America
Apologia della tortura: l’iter della CIA
UNCLASSIFIED
“On April 3, 2014, the Senate Select Committee on Intelligence voted to send the Findings and Conclusions and the Executive Summary of its final Study on the CIA’s Detention and Interrogation Program to the President for declassification and subsequent public release”
Comincia in questo modo il dossier del SSCI (Comitato ristretto per l’intelligence del Senato americano) sulle pratiche violente utilizzate dalla CIA, dal 2001 ( subito dopo l’attentato dell’11 settembre) al 2009 .
La pressione sulla CIA, dovuta alla necessità di trovare e catturare gli autori dell’attacco avvenuto nel 2011 in territorio americano e la volontà di ‘porre fine’ al terrorismo in Medio Oriente, ha messo in moto una macchina violenta: quella della tortura con metodi brutali. Il ‘detention and interrogation program’ fu approvato da George W. Bush 6 giorni dopo l’attacco alla Torri Gemelle.
CONTRARI ALLA PUBBLICAZIONE DEL DOSSIER – La CIA tentò di ‘consegnare’ un documento semi-censurato mentre i falchi del Congresso americano si opposero alla pubblicazione del dossier tout court. Obama, tramite il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest, sostenne il contrario ‘perché il mondo potesse capire cosa successe esattamente’. Una scelta sofferta ma necessaria.
Ci sono voluti circa $ 40 milioni per esaminare gli oltre 6 milioni di documenti integrali dell’agenzia e 5 anni per stilare il dossier diviso in tre sezioni: il background del programma di detenzione e metodi di interrogatori della CIA; l’intelligence acquisita dal programma e la rappresentazione pubblica di tali informazioni; infine, un esame dei metodi di detenzione, interrogatori e torture utilizzate sui detenuti.
Il dossier avrebbe dovuto vedere la luce dopo un anno dalla sua approvazione nel 2012 ma è stato reso pubblico solo pochi giorni fa per via di accuse reciproche tra SSCI e CIA su inesattezze e imprecisioni del dossier stesso. Nel luglio del 2014 John O. Brennan, direttore della CIA, ha ammesso – in seconda battuta dopo aver negato la sua responsabilità – che la sua agenzia ha violato i computer usati dai membri della commissione e di aver eliminato alcuni documenti chiave.
Arriviamo ad agosto 2014 quando la Feinstein accusa la CIA di aver trasmesso al Senato americano il dossier in forma censurata su punti di fondamentale importanza circa i metodi di acquisizione di informazioni e circa la responsabilità dell’agenzia stessa.
“I vertici della CIA non hanno mai preso provvedimenti contro l’utilizzo di tali tecniche, nonostante fossero state da loro approvate”
Gli ordini venivano da Langley, quartier generale della CIA ma anche il Dipartimento di Giustizia era d’accordo con le tecniche di tortura proposta dai servizi segreti sotto l’era Bush, anche se l’allora presidente ricevette un primo briefing sulle stesse solo nel 2006, circa quattro anni dopo l’inizio del programma. Quando non erano gli 007 americani ad intervenire, come ha riferito la (democratica) Feinstein, a capo del SSCI, venivano assoldati contractor americani che facevano per conto dell’Agenzia il ‘lavoro sporco’. Durante la sua relazione, la Feinstein ha definito il lavoro della CIA dal 2001 al 2009 “una macchia sul nome e sui valori del nostro paese”.
ESEMPI – Nel 2002 con Abu Zudaydah, primo detenuto high-value catturato in Thailandia , la CIA ha iniziato tecniche di waterboarding fino a provocargli convulsioni, vomito e perdita di conoscenza. Il caso di Khalid Shaykh Mohammad, invece, è costellato di una serie infinita di “quasi annegamenti” dovuti alla pratica suddetta e come lui ce ne sono stati molti altri.
Poi ci sono le minacce ai detenuti di potenziali sodomizzazioni con scope, stupri e stragi di familiari degli stessi. Costretti a stare in piedi con le caviglie rotte o in posizioni dolorose perlunghi periodi, bagni di acqua ghiacciata e 66 ore di privazione del sonno. L’alimentazione rettale e l’idratazione rettale furono una tecniche usate su almeno cinque detenuti.
“A due detenuti è stato rotto un piede; sono stati messi al muro, in isolamento, e costretti a stare a lungo in posizioni dolorose, anche se l’utilizzo di queste tecniche di interrogatorio potenziato era sconsigliato per via delle loro condizioni di salute”
BUGIE – Il benestare del Dipartimento della Giustizia, di parte dell’opinione pubblica, del Congresso e persino della Casa Bianca è dovuto, secondo quanto scoperto dal SSCI, alle approssimative informazioni fornite dalla CIA per poter procedere con tecniche di torture, defintite nel dossier come ‘tecniche di interrogatorio potenziato’.
Secondo il SSCI, la CIA avrebbe inoltre diffuso false informazioni sul numero di detenuti sotto il loro controllo. Nel 2008, l’allora direttore dell’agenzia Michael Hayden disse ad un funzionario della CIA di ignorare una discrepanza sul numero dei detenuti in loro possesso: sui 119 detenuti, almeno 26 erano stati erroneamente arrestati.
C’è da aggiungere che un anonimo utente di Wikipedia, con un indirizzo IP risalente al Senato degli Stati Uniti ha cercato, fallendo in almeno due occasioni il 9 e il 10 dicembre scorso, di rimuovere una frase con la parola “tortura” dalla pagina del sito web relativa al SSCI e ai metodi di tortura della CIA.
NULLA DI FATTO – Il Dipartimento di Stato americano ha fatto sapere che in riferimento alle tecniche di interrogazione e tortura della Cia non saranno aperti procedimenti penali. Eventuali procedimenti saranno valutati soltanto contro chi abbia condotto ‘attività non autorizzate’ (parola di Eric Holder, segretario alla Giustizia degli Stati Uniti). Il New York Times ritiene la possibilità che ci siano consegenze reali ‘altamente inverosimile’.
OBAMA – Contemporaneamente alla pubblicazione del dossier, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha diffuso un comunicato in cui ha spiegato che i metodi usati non sono consoni con i valori americani: “Come ho detto prima, la nostra nazione ha fatto molte cose in quegli anni difficili (si riferisce al post 11 settembre). Allo stesso tempo, alcune delle azioni intraprese sono state contrarie ai nostri valori. Ecco perché ho inequivocabilmente bandito lo strumento della tortura quando ho assunto l’incarico, perché uno dei nostri strumenti più efficaci nella lotta contro il terrorismo e mantenere alta la sicurezza del popolo americano è restare fedeli ai nostri ideali sia in patria che all’estero”. Ci sarebbe da fare qualche domanda sul Campo di prigionia di Guantánamo ma non è ora il momento.
LA (CLASSICA) DIFESA – Mentre il dossier veniva diffuso, la Cia ne rilasciava un altro: un report parallelo redatto per difendersi dalle accuse del Senato. Il materiale presentato da Feinstein “racconta solo una parte della storia” e rappresenta una “manipolazione dei fatti”, spiega la Cia, ammettendo però che alcuni errori forse sono stati commessi. Nel frattempo è partita una forte campagna mediatica contro il dossier del SSCI con in prima linea l’ex vice presidente Dick Cheney che lo ha definito “un mucchio di cazzate”. Ex membri della CIA hanno sviluppato il sito CIAsaveslives.com definendo il dossier pieno di errori e di interpretazione sbagliate, completamente in contrasto con la realtà: “Rappresenta il singolo peggior esempio di supervisione del Congresso nei nostri molti anni di pubblico servizio”.
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