America

8 sfide per controllare il Senato Usa. Le 3 che i Democratici possono perdere

19 Agosto 2024

Concludo (purtroppo per voi, solo per ora: nei prossimi mesi aggiornerò periodicamente analisi e  previsioni sulle prossime elezioni americane) con questo ultimo articolo l’analisi dei possibili esiti delle elezioni per il rinnovo parziale del Senato USA che si terranno il prossimo novembre.

Il controllo del Senato è decisivo per la possibilità di un Presidente di realizzare le sue politiche: dai voti dei Senatori passano tutte le decisioni importanti..

L’esito della maggior parte delle sfide (26 su 34) è sostanzialmente scontato.
Nelle restanti 8, in 5 sfide il candidato DEM è al momento in vantaggio, anche se l’esito finale è ancora incerto.
Se confermassero le previsioni tutti e 5 i candidati DEM, la composizione del Senato sarebbe: GOP 49 – DEM 48.

Esaminiamo le ultime 3 sfide che, con ogni probabilità assegneranno il controllo del Senato.
Si tratta di 3 seggi tutti al momento controllati dai DEM, ma decisamente – anche se in misura diversa – “a rischio”.
Vediamole nel dettaglio.

Arizona.

Sen. Krysten Sinema si era aggiudicata di misura (+2%) il suo primo mandato nel 2018.
Personaggio molto controverso e dalle molte sfaccettature: moderata, mormone, posizionata a destra nei DEM, ma molto attiva sui diritti LGBT essendo bisessuale. Ha votato contro il salario minimo e contro il Green New Deal di Joe Biden. Apertamente contestata da molti DEM e da molte organizzazioni dello Stato è uscita dal partito nel 2022, dichiarandosi indipendente e ha annunciato di non volere ricandidarsi (anche perché da indipendente e con i DEM apertamente schierati contro di lei non avrebbe avuto alcuna possibilità di vincere).
Le primarie DEM hanno selezionato come candidato Rep. Ruben Gallego, senza opposizioni sostanziali, mentre tra i GOP l’ha spuntata Karl Lake, ex conduttrice televisiva di una rete di Phoenix che nel 2022 aveva fallito per meno di 20.000 voti la nomina a Governatore.
Si tratta di un personaggio molto controverso che, nel 2022, ha fatto la sua campagna sostenendo che Donald Trump aveva vinto le elezioni nel 2020 e che chi ha accettato l’esito di quelle elezioni dovesse essere incarcerato. Come il suo mentore non ha mai ammesso la sconfitta nel 2022: del resto lei si definisce come “la candidata di Donald Trump”.
L’Arizona è uno Stato molto particolare.
Tradizionalmente orientato verso i GOP: fino al 2020, quando  il 46mo Presidente Joe Biden ha vinto le elezioni con una maggioranza dello 0,3% (nelle precedenti 18 elezioni presidenziali il candidato GOP ha vinto ben 17 volte).
Qualcosa è cambiato dopo la morte del Sen. John McCain (eletto in Senato nel 1986 e sempre confermato, fino alla sua morte “in servizio” il 25 agosto 2018, sconfitto dal 44mo Presidente Barack Obama nelle presidenziali del 2008) e l’impegno deciso della vedova Cindy Mc Cain di schierarsi a favore di Joe Biden e dei DEM. Il suo impegno diretto e la “legacy” di Sen. John McCain contro un partito e candidati espressione del 45mo Presidente Donald Trump ha prodotto un deciso cambio di orientamento dell’elettorato: nel 2018 i DEM hanno conquistato il loro primo seggio senatoriale nello Stato dal 1962, nel 2020 oltre alla vittoria del 46mo Presidente Joe Biden nelle presidenziali anche il secondo seggio senatoriale è passato ai DEM (Sen. Mark Kelli, 2020) e nel 2022 i DEM hanno conquistato il Governatore e 3 rappresentanti alla Camera su 9.
I sondaggi – in particolare l’ultimo realizzato dal NY Times nelle giornate precedenti Ferragosto – danno in vantaggio Rep. Ruben Gallego, ma deve essere considerato che – soprattutto dopo la candidatura di Kamala Harris – i sondaggi per le elezioni presidenziali indicano un leggero vantaggio per il 45mo Presidente Donald Trump.

Montana.

Sen. John Tester (2006) si è ricandidato per un quarto mandato.

Il Montana è  uno dei tre Stati (Ohio e West Virginia gli altri due) in cui il 45mo Presidente Donald Trump ha vinto le elezioni sia nel 2016 che nel 2020 (con 16 punti percentuali di vantaggio) a riprova che si tratta di uno stato con forte orientamento GOP.
Alle presidenziali si è sempre imposto il candidato GOP dal 1996 in poi con vantaggi molto netti (dai 10 punti percentuali in su, con l’unica eccezione del 42mo Presidente Bill Clinton, sconfitto di soli tre punti percentuali nel 1996); i repubblicani controllano l’altro seggio al Senato (Sen. Steve Daines, 2014) ed entrambi i seggi alla Camera, esprimono il Governatore ed hanno una solida maggioranza nel legislativo dello Stato.
Sen. John Tester (2006) è un centrista piuttosto moderato che gode di forte popolarità e consenso e guida la Commissione del Senato per gli Affari dei Veterani. E’ sicuramente l’”incumbent” DEM più a rischio di riconferma, considerando che la polarizzazione crescente della società americana sicuramente ridurrà il fenomeno del “voto disgiunto” che è l’unica strada per lui per tornare a Capitol Hill (i sondaggi sul voto presidenziale assegnano i 4 Grandi Elettori dello Stato al 45mo presidente Donald Trump, con un vantaggio di 15 punti).
Il candidato GOP che si è imposto alle primarie (con l’esplicito sostegno di Donald Trump) è Tim Sheehy, ex ufficiale dei marines, imprenditore, fondatore ed ex CEO di un’azienda aerospaziale produttrice di aerei da combattimento.
I sondaggi danno Sheehy in chiaro vantaggio anche se con un margine decisamente inferiore a quello con cui assegnano la vittoria al 45mo Presidente Donald Trump nello Stato delle “shining mountains”.

West Virginia.

Qui le cose per i DEM sono decisamente più complicate. Direi che si tratta di un seggio quasi impossibile da mantenere.
Il punto fondamentale è l’uscita di scena di Sen Joe Manchin (2010), ex Governatore del West Virginia (eletto nel 2004 e confermato nel 2008), candidatosi a Senatore con successo nel 2010 per un seggio vacante e poi riconfermato nel 2012 e nel 2018.
Presidente della importante Commissione Energia e Risorse naturali del Senato, personaggio autorevole e estremamente indipendente – molto in contrasto con la linea DEM in materia ambientale e con solidi legami con le industrie del petrolio e del gas – ha annunciato di lasciare il Senato per dedicarsi ad un impegno attivo per “creare un movimento capace di riunire gli americani”.
Il candidato DEM sarà Green Eliot e dovrà vedersela con il Governatore dello Stato GOP (in carica dal 2016) Jim Justice.
In West Virginia il 45mo Presidente Donald Trump ha vinto ampiamente sia nel 2016 (42% di margine) che nel 2020 (39%) di margine e i sondaggi lo accreditano di un vantaggio netto (+35%) anche nel 2024. Il GOP controlla entrambi i seggi alla Camera ininterrottamente dal 2010 e l’altro seggio senatoriale con Sen. Shelley Moore Capito dal 2014, oltre che la poltrona di Governatore (dal 2016).
Purtroppo per i DEM sembra proprio che non ci possa essere storia e il West Virginia assegnerà il 50mo senatore al GOP.

Concludendo: le previsioni ad oggi e la situazione delle 34 sfide senatoriali indicano che il GOP potrà contare su almeno 50 Senatori con la possibilità di sottrarre almeno un altro seggio (Montana) ai DEM

Al contrario per i DEM nessuna possibilità di conquistare un seggio detenuto dal GOP e, invece, un seggio sostanzialmente perso, 1-2 a rischio e 5 da difendere “con le unghie e con i denti”.

Per i DEM sarebbe già un ottimo risultato riuscire ad  arrivare a un Senato 50-50 (con la maggioranza, quindi, assicurata al partito che vincerà le elezioni presidenziali).

Seguiremo ciò che accadrà nelle prossime settimane.

Nel frattempo due precisazioni sui seggi considerati sicuri nel mio precedente articolo sulle elezioni per il Senato.

La prima riguarda il New Jersey e il Sen. Bob Menendez.

Avevo accennato alla sua vicenda personale. Avvocato, esponente della lobby cubano-americana, in carica dal 2006 (dopo essere stato alla Camera dal 1993 al 2006), presidente della Commissione Relazioni Estere del Senato dal 2021 al 2023, Nel 2015 era stato incriminato con l’accusa di corruzione federale ma la giuria non è stata in grado di raggiungere un verdetto e le accuse sono state ritirate nel 2018.
Nel settembre 2023, Sen. Bob Menendez è stato nuovamente incriminato con l’accusa di corruzione federale per aver aiutato e fornito informazioni sensibili al governo egiziano ed è stato accusato di cospirazione per agire come agente straniero del governo egiziano e, con un successivo atto di accusa, di lavorare anche per il governo del Qatar.
Nel luglio 2024, Menendez è stato dichiarato colpevole per tutti i 16 capi di imputazione nel processo federale per corruzione.
È il primo membro in carica del Congresso ad essere condannato per cospirazione finalizzata ad agire come agente straniero.
Sen. Bob Menendez ha annunciato che domani 20 di agosto si dimetterà dal Senato.

Il Governatore del New Jersey ha annunciato il 16 agosto che in sua vece sarà nominato George Helmy ex capo del suo staff che, dunque, avrà l’onore – sia pure solo fino al prossimo 6 gennaio – di servire come Senatore degli Stati Uniti.

Nulla cambia, ovviamente, quanto alle prossime elezioni che vedranno la conferma del seggio per i DEM con l’elezione a senatore del Rep. Andy Kim.

La seconda riguarda il Maryland ed è semplicemente la correzione di un mio errore.

Avevo indicato la conferma per il suo quarto mandato si Sen. Ben Cardin.

In realtà, l’81enne Senatore, dopo 18 anni al Senato (e prima 20 alla Camera) aveva annunciato lo scorso 1mo maggio il suo ritiro. Mi era scappato!

I DEM perdono un autorevole e rispettato Senatore che ha, nel tempo, ricoperto molti ruoli chiave e si era segnalato per essere il primo ad accusare apertamente il 45mo Presidente Donald Trump come il responsabile dei fatti del 6 gennaio 2021.

Al suo posto – per un seggio che resta comunque sicuro per i DEM – le primarie hanno designato Angela Alsobrooks che, dopo essere stata la prima donna afro americana a diventare Presidente di Contea, sarà la prima afro americana a rappresentare il Maryland al Senato.

In passato è stata Procuratore per lo Stato e ha sempre dichiarato di essersi voluta impegnare politicamente dopo aver letto il libro della procuratrice di San Francisco Kamala Harris che, da allora, l’ha sempre sostenuta nelle sue candidature politiche

 

 

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