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10 volte Tom Brady, la leggenda nuovamente al Super Bowl
Tom Brady è una delle principali icone sportive mondiali. Togliamo pure l’aggettivo sportive. Tom Brady è una delle principali icone mondiali.
Celeberrimo non soltanto tra i patiti di football americano, il quarterback che ha scelto dallo scorso anno di giocare a Tampa Bay, Florida, con i Buccaneers dopo una vita trascorsa a Foxborough, nei pressi di Boston, con i New England Patriots è una di quelle figure che divide sempre, senza avvicinare quasi mai le persone. O lo ami o lo odi.
Chi lo odia, spesso semplicemente lo invidia: per la sua carriera perfetta, per la sua vita perfetta, per la sua moglie perfetta e così via… chi lo ama, invece, o è un tifoso delle squadre ove ha militato o è una persona meno negativa di quelle che stanno nell’altro gruppo.
Una lunghissima serie di record
Domenica prossima, nella notte italiana, l’arzillo quarantatreenne Brady scenderà in campo per la decima volta (record) nel big game, quel Super Bowl che, oltre ad essere la finale del campionato professionistico di football americano – la NFL – è anche l’evento sportivo più importante al mondo. Una volta ogni 4 anni cede questo primato alla finale della Coppa del Mondo di calcio FIFA però, quando tale manifestazione non si tiene, non ce n’è per nessun altro. Anche in Italia la partita riscuote sempre un buon successo di pubblico.
Di Super Bowl, Tom Terrific – questo uno dei soprannomi di Brady – ne ha già vinti 6 (record) e ora insegue il settimo. Sarebbe la prima volta in cui un giocatore riuscisse a trionfare con due franchigie provenienti da due conference diverse – si chiamano così le peculiari sottoleghe interne alla NFL, secondo il classico metodo americano di premiazione a più livelli. Di fronte a lui, a guidare gli avversari Kansas City Chiefs, ci sarà Patrick Mahomes, il volto della NFL. Il promettente quarterback di KC, fenomeno sebbene neanche ventiseienne, è già lo sportivo più pagato nella storia degli sport americani e ha tutte le carte in regola per diventare Tom Brady tra una decina d’anni. Oggi, però, il protagonista della storia è ancora il più anziano tra i due compagni di reparto.
Il padre di Mahomes, sportivo ed ex giocatore di baseball, è un cinquantenne. Il campione che sfiderà suo figlio per l’anello della NFL ha appena sette anni meno di lui. Il divario generazionale tra i due è immenso. Quando Brady vinceva il suo primo Super Bowl, nel 2002, Mahomes stava terminando l’asilo. Eppure l’età non sembra essere un limite per TB12 – altro nickname per Brady.
Appuntamento con la storia
I media americani – ma non solo – stanno ovviamente già vendendo la partita come una sfida epocale, tra il passato della lega e il suo futuro. Escludendo le chiavi tecniche che possono annoiare il profano – i due giocatori rappresentano infatti due diverse concezioni dello sport e differenti modi di giocare nel ruolo – va detto che hanno assolutamente ragione. Non solo. I due timonieri (il quarterback nel football è il cuore della squadra, guida l’attacco ed è dunque responsabile di portare punti sul tabellone) hanno anche reputazione di essere cinici, imbattibili in sfide di questa importanza.
La sfida di domenica notte sarà un vero cruccio per gli scommettitori, dal momento che due delle più importanti regole non scritte relativamente al betting interno al mondo del football sono: mai puntare contro Brady e mai puntare contro Mahomes. D’altra parte, sarà un momento galvanizzante per l’industria del cinema e le sue dirette concorrenti, ovvero le potenze dello streaming, perché un duello come quello cui potremo assistere durante la finale sembra proprio la trama di una pellicola di successo. Non dubito che qualcuno stia già pensando di farne un film. Naturalmente, gran parte del merito va conferito al personaggio Tom Brady.
In un’intervista di qualche anno fa, un cronista della NFL domandò al leggendario quarterback che cosa sarebbe stata la sua vita dopo il football. All’epoca, Brady aveva già raggiunto gli ultimi anni tra quelli che iniziano con il numero 3; si trovava dunque in una stagione dalla vita atletica in cui si comincia a pensare al ritiro e la domanda pareva assolutamente legittima. Avesse saputo allora che Brady sarebbe andato avanti ancora per tutto questo tempo, quel giornalista non gliel’avrebbe sicuramente posta.
Ebbene, il quarterback rispose senza pensarci troppo e disse: “una noia mortale.” Trattandosi di un uomo che ha avuto tutto quel che chiunque possa desiderare dalla vita: celebrità, successo, denaro e una splendida famiglia con una delle donne più belle del mondo, la risposta lasciò tutti interdetti. Oggi, però, quelle parole non stupiscono più nessuno. Basta vederlo giocare, osservare la fame e la grinta che Brady mette in campo ogni maledetta domenica – come direbbe Oliver Stone – per rendersi conto che, davvero, l’età non è che un numero.
Comunque vada a finire il Super Bowl 55 – nel quale i Chiefs e Mahomes sono favoriti – Tom Brady il suo trofeo lo ha già ricevuto, riuscendo a sconfiggere – o meglio, a tenere a bada – il nemico di ognuno di noi: il tempo. Ovviamente neanche Tom Terrific potrà vincere la guerra contro la carta d’identità e prima o poi dovrà arrendersi. Per ora, però, nelle prime battaglie contro l’insidioso nemico, è Brady che si sta dimostrando il generale migliore.
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