Africa

Soldati di sventura – la piaga insanguinata dell’Africa Nera

13 Marzo 2021

(Inchiesta di Gelena Katova e Paolo Fusi) – Sono più di due milioni. L’esercito più grande che il mondo abbia mai visto. Non difendono la propria patria, ma sono soldati in affitto, la maggior parte dei quali serve nell’Africa a sud dell’Equatore (l’Africa nera, o sub-sahariana), nel Medio Oriente, o come truppa speciale al soldo di qualche dittatore. Non sono degli irregolari, ma dei dipendenti di aziende regolarmente registrate, che pagano le tasse ed il fondo pensione – per chi arriva alla vecchiaia. Sono induriti da decenni di massacri, non conoscono pietà o compromessi. Sono l’immagine stessa della ferocia e si nutrono del sangue, dei soldi e della paura altrui.

L’azienda più imponente, tra queste, si chiama G4S Global, ha sede a Londra[1], ma i suoi proprietari, sconosciuti al pubblico, sono nascosti dalla holding G4S Secure Solutions Inc. Wilmington (Delaware, USA[2]), che è presente in 125 nazioni con 625’000 tra consulenti politici, spie, soldati, tecnici ed ufficiali[3]. Ovviamente ha una pessima reputazione, fra le altre cose perché fa lavorare come schiavi i clandestini arrestati dalla polizia americana[4] e perché i suoi cadetti sono colpevoli, nelle aree circostanti le basi di addestramento, di stupri, pedofilia, ed altri atti di violenza[5].

Nell’infinito campionario di orrori del settore, G4S si è fatta notare per migliaia di intercettazioni telefoniche illegali[6]; per aver dato un passaporto, uno stipendio ed un’arma all’ex jihadista Omar Mateen che, nel giugno del 2016, ha compiuto una strage (49 morti e 53 feriti) in un bar frequentato da omosessuali ad Orlando, in Florida[7]; per avere organizzato, armato e difeso militarmente una rivolta nel carcere di Birmingham, allo scopo di far fuggire un detenuto evidentemente speciale[8]. Un quadro desolante di impunità e di incapacità, specie da parte dei governi americani, di sconfiggere un mostro che proprio loro hanno creato nel secondo dopoguerra, assumendo molti soldati sia alleati che nazisti che avevano ancora voglia di menar le mani[9].

Executive Outcomes: truppe d’assalto per le multinazionali

Marzo 1993: Foto di gruppo dei mercenari di Executive Outcomes impegnati nella guerriglia angolana per liberare i pozzi di petrolio delle multinazionali[10]
Con il passare degli anni, le truppe che, inizialmente, venivano controllate e dirette da singoli Stati nazionali, come la Legione Straniera[11], vengono privatizzate. Perché gli Stati sono legati da trattati internazionali e la pace, negli anni della Guerra Fredda, è un equilibrio sottile che non va compromesso; perché i Parlamenti nazionali fanno troppe domande dettagliate sulle attività di queste truppe, e col passare degli anni l’escalation tecnologica fa lievitare i costi alle stelle; perché gli eserciti nazionali non possono essere schierati in campo a difesa di interessi particolari senza creare un incidente diplomatico internazionale e senza poter garantire di avere un’efficiente unità speciale che non tenga in nessun conto il trattamento dei civili nelle zone d’ingaggio[12].

Executive Outcomes SA Hatfield (Sudafrica)[13], infatti, la prima grande sigla della guerra privatizzata, diventa una multinazionale non per mano degli ex soldati, ma su iniziativa dei gruppi petroliferi che lavorano in Africa, coordinati dal fondatore del gruppo canadese Heritage Oil[14]. Dopodiché, naturalmente, i suoi dipendenti sono tutti assassini di lungo corso con grande esperienza in massacri e torture: il direttore generale, Luther Eeben Barlow, è un ex tenente colonnello delle unità speciali dell’esercito dell’Apartheid, con alle spalle decenni di persecuzioni di oppositori al regime e di partecipazioni ad insurrezioni pilotate nel Congo, in Angola, nella Sierra Leone ed in Namibia[15].

Barlow chiama i suoi amici di sempre: il suo Stato Maggiore, composto dal Capitano Michael Mullen e dal Capitano Simon Mann, il Maggiore Lafras Luitingh (l’ufficiale addetto al reclutamento delle spie dei servizi segreti sudafricani), il Capitano Niclaas “Nick” Van den Bergh (ufficiale paracadutista), Michael Grunberg (fiduciario, responsabile per l’occultamento dei fondi delle forze speciali sudafricane)[16] e, unico straniero, Anthony Leslie Rowland “Tony” Buckingham, ex ufficiale dello Special Boat Squadron britannico[17] e, da qualche anno, imprenditore petrolifero con la Sabre Petroleum[18] – una società fondata dai fratelli Naushad e Nurdin Jivraj, che a quei tempi guidavano una società, la UAE Investment Fze Abu Dhabi[19], liquidata nel 2011 dopo una serie di arbitrati internazionali dall’esito negativo[20].

