America
Anche i ricchissimi faticano: le primarie in salita di Bloomberg
Imprenditore di successo, ex sindaco di New York, stiamo parlando di Michael Bloomberg, molti aspettavano il suo primo dibattito per scoprire di più sulle primarie democratiche. E in effetti il confronto c’è stato, a Las Vegas, prima del voto in Nevada ma non è andata benissimo per lui. Molteplici e pesanti sono stati gli attacchi nei suoi confronti, arrivatisoprattutto da parte di Elizabeth Warren e Bernie Sanders. In particolare, quello che secondo Forbes èl’ottavo uomo più ricco del mondo è stato criticato per la pratica dello “stop and frisk” attuata quando era il primo cittadino della grande mela e con cui la polizia poteva fermare e interrogare persone sospettate di alcuni reati, direttamente per strada. Bloomberg ha provato a giustificarsi dicendo che voleva ridurre la criminalità in città, ma la senatrice del Massachusetts ha ricordato che fu un tribunale a bloccare quella pratica, considerata da molti discriminatoria nei confronti delle minoranze. Questa però non è stata l’unica critica mossa a Bloomberg. Come riporta Cnn, Amy Klobuchar ha posto l’accento sull’uso massiccio di pubblicità televisive, Joe Biden lo ha accusato di essersi opposto all’Obamacare, Bernie Sanders ha ribadito la critica allo stop and frisk, Pete Buttigieg e ancora Warren hanno criticato in maniera nemmeno troppo velata la sua ricchezza. Quest’ultima ha anche fatto riferimento ai presunti accordi di non divulgazione fatti firmare alle sue dipendenti per nascondere molestie e discriminazioni di genere. Eppure, nonostante il dibattito, Bloomberg continua la sua corsa con un obiettivo molto chiaro, battere Donald Trump.
Il suo slogan è “Mike lo farà” e si riferisce proprio alla possibilità di sostituire l’attuale inquilino della Casa Bianca. La strategia di comunicazione prevede continui incontri, un massiccio acquisto di spazipubblicitari televisivi, una vera e propria invasione di meme su Instagram. Gli scambi velenosi di tweet con l’attuale presidente fanno il resto. Dell’uso dei memeha parlato anche il New York Times, che ha reso nota la collaborazione del magnate newyorkese con Meme 2020, una società con persone che gestiscono diversi account molto seguiti, si parla di milioni di follower. Un post sponsorizzato è stato pubblicato da un account Instagram che è una pagina di meme seguito da 2,7 milioni di persone, l’insieme degli account coinvolti ha un pubblico complessivo di circa 60 milioni di follower. I post hanno il format della conversazione, sotto forma di falsi messaggi del candidato. In uno si legge “Sto aspettando i miei meme da così tanto tempo, che ho imparato a farne da solo con photoshop” con tanto di foto di Bernie Sanders. Come specifica ancora il New York Times, questa campagna nasce con l’intento di creare messaggi non convenzionali, creativi e per rendere Bloomberg più ironico agli occhi dell’elettorato. Intanto le primarie continuano. Pete Buttigieg e Amy Klobuchar vorrebbero entrambi presentarsi come l’anti-Sanders per gli elettori democratici moderati. Joe Biden sembrava l’unico in grado di battere Trump alle elezioni ma la sua corsa si sta complicando e Bernie Sanders non sembra poterla spuntare in un’ipotetica elezione contro l’attuale inquilino della Casa Bianca. Il nome forte è dunque quello di Bloomberg? Il dibattito di Las Vegas in realtà dice altro. Ha fatto tornare alla ribalta Elizabeth Warren che in un tweet annuncia di aver raggiunto ben sette milioni di dollari di donazioni prima del voto in Nevada e continua determinata la sua corsa.
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