America
chi sarà il futuro vice del vicepresidente?
TRUMP GO HOME!
Dopo la ufficiosa ma really probable candidatura, Kamala si avvicina sempre più al suo avversario Trump. Gioca molto l’assenza di altri possibili candidati che possano mettere in ombra la Vice Presidente. Ma gioca anche molto il concerto di sondaggi che, salvo qualche buccia di banana, la avvicina molto al Tycoon. La ricerca di mercato di YouGov/The Economist del 21-23 luglio pone la Harris al 41% e Trump al 44%, mentre un sondaggio del New York Times/Siena del 22-24 luglio la colloca al 47% contro il suo 48% tra i probabili elettori. Da non sottovalutare la novità della sua presenza dopo anni di ghost-office, l’essere di sesso femminile, avere 18 anni meno del suo competitor che a questo punto deve paradossalmente indossare le vesti del Senior con cui sbeffeggiava Biden. Ma gioca anche molto, specie nell’elettorato emarginato, l’atteggiamento di Kamala nei confronti di Netanyahu, risoluto e deciso che lascia pensare ad un’inversione di politica mediorientale.
Se l’appoggio di Obama era dato per scontato, quello del partito sarà condizionato dalla scelta del Vicepresidente designato che potrebbe essere…Già chi potrebbe essere?Secondo “The Hill”, una candidata possibile potrebbe essere Marianne Williamson, autrice di bestseller, nota ai media. Non è una politica pubblica e spesso ha assunto atteggiamenti critici nei confronti della classe dirigente del Partito Democratico e delle strutture sociali d’élite, spesso prende di mira l’influenza delle imprese e la corruzione nel sistema politico ed è ideologicamente allineata con l’ala sinistra del partito. È anche una convinta sostenitrice della pace, concentrando gran parte del suo attivismo sulla creazione di nuovi modi per affrontare i conflitti politici”. Nata a Houston nel Texas potrebbe veicolare i voti del Sud democratico e anti-sessista. In questi giorni ha dichiarato in modo esplicito che “ Il partito democratico deve impegnarsi nuovamente sul nostro principio più importante: una difesa inequivocabile dei lavoratori degli Stati Uniti. Non ci piegheremo ai monarchici economici che hanno fatto a pezzi la rete di sicurezza sociale americana e causato tanta sofferenza a così tante persone”. Ma non è nota ai più come potrebbe essere Michelle Obama in seconda battuta. Indipendentemente dai nomi, un “overall female ticket” sarebbe un richiamo “never seen before” per circa 168 milioni di elettrìci.
Un segnale di candidatura potrebbe essere l’uscita pubblica del deputato James E. Clyburn (D-S.C.) che ha affermato che il vicepresidente Harris ha “ben oltre” il sostegno di cui ha bisogno per aggiudicarsi ufficialmente la nomination democratica per la Casa Bianca, dopo che il presidente Biden si è fatto da parte e l’ha appoggiata. Ma è nato nel 1940 e ha ben 2 anni più di Biden, ben portati, e questo lo metterebbe già fuori gioco.
La candidatura di Pete Buttigieg sarebbe disrupting. Giovane, brillante e accattivante Ministro dei trasporti dell’Amministrazione Biden, ha tuttavia fatto outing nel 2015 sposando il suo compagno Chasten Glezman tre anni dopo nel 2018. Un tandem siffatto sarebbe troppo per la puritana America che celebra ancora i padri pellegrini. Nello Utah non prenderebbero due voti!
Mentre l’ultima settimana fa registrare un incredibile afflusso di fondi per Harris ( 200 mlns $), crescono le quotazioni del Sen. Mark Kelly, pilota della Navy Air Force nella guerra del Golfo, poi astronauta fino al 2011, che, assicurando lo Stato -chiave dell’Arizona dove viene eletto al Senato, potrebbe offrire a Kamala un formidabile assist.
Resta il vecchio leone Bernie Sanders (I-Vt.) che ha evitato di sostenere ufficialmente la vicepresidente Harris come candidata democratica alla presidenza ma sta cercando di contribuire a definire l’obiettivo della sua campagna e il suo programma se verrà eletta. Fonti vicine a Sanders affermano che non ha intenzione di sfidare Harris. Salvo che non venga convinto a fiancheggiarla, lasciando a Robert Kennedy il ruolo di terzo, infelice incomodo, che verrà sacrificato in caso di sconfitta dei democratici. Comunque finisca, il Partito Democratico USA ha cambiato se non generazione almeno il look e forse, gioco, partita, incontro!
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