Africa
Tajani a Latina: Insoddisfatto.L’Italia non ha raggiunto i risultati sperati
Ospiti importanti nella meravigliosa cornice del Miramare di Latina per la rassegna “Come il vento nel mare”. Al suo secondo appuntamento il festival sostenuto e organizzato da Vito Miceli e Giovanna Cunetta, ideato e diretto da Andrea Alicandro e con la direzione artistica di Massimiliano Coccia.
Discussioni e approfondimenti interessanti con vista mozzafiato e un fresco vento che spettina i capelli, sono gli ingredienti giusti per rendere imperdibile questa rassegna, attraverso la quale i promotori intendono raccontare il tempo presente, coniugando la complessità con la bellezza, la natura con la lettura, il mare con i libri, narrare i cambiamenti epocali del nostro tempo con la leggerezza che, come ha scritto Italo Calvino, non “è superficialità ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”.
E il primo ospite è stato Antonio Tajani, che avrebbe dovuto discutere “Dell’Europa che verrà. Ad un anno dalle elezioni europee quale futuro per il vecchio continente”, ma che alla luce degli ultimi avvenimenti tutto è stato stravolto, dando priorità all’accordo sui migranti. E ovviamente le domande dei giornalisti e di Pierluca Terzulli, vice direttore del tg3, che lo ha intervistato sul palco, non potevano non riguardare il vertice della scorsa notte: ”Non sono soddisfatto per l’Italia perchè non abbiamo raggiunto i risultati sperati. Ma sono soddisfatto invece come presidente del Parlamento perché ci sarà la riforma del regolamento di Dublino e del diritto d’asilo entro l’autunno. Ci sarà un piano Marshall per l’Africa. E 500 milioni per il corridoio libico, anche se servirebbero almeno sei miliardi”. Una grande delusione, insomma e il Presidente del Parlamento europeo racconta di una vigilia piena di tensioni: “Sembrava davvero che tutto volgesse al peggio e che l’Europa esplodesse. Poi si è cominciato a vedere qualche spiraglio e che qualche passo avanti si poteva fare. Siamo riusciti ad inserire la riforma di Dublino, il diritto d’asilo e la prospettiva di crescita del continente africano. Se ne discuterà in autunno, dice. Alla fine si è raggiunto un compromesso, ma i risultati non sono sodddisfacenti per noi, ammette. Abbiamo dovuto cedere a Berlino sull’immigrazione di secondo livello, altrimenti ci sarebbe stata una grossa crisi politica in Germania e se non si fosse raggiunto un accordo sarebbe stata una sconfitta tremenda per tutti, dice Tajani.
Il testo, spiega il Presidente, prevede l’immediato ricollocamento tramite la banca dati. Ma per evitare ulteriori fratture con i Paesi Visegard, abbiamo previsto una fase di trasnsizione che permetterà loro di adeguarsi lentamente. Vi ricordo che i Visegrad non sono certo i nostri migliori alleati. Anzi”
Tra 30 anni, aggiunge, l’Africa avrà il doppio della popolazione, con 2,5 miliardi di persone. Tra siccità e problemi economici, l’unica sopravvivenza per molti sarà l’emigrazione ”.
L’atteggiamento di Conte, che ha voluto mettere un veto e usare una politica muscolare, ci fa rispettare o isolare in Europa?
“ Berlusconi lo ha appena detto: per contare in Europa non servono prove muscolari ma alleanze. Le urla portano voti, ma non risultati”, dice Tajani.
Ma lei non si sente in imbarazzo ad essere alleato di Salvini in Italia e della Merkel in Europa?
“Io non credo nel partito unico del centrodestra. Ma tra l’essere alleato e condividere tutto ciò che dice la Lega ce ne corre. Vi ricordo infatti che noi siamo all’opposizione di questo governo.”
Lei e Draghi, siete le persone più autorevoli che sono fuori dai nostri confini. Come ci vedono gli altri?
“E’ troppo presto per dirlo. Ma comunque non piacciono le dichiarazioni roboanti. Anche Renzi le fece. Sapete perchè abbiamo perso Ema? Perchè eravamo isolati in Europa e avevamo problemi con la Spagna. L’arroganza la paghi”. E aggiunge: “Bisogna essere fermi e credibili. L’Italia negli ultimi anni non ha mostrato una strategia ed è sempre molto disattenta. Non ha una rete efficace. Lì si conta se si è credibili e se si è sempre presenti. Io per esempio che sono lì da 25 anni, sono stato sempre presente. E se ho vinto le primarie ( per la presidenza) è perchè ho chiacchierato poco e lavorato molto”.
Sui provvedimenti tanto sbandierati dal governo, dice che non sono compatibili con i vincoli di bilancio e con le casse italiane. L’italia potrebbe saltare. E se l’Italia salta, diventa devastante per tutta l’Europa. Il tetto del 3 per cento non è un dogma di fede. Ma sforare il tetto per fare altro debito pubblico, è una presa in giro, aggiunge.
Sull’euroscettiscismo che va tanto di moda dice che l’Unione europea ci ha permesso di vivere in pace dalla seconda guerra mondiale in poi. E poi in questa era globale e globalizzata, ci troviamo a fronteggiare giganti come Usa, Urss, Cina e India. Vi immaginate a competere con loro da soli? Certo l’Europa è invecchiata e non fa più sognare. Mancano leader carismatici. Servono riforme e una guida politica efficace. E soprattutto manca un’Europa che decide. Bisogna guardare ai giovani e ridare loro speranza. E dobbiamo smetterla di dire che i sacrifici li dobbiamo fare perchè ce li chiede l’Europa. E’ un messaggio sbagliato.
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