Fin dall’inizio, oltre ad occuparsi del regolamento dei conti tra alti ufficiali, spie e faccendieri dell’Apartheid morente[21], Executive Outcomes non cerca clienti nei governi, ma nel management delle aziende impegnate nello sfruttamento minerario e petrolifero dell’Africa Nera – aziende con enormi problemi di sicurezza, perché operano in zone di guerra e non possono essere difese dall’esercito locale, perché è fatiscente e non è in grado di controllare il territorio[22].

Il primo grosso incarico arriva nel 1993, dalla canadese Ranger Oil Ltd. Calgary (oggi acquisita dalla Canadian Natural Resources Ltd. Calgary[23]), che ha una licenza del governo angolano (per il 25% del Block 16 e del Block 19) pagando costose tangenti ed avendo alle spalle il Presidente George Bush, che ricatta la MPLA del Presidente José Eduardo Dos Santos, nel bel mezzo della guerra civile, e che ha imposto alcuni contratti di sfruttamento petrolifero[24]. Executive Outcomes fa parte dello stesso accordo e coordina le truppe della MPLA[25], sicché Ranger Oil, insieme a Heritage Oil, con cui condivide le licenze, assume EO per difendere le proprie installazioni[26].

Nessuna sorpresa: Heritage Oil è la società petrolifera fondata da Tony Buckingham, già socio di Executive Outcomes[27], ed è proprio Buckingham colui che permette a Executive Outcomes di fare il salto di qualità ed ottenere un altro contratto da parte del governo angolano (pagato dall’azienda petrolifera di Stato, Sonangol, in parte direttamente a Heritage Oil[28]) e, immediatamente dopo, un contratto da parte del governo della Sierra Leone, guidato dal giovanissimo Presidente Valentine Strasser, che non aveva un esercito regolare da opporre al RUF (Revolutionary United Front)[29] – l’esercito mercenario guidato dal Presidente liberiano Charles Taylor e finanziato in parte dalla CIA, la cui unica occupazione era di massacrare interi villaggi nelle vicinanze di miniere di diamanti e depredare le risorse minerarie dell’intera Africa Occidentale[30]. Il contratto lo firma Tony Buckingham, personalmente, annunciando che pagherà lui i costi dei suoi mercenari in cambio della promessa scritta di ottenere la licenza di sfruttamento delle miniere di diamanti[31].

Tony Buckingham, petroliere e predone

Anthony Leslie Rowland “Tony” Buckingham[32]
Di lui non si conosce nemmeno la data di nascita. Quando, alla fine degli anni 90, è oramai divenuto un multimilionario, ed i rotocalchi lo fotografano sul suo lussuoso yacht, la stampa inglese ottiene da lui una data ufficiale, quella del 28 novembre 1951, che poi si rivela essere falsa[33]. I reporter inglesi scoprono che aveva iniziato da ragazzo a lavorare come subacqueo nel Mare del Nord ed a guadagnare soldi riparando le piattaforme petrolifere, dopodiché lo hanno assunto la Ranger Oil e la Premium Oil, di modo che Tony ha iniziato a studiare da trader del petrolio e dei servizi di sicurezza[34].

Negli anni 90, mentre inizia a collaborare con Executive Outcomes, ha già fondato la Sabre Petroleum, poi la Branch Energy Ltd. Nassau[35], in cui lui mette il proprio lavoro e contatti, ma i soldi appartengono alla DiamondWorks Ltd. Vancouver (che oggi si chiama Energem Resources[36]), una società tra i cui azionisti c’è Simon Mann della Executive Outcomes[37]: sui contratti di queste due aziende canadesi pesa il sospetto di essere stati ottenuti illegalmente (in Sierra Leone, in Angola, nel Lesotho ed in Venezuela), il che, nel 2000, porterà i fondatori a vendere l’azienda[38].

Contestualmente, Buckingham fonda la sua prima società di sicurezza, la Sandline International Ltd. London, in società con Simon Mann e con il Tenente Colonnello inglese Tim Spicer, un veterano della guerra delle Falkland che, più tardi, finirà nei guai dopo che due suoi soldati, di pattuglia a Belfast, avevano ammazzato un passante disarmato e, in conseguenza di questo atto, erano stati condannati all’ergastolo[39]. Spicer riuscirà a farli graziare e portarli con sé, come mercenari, in Iraq[40], in servizio per la sua nuova azienda, la Aegis Defence Services, che è tuttora una delle più quotate aziende di business intelligence e servizi militari del mondo[41].

La Sandline finisce presto nei guai: messa sotto contratto dal Primo Ministro di Papua Nuova Guinea, Julius Chan, i mercenari di Spicer e Buckingham soffocano nel sangue il movimento indipendentista dell’isola di Bouganville[42], il che porterà la comunità internazionale e perfino l’esercito di Papua a detronizzare Chan ed arrestare Spicer[43]. Lo scandalo internazionale è enorme, e coinvolge persino il Primo Ministro inglese Tony Blair, accusato di aver saputo e taciuto sulla natura del contratto[44]. Contestualmente, Sandline viene accusata di aver violato l’embargo sulle forniture d’armi ai Warlords che si combattono nella guerra civile della Sierra Leone[45], e più tardi anche nello Zimbabwe e nella Guinea Equatoriale[46].

Dapprima le ONG, poi anche le Nazioni Unite, ed infine la magistratura di diversi Paesi africani, iniziano a rovistare nell’intreccio oscuro di traffici orchestrati ora da Executive Outcomes, ora da Sandline International, ora da DiamondWorks, e scoprono che, in molte occasioni, questa galassia di società agisce in realtà come un unico gruppo industriale e commerciale. La strategia è chiara: vendere armi e servizi militari a possibili futuri dittatori in cambio di licenze di sfruttamento minerario e petrolifero – un’offerta cui i Warlords dell’Africa Nera, che non hanno sufficienti fonti di sovvenzionamento finanziario, non possono rinunciare[47].

Nel momento in cui l’attenzione degli osservatori internazionali si focalizza su questi nomi, il gruppo decide di cambiare volto. Nel 1993, un mercenario portoghese, con alle spalle una carriera al soldo dei servizi segreti dell’Apartheid, Antonio Carlos Guedes “Tony” Teixeira, aveva fondato la Sir Trading (Pty) Ltd. Bedfordview[48] (il quartiere dei bianchi ricchi al confine della Municipalità di Johannesburg), una holding di oltre venti aziende attive nel traffico d’armi, nel trading dei diamanti, nel commercio agroalimentare, nella logistica, nel commercio d’autoveicoli, nell’immobiliare e dell’aviazione civile[49].

26 gennaio 2004: Sheikh Maktoum Hasher Maktoum Al Maktoum, Brian Menell ed Antonio Teixeira all’atto della forma del contratto tra la scuderia automobilistica Lola e la A1 Grand Prix Fze Abu Dhabi[50]
Nel luglio del 2002, Sir Trading compra il 12,1% di DiamondWorks e l’80,1% di Otterbea International (Pty) Ltd. Bedfordview (che era fin dal 1964 la società di copertura dei traffici dei mercenari dell’Apartheid), e riunisce quindi tutti coloro che avevano lavorato come partner dei servizi segreti sudafricani negli anni 80 sotto un unico tetto, dando superficialmente l’impressione che DiamondWorks e le società ad essa collegate abbiano cambiato padrone e, quindi, strategia commerciale[51].

Purtroppo è vero il contrario. Poche settimane dopo, tramite una sua società offshore, la Lyndhurst Ltd. St. Peter Port (Guernsey)[52], Teixeira acquisisce la maggioranza assoluta di DiamondWorks e finisce nei guai: le truppe dell’ONU lo prendono in flagranza di reato mentre lui, insieme al famoso mercante d’armi russo Victor Bout[53], rifornisce d’armi i ribelli dell’UNITA, dando il via alla quarta fase della guerra civile angolana[54]; uno dei suoi manager viene rapito, e poi ucciso, proprio dai miliziani dell’UNITA, che hanno capito come DiamondWorks stia facendo il doppio gioco e lavori anche per la MPLA[55].

I topi abbandonano frettolosamente la nave: gli ufficiali della Executive Outcomes fondano la STTEP International Ltd. Gibraltar[56] (STTEP è l’acronimo di Specialised Tasks, Training, Equipment & Protection International), che parte con un lucrativo contratto, tuttora in essere, con il governo nigeriano, allo scopo di combattere le milizie jihadiste di Boko Haram[57]. Antonio Teixeira continua con la DiamondWorks e ne trasferisce l’attività principale negli Emirati Arabi Uniti[58]. Tony Buckingham sposta l’attività principale di Heritage Oil in Uganda[59] ed apre una nuova società di security ed affitto mercenari, la Saracen International Ltd. Kampala.

Saracen International, Abu Dhabi ed il business dei pirati

La divisione in cinque aree amministrative della ex-Somalia: