America

#Blacklivesmatter è (anche) l’ultimo appello per l’eredità politica di Obama

19 Giugno 2020

Il 2020 per gli Stati Uniti doveva essere solo l’anno delle elezioni presidenziali ma altri temi stanno occupando la scena politica e mediatica. Dopo la pandemia e le sue conseguenze sul piano sanitario ed economico, la questione razziale è tornatacentrale.

Daca è l’acronimo di Deferred Action for ChildhoodArrivals e rappresenta la politica relativa all’immigrazione voluta dall’amministrazione Obama. In base ad essa, gli immigrati irregolari arrivati da piccoli negli Stati Uniti, i cosiddetti dreamers, non solo non possono essere espulsi ma hanno diritto a permessi di lavoro. Il primo passo per ottenere la green card. “Otto anni fa questa settimana abbiamo protetto dall’espulsione i giovani che sono cresciuti come parte della famiglia americana. Oggi, sono felice per loro, per le loro famiglie e per tutti noi. Possiamo sembrare diversi e venire da qualsiasi posto, ma ciò che ci rende americani sono i nostri ideali condivisi”, ha scritto il quarantaquattresimo presidente Usa su Twitter. Non è un caso che l’abbia scritto proprio ieri, visto che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che il Daca, nonostante i tentativi dell’attuale amministrazione, non può essere abrogato. “Avete l’impressione che io non piaccia alla Corte Suprema?” ha commentato l’attuale inquilino della Casa Bianca sul medesimo social network, per poi confermare l’intenzione di non abbandonare la questione.

Secondo un sondaggio NBC/Wall Street Journal, condotto tra il 28 maggio e il 2 giugno, otto americani su 10 ritengono che in Usa le cose non siano esattamente sotto controllo. Ad alimentare le preoccupazioni ci sono la presenza del coronavirus, le previsioni sul quadro economico e la limitata possibilità di vedere la nazione unita sotto l’attuale presidenza. A pensarla così è addirittura il 92% di elettori democratici, il 78% di coloro che si dichiarano indipendenti e il 66% dei repubblicani. Poche settimane fa l’opinione pubblica è stata scossa dalla morte di George Floyd ed è emerso che molti intervistati sono più preoccupati da quanto accaduto che delle proteste successive, talvolta diventate violente. In particolare lo pensa unapercentuale pari al 59% che comprende il 54% dei bianchi, il 65% di ispanici e il 78% degli afroamericani.

Il 27%, invece, afferma di essere più allarmato dalle proteste, alcune delle quali sfociate in violenza. E, proprio a proposito delle proteste che stanno attraversando gli Stati Uniti, un sondaggio del Pew Research Center, svolto tra il 4 e il 10 giugno, rileva che il 67% degli intervistati supporta il movimento Black Lives Matter. BlackLivesMatter è anche un’organizzazione presente negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Canada che mira a contrastare gli atti di violenza nei confronti delle minoranze razziali. Molti, però, riconoscono l’espressione black lives matter, perché l’hanno trovato sui social network come hashtag. In effetti è difficile non averlo mai letto, dal momento che, dal 26 maggio al 7 giugno, è stato usato 47,8 milioni di volte su Twitter, in media quindi circa 3,7 milioni di volte al giorno, come rilevato ancora dal Pew ResearchCenter. Il giorno dopo la morte di George Floyd, i tweet che contenevano l’hashtag black lives mattersono stati 218 mila e hanno superato il milione il 27 maggio. Il giorno successivo il numero dei tweet è stato di circa 8,8 milioni. Il dato è impressionante e, dopo questo picco, il numero di tweet è rimasto comunque sui 2 milioni fino al 7 giugno.

Molti hanno preso posizione e non ci riferiamo solo a singoli utenti. Anche i big tech hanno assunto decisioni inequivocabili. Apple, ad esempio, ha intenzione di devolvere una cifra pari a 100 milioni di dollari a favore iniziative volte ad ottenere una maggiore giustizia nei confronti delle persone di colore. Il progetto sarà portata avanti da Lisa Jackson che, durante la presidenza di Obama, gestiva l’Agenzia per la protezione ambientale Usa e ora è responsabile delle politiche e delle iniziative sociali per il colosso di Cupertino. Nemmeno il mondo dello sport è rimasto a guardare. Unesempio su tutti è la decisione assunta dalla dell’AS Roma che dal proprio account ufficiale Twitter ha spiegato che “non basta più non essere razzisti. Bisogna essere antirazzisti”e ha annunciato che i giocatori indosseranno il logo black lives mattersulle magliette per le restanti partite del campionato di Serie A.

“(…) andiamo avanti ed eleggiamo Joe Biden e un Congresso democratico, che fa il suo lavoro, protegge i dreamers e infine crea un sistema davvero degno una volta per tutte per una nazione di immigrati”, ha scritto ancora Obama su Twitter. Joe Biden non può presentarsi soltanto come l’anti-Trump, altrimenti rischia di sembrare un candidato che si limita a riportare le lancette dell’orologio a prima che venisse eletto Trump. Eppure c’è l’eredità politica di Obama da far rivivere e completare. Tra pochi mesi sapremo se quella fase ha avuto solo un’interruzione oppure se è definitivamente archiviata.

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