1906 bis 1928“, Frank Steiner Verlag, Stuttgart 1998, pp. 227-240
[16] https://nl.pinterest.com/pin/631700285213435818/
[17] “Financial Secrecy Index 2020 – Narrative Report on Curaçao”, Tax Justice Network, p.1
[18] https://historiek.net/nederlandsche-handel-maatschappij-nhm-1824/83034/
[19] https://www.ftm.nl/artikelen/society-notaris-en-nederlandse-bank-lieten-de-zon-opkomen-op-belastingparadijs-curacao?share=841WV8PdbG6AJXCCa34bq1huKlTawHH9gud91yI2Kyv0ydfGauH8OSFtKniAKA%3D%3D
[20] Nationaal Archief, Den Haag, Nederlandsche Handel-Maatschappij (NHM), nummer toegang 2.20.01, inventarisnummer 13887, vertrouwelijke nota Trustmaatschappij Curaçao, 15 mei 1950
[21] https://www.ftm.nl/artikelen/society-notaris-en-nederlandse-bank-lieten-de-zon-opkomen-op-belastingparadijs-curacao?share=i3MyOjJtfvq%2BF%2BbuyH%2BDofqZkyWF2OEshmvKFJbr19pzUCwKbsEFvEC7R5qrHA%3D%3D ; https://pure.uva.nl/ws/files/26111338/2.pdf ; https://www.cambridge.org/core/services/aop-cambridge-core/content/view/9553E156539D00E52F8EC687EBBBD39E/S096856502000013Xa.pdf/div-class-title-a-perfect-symbiosis-curacao-the-netherlands-and-financial-offshore-services-1951-2013-div.pdf ;
[22] https://www.curacaohistory.com/
[23] Tomás Straka, Guillermo Guzmán Mirabal, Alejandro E. Cáceres, “Historical Dictionary of Venezuela”, Rowman & Littlefield, 2017, p. 317
[24] https://www.curacaohistory.com/
[25] “Venezuela Up-to-date”, vol. III, n°1, December 1951, p. 3
[26] https://www.curacaohistory.com/
[27] https://www.ejatlas.org/print/shells-toxic-legacy-in-curacao
[28] https://www.ftm.nl/artikelen/society-notaris-en-nederlandse-bank-lieten-de-zon-opkomen-op-belastingparadijs-curacao?share=i3MyOjJtfvq%2BF%2BbuyH%2BDofqZkyWF2OEshmvKFJbr19pzUCwKbsEFvEC7R5qrHA%3D%3D
[29] J. L. Van Zanden, J. Jonker, S. Howarth & K. Sluyterman, “A History of Royal Dutch Shell” OUP Catalogue, 2007, pp. 447-449
[30] J. L. Van Zanden, J. Jonker, S. Howarth & K. Sluyterman, “A History of Royal Dutch Shell.” OUP Catalogue, 2007, p. 29
[31] Melinda N. Whyte, “De offshore sector op Curaçao: niet alleen een begrip in zee” Katholieke Universiteit, Sociologisch Instituut, 1985, p. 22
[32] NL-HaNA, NHM, 2.20.01, inv. no. 13887: Notities, rapporten en correspondentie betreffende de oprichting van de NHM, Trustkantoor Curaçao NV, 18 Okt. 1950
[33] https://www.cambridge.org/core/journals/financial-history-review/article/perfect-symbiosis-curacao-the-netherlands-and-financial-offshore-services-19512013/9553E156539D00E52F8EC687EBBBD39E#fn8
[34] https://fee.org/articles/the-rise-and-fall-of-curaaos-offshore-financial-sector/
[35] https://historiek.net/nederlandsche-handel-maatschappij-nhm-1824/83034/
[36] https://www.cambridge.org/core/journals/financial-history-review/article/perfect-symbiosis-curacao-the-netherlands-and-financial-offshore-services-19512013/9553E156539D00E52F8EC687EBBBD39E#
[37] https://www.irs.gov/pub/irs-trty/nether.pdf ; “Financial Secrecy Index 2020 – Narrative Report on Curaçao”, Tax Justice Network, p.2
[38] https://www.cambridge.org/core/journals/financial-history-review/article/perfect-symbiosis-curacao-the-netherlands-and-financial-offshore-services-19512013/9553E156539D00E52F8EC687EBBBD39E#
[39] https://www.ftm.nl/artikelen/society-notaris-en-nederlandse-bank-lieten-de-zon-opkomen-op-belastingparadijs-curacao?share=TGezH485dPnIh9BMnHBac15fW0V1ddDaiRqsDkLl8%2BJVhwhK8uBqTVqLiu2UCQ%3D%3D
[40] https://www.britannica.com/place/Netherlands-Antilles
[41] https://www.ftm.nl/artikelen/society-notaris-en-nederlandse-bank-lieten-de-zon-opkomen-op-belastingparadijs-curacao?share=TGezH485dPnIh9BMnHBac15fW0V1ddDaiRqsDkLl8%2BJVhwhK8uBqTVqLiu2UCQ%3D%3D
[42] https://www.eerstekamer.nl/wetsvoorstel/33955_belastingregeling_nederland
[43] https://www.ftm.nl/artikelen/society-notaris-en-nederlandse-bank-lieten-de-zon-opkomen-op-belastingparadijs-curacao?share=TGezH485dPnIh9BMnHBac15fW0V1ddDaiRqsDkLl8%2BJVhwhK8uBqTVqLiu2UCQ%3D%3D
[44] https://www.cambridge.org/core/journals/financial-history-review/article/perfect-symbiosis-curacao-the-netherlands-and-financial-offshore-services-19512013/9553E156539D00E52F8EC687EBBBD39E#
[45] https://knipselkrant-curacao.com/oud-notaris-gerard-smeets-overleden-antilliaans-dagblad/
[46] https://www.barrons.com/articles/what-happened-in-1968-can-show-us-why-the-market-is-rising-now-51591178401
[47] https://taxsummaries.pwc.com/united-states/corporate/withholding-taxes
[48] John A. MATHIESON, Paul A. Laudicina, and W. B. Bader, “The Netherlands Antilles: The Impact of Offshore Financial Activities”, SRI International, 1982, p. 5
[49] https://www.macrotrends.net/2015/fed-funds-rate-historical-chart
[50] https://www.leidenlawblog.nl/articles/the-antilles-route-is-back
[51] https://fee.org/articles/the-rise-and-fall-of-curaaos-offshore-financial-sector/
[52] Cornelis Abraham (Flip) de Kam, “Betalen is voor de dommen: over de miljardenmazen in ons belastingstelsel”, Bakker, 1978,
[53] M. J. C. van Beurden, “De Curaçaose offshore: Ontstaan, groei en neergang van een belastingparadijs, 1951-2013”, PhD dissertation, University of Amsterdam, 2018, p. 97
[54] Scott B. Macdonald, “Handbook of Caribbean Economies”, edited by Robert E. Looney, Routledge, 2021, pp. 451-52
[55] John A. MATHIESON, Paul A. Laudicina, and W. B. Bader, “The Netherlands Antilles: The Impact of Offshore Financial Activities”, SRI International, 1982, pp. 67-68
[56] M. J. C. van Beurden, “De Curaçaose offshore: Ontstaan, groei en neergang van een belastingparadijs, 1951-2013”, PhD dissertation, University of Amsterdam, 2018, p. 100
[57] “Statement of William J. Anderson, Director General Government Division before the Subcommittee on Commerce, Consumer and Monetary Affairs, Committee on Government Operations – House of Representatives on federal efforts to define and combat the Tax Haven problem, United States General Accounting Office – Washington D.C. 20548, April 12, 1983, pp. 38-39 ; Anton A. G. Smeets, “Opstellen ter gelegenheid van het 100-jarig bestaan van de Kamer van Koophandel en Nijverheid te Curaçao” edited by O. B.Linker, Curaçao 1984, pp. 241-43
[58] Richard A. Gordon “Tax havens and their use by United States taxpayers-An overview”, Washington, DC: U.S. Internal Revenue Service (IRS), 1981, p. 151
[59] M. J. C. van Beurden, “De Curaçaose offshore: Ontstaan, groei en neergang van een belastingparadijs, 1951-2013”, PhD dissertation, University of Amsterdam, 2018, p. 157-58
[60] Marilyn Doskey Franson, “Repeal of the Thirty Percent Withholding Tax on Portfolio Interest Paid to Foreign Investors”, 6 Nw. J. Int’l L. & Bus. 930, 1984-1985, p. 930
[61] Press Releases of the United States Department of the Treasury: Volume 275, p. 135
[62] Press Releases of the United States Department of the Treasury: Volume 275, pp. 135-36
[63] Press Releases of the United States Department of the Treasury: Volume 275, p. 136
[64] Mark B. Schoeller, “The Termination fo the United States-Netherlands Antilles Income Tax Convention: a Failure of U.S. Policy”, Journal of international business law, Vol. 10, 1988, p. 369
[65] https://www.marxist.com/uprising-in-curacao-against-vicious-austerity.htm
[66] https://fee.org/articles/the-rise-and-fall-of-curaaos-offshore-financial-sector/
[67] Frith Crandall, “The Termination of the United States-Netherlands Antilles Tax Treaty: What Were the Costs of Ending Treaty Shopping”, 9 Nw. J. Int’l L. & Bus. 355, 1988-1989, p. 355
[68] Mark B. Schoeller, “The Termination fo the United States-Netherlands Antilles Income Tax Convention: a Failure of U.S. Policy”, Journal of international business law, Vol. 10, 1988, p. 496
[69] Mark B. Schoeller, “The Termination fo the United States-Netherlands Antilles Income Tax Convention: a Failure of U.S. Policy”, Journal of international business law, Vol. 10, 1988, p. 496
[69] Mutual Assistance in Criminal Matters, May 25, 1973, United States-Switzerland, 27 U.S.T. 2019, T.I.A.S. No. 8302 (entered into force Jan. 23, 1977)
[69] Memorandum of Understanding, Aug. 31, 1982, United States-Switzerland, 22 I.L.M. I.; Mark B. Schoeller, “The Termination fo the United States-Netherlands Antilles Income Tax Convention: a Failure of U.S. Policy”, Journal of international business law, Vol. 10, 1988, p. 504; Mark B. Schoeller, “The Termination fo the United States-Netherlands Antilles Income Tax Convention: a Failure of U.S. Policy”, Journal of international business law, Vol. 10, 1988, p. 496; Mutual Assistance in Criminal Matters, May 25, 1973, United States-Switzerland, 27 U.S.T. 2019, T.I.A.S. No. 8302 (entered into force Jan. 23, 1977); Memorandum of Understanding, Aug. 31, 1982, United States-Switzerland, 22 I.L.M. I.
[70] Mark B. Schoeller, “The Termination fo the United States-Netherlands Antilles Income Tax Convention: a Failure of U.S. Policy”, Journal of international business law, Vol. 10, 1988, p. 504
[71] “Financial Secrecy Index 2020 – Narrative Report on Curaçao”, Tax Justice Network, p.2
[72] Steve R. Vanenburg, Arne Kattouw, “Het nieuw fiscaal raamwerk op de Nederlandse Antillen 1: de Antillen als” nieuwe” vestigingsplaats voor de internationale financiële dienstensector”, Kluwer, 2002, p. 15
[73] “Financial Secrecy Index 2020 – Narrative Report on Curaçao”, Tax Justice Network, p.2
[74] M.J.C. van Beurden, „De Curaçaose offshore. Oorzaken van ontstaan, groei en neergang van een belastingparadijs, 1951-2013“, University of Amsterdam; https://aihr.uva.nl/binaries/content/assets/uva/en/research/phd/summaries/2018/06/summary-beurden-van-tijn.pdf
[75] Parliamentary Papers, the Netherlands, Second Chamber 1994/95, 23046, no. 18
[76] Faroe Metry, “De geschiedenis van de belastingen in de kolonie Curaçao en de Nederlandse Antillen: een onderzoek naar historische gegevens omtrent de wording van de belastingen in eerst de kolonie Curaçao en daarna de Nederlandse Antillen omvattende de periode 1634-2005: tevens een vastlegging van gebeurtenissen op het gebied der belastingen, de bronnen daarvan en conclusies hierover” Stichting Publicaties KPMG Tax and Legal Services, 2006, p. 686
[77] M. J. C. van Beurden, “De Curaçaose offshore: Ontstaan, groei en neergang van een belastingparadijs, 1951-2013”, PhD dissertation, University of Amsterdam, 2018, p. 212
[78] M. J. C. van Beurden, “De Curaçaose offshore: Ontstaan, groei en neergang van een belastingparadijs, 1951-2013”, PhD dissertation, University of Amsterdam, 2018, p. 219-20
[79] T. J. Haan, “Antilliaanse instituties. De economische ontwikkeling van de Nederlandse Antillen en Aruba 1969-1995”, 1998, pp. 218-19
[80] https://fee.org/articles/the-rise-and-fall-of-curaaos-offshore-financial-sector/
[81] https://www.aruba.com/us/our-island/history-and-culture/history
[82] Rose Mary Allen, “The Complexity of National Identity Construction in Curaçao, Dutch Caribbean”, in European Review of Latin American and Caribbean Studies 89, October 2010, p. 118
[83] Rose Mary Allen, “The Complexity of National Identity Construction in Curaçao, Dutch Caribbean”, in European Review of Latin American and Caribbean Studies 89, October 2010, p. 118
[84] https://www.netherlandsandyou.nl/your-country-and-the-netherlands/united-states/about-us/curacao-and-you/about-curacao
[85] https://www.government.nl/latest/news/2010/10/10/10-10-10-a-new-start-for-the-islands-of-the-netherlands-antilles
[86] https://www.tripadvisor.de/Restaurant_Review-g147278-d1046226-Reviews-Iguana_Cafe-Willemstad_Curacao.html
[87] Evelyn Ersanilli, “Focus Migration”, Country Profile n°11 – Netherlands, November 2014, p. 2
[88] https://what-europe-does-for-me.eu/en/portal/1/NL998
[89] Josine Junger-Tas, Ineke Haen Marshall, Dirk Enzmann, Martin Killias, Majone Steketee, Beata Gruszczynska, “Juvenile Delinquency in Europe and Beyond: Results of the Second International Self-Report Delinquency Study”, Springer Science & Business Media, 2009, p. 411
[90] Josine Junger-Tas, Ineke Haen Marshall, Dirk Enzmann, Martin Killias, Majone Steketee, Beata Gruszczynska, “Juvenile Delinquency in Europe and Beyond: Results of the Second International Self-Report Delinquency Study”, Springer Science & Business Media, 2009, p. 411; https://esa.un.org/miggmgprofiles/indicators/files/Curacao.pdf
[91] Josine Junger-Tas, Ineke Haen Marshall, Dirk Enzmann, Martin Killias, Majone Steketee, Beata Gruszczynska, “Juvenile Delinquency in Europe and Beyond: Results of the Second International Self-Report Delinquency Study”, Springer Science & Business Media, 2009, p. 412
[92] https://www.cbs.cw/population-tables
[93] https://www.numbeo.com/cost-of-living/compare_countries_result.jsp?country1=Netherlands&country2=Curacao
[94] Josine Junger-Tas, Ineke Haen Marshall, Dirk Enzmann, Martin Killias, Majone Steketee, Beata Gruszczynska, “Juvenile Delinquency in Europe and Beyond: Results of the Second International Self-Report Delinquency Study”, Springer Science & Business Media, 2009, p. 412
[95] “The Situation of Children and Adolescents in Curaçao”, United Nations Children’s Fund (UNICEF), 2013, p. 49
[96] “The Situation of Children and Adolescents in Curaçao”, United Nations Children’s Fund (UNICEF), 2013, p. 43
[97] “Crime, Violence, and Development: Trends, Costs, and Policy Options in the Caribbean”, A Joint Report by the United Nations Office on Drugs and Crime and the Latin America and the Caribbean Region of the World Bank, March 2007, p. 94
[98] “Crime, Violence, and Development: Trends, Costs, and Policy Options in the Caribbean”, A Joint Report by the United Nations Office on Drugs and Crime and the Latin America and the Caribbean Region of the World Bank, March 2007, p. 94
[99] “Crime, Violence, and Development: Trends, Costs, and Policy Options in the Caribbean”, A Joint Report by the United Nations Office on Drugs and Crime and the Latin America and the Caribbean Region of the World Bank, March 2007, p. 101
[100] http://curacaochronicle.com/columns/curacao-small-island-big-problems-part-3-war-against-drugs-or-the-curacao-connection/
[101] http://retro.nrc.nl/W2/Nieuws/1999/11/16/Vp/05.html
[102] http://retro.nrc.nl/W2/Nieuws/1999/11/16/Vp/05.html
[103] https://eenvandaag.avrotros.nl/item/wie-zijn-de-no-limit-soldiers/
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[108] https://revu.nl/artikel/2827/de-gangs-buena-vista-city-en-no-limit-soldiers-voeren-oorlog-op-curacao
[109] http://curacaochronicle.com/main/half-million-guilders-for-murder-helmin-wiels/
[110] https://www.bbc.com/news/world-latin-america-22424009
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[113] http://curacaochronicle.com/judicial/fonseca-gets-26-years-in-prison-on-appeal-for-the-murder-of-helmin-wiels/
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[129] http://enricodigiacomo.org/2010-10-linchiesta-quel-paradiso-delle-slot-machine-che-i-monopoli-italiani-ignorano-coincidenze-la-atlantis-ha-sede-a-saint-lucia-con-un-fatturato-di-30-miliardi-di-euro-lazienda-off-shore-supera-an/
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[131] https://www.huffingtonpost.it/2012/12/07/i-monopoli-ritirano-la-concessione-per-le-slot-machine-alla-bplus-di-francesco-corallo_n_2256063.html?utm_hp_ref=it-francesco-corallo
[132] https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-08-08/giochi-bplus-commissariata-063848.shtml?uuid=ABZNuRiB
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[134] https://www.lettera43.it/corallo-limpero-del-re-delle-slot/?refresh_ce
[135] https://opencorporates.com/companies/cy/HE288055
[136] https://www.ilcorrieredelgiorno.it/riciclaggio-chiesto-processo-per-gianfranco-fini-e-la-famiglia-tulliani/
[137] Il partito guidato da Silvio Berlusconi
[138] https://roma.repubblica.it/cronaca/2016/12/13/news/roma_riciclaggio_arrestati_il_re_mida_dei_giochi_e_amedeo_laboccetta-154013735/ ; https://nicolettaforcheri.wordpress.com/2013/08/04/roma-si-consegna-il-re-delle-slot-machine-francesco-corallo-era-latitante-dal-2012/
[139] https://curacaochronicle.com/tag/francesco-corallo/ ; https://www.occrp.org/en/daily/5894-italy-s-king-of-slots-arrested ; https://sxmgovernment.com/2016/12/14/full-story-the-richest-dutch-citizen-francesco-corallo-mob-boss-arrested-warrants-issued-by-the-italian-authorities-early-morning-raids-baestsen-also-arrested/ ; https://knipselkrant-curacao.com/blog-jr-the-real-corallo-story-call-me-francesco-or-call-me-the-godfather/ ; https://international.sp.nl/nieuws/2019/08/another-threatening-letter-from-a-gambling-boss-in-curacao
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[141] https://www.avvenire.it/attualita/Pagine/arrestato-re-delle-slot-ai-caraibi ; https://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2010/09/contratto-tulliani.jpg?x15283 ; https://amp.ilgiornale.it/news/montecarlo-scatole-cinesi-coprire-mister-x.html
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[157] https://www.r4v.info/en/refugeeandmigrants
[158] “Detained and Deported – Venezuelans denied protection in Curaçao”, Amnesty International, 2018, p. 9
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[160] “Still no Safety – Venezuelans denied protection in Curaçao”, Amnesthy International, 2021, pp. 36-37
[161] https://www.dolfijnfm.com/tweede-kamer-wil-dat-regering-curacao-aanspreekt-op-mensenrechtensituatie/?fbclid=IwAR3qhbAifUkMCMdUsc_kQCh28AaDiCv3gHfYcazN0vFKcka9tZUL3dRs3QM ; https://www.facebook.com/dolfijnfmnieuws/photos/a.479047102265709/1756660387837701/
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[163] https://www.law.ox.ac.uk/research-subject-groups/centre-criminology/centreborder-criminologies/blog/2021/01/welcome-reception
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[191] https://www.curacaochronicle.com/post/main/pisas-cabinet-officially-agrees-with-coho-has-voter-fraud-been-committed/
[192] https://caribischnetwerk.ntr.nl/2021/09/05/kabinet-pisas-officieel-akkoord-met-coho-is-er-kiezersbedrog-gepleegd/
[193] https://caribischnetwerk.ntr.nl/2020/09/11/premier-rutte-geen-onderhandeling-over-coronaleningen-aruba-diep-teleurgesteld/
[194] https://caribischnetwerk.ntr.nl/2020/08/10/coronaleningen-komen-de-eilanden-en-den-haag-er-toch-samen-uit/ ;https://caribischnetwerk.ntr.nl/2020/08/13/coronacrisis-legt-verslechterde-relatie-curacao-en-nederland-bloot/
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