America
Cattolici americani arrestati a Washington, tra loro anche un vescovo
Circa quaranta cattolici americani sono stati arrestati ieri durante una manifestazione a Washington davanti al Campidoglio, tra questi otto suore, il padre gesuita Thomas Reese, il vescovo John Stowe della diocesi di Lexington, nel Kentucky. I cattolici americani stavano manifestando per domandare al Congresso di restituire uno status permanente ai dreamers (i migranti arrivati negli Stati Uniti irregolarmente da bambini). Il Presidente Trump, infatti, aveva intenzione di interrompere entro il 5 marzo il Deferred Action for Childhood Arrivals (DACA), il programma che li tutela istituito da Obama nel 2012 e, nonostante il recentissimo pronunciamento della Corte Suprema che ne ha respinto la richiesta, non intende fermarsi. L’intenzione di abolire il DACA rimane e i manifestanti sanno bene di non poter fare affidamento solo sui tribunali.
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I manifestanti, entrando in Campidoglio sapevano ciò a cui andavano incontro, così afferma suor Elise Garcia, domenicana: “Non sono mai stata arrestata in vita mia, ma con la benedizione della mia comunità, oggi sto rischiando l’arresto come atto di solidarietà con i nostri meravigliosi sognatori” e ancora: “ai nostri leader al Congresso e alla Casa Bianca, dico: arrestate una suora, non un Dreamer!”.
Nel corso della protesta è stato anche chiamato direttamente in causa il cattolico Paul Ryan, Presidente della Camera, con le parole “Paul Paul perché mi perseguiti?”.
Il padre gesuita Thomas Reese, in rappresentanza dei gesuiti della costa occidentale ha spiegato chi sono i “dreamers”: “Sono nostri studenti, seduti nelle nostre classi, sono i nostri parrocchiani, inginocchiati nelle nostre chiese”, ha detto. “Sono nostri amici, sono i nostri colleghi che ci hanno invitato nelle loro case”.
E il Vescovo Stowe: “Siamo con i Dreamers, siamo tutt’uno con i Dreamers. E ora chiedo la benedizione di Dio a coloro che agiscono nella disobbedienza civile, parte di una lunga tradizione di non sostenere leggi ingiuste”.
I manifestanti sono stati rilasciati qualche ora dopo, ma l’eco della loro protesta non si fermerà, il mondo cattolico americano, che negli ultimi anni sembrava pubblicamente rappresentato solo da posizioni conservatrici, ha ripreso la parola per difendere la giustizia, per difendere i diritti delle persone che rappresentano il futuro del paese dall’aggressione di chi teme solo di perdere la propria posizione di privilegio.
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Segnali bellissimi per tutti i cattolici: la Chiesa americana non è solo teocon e scandalo pedofilia, è una chiesa vitale e intrisa del Vangelo delle Beatitudini, perché “beati voi quando vi perseguiteranno”, e questo ci riempie di speranza.
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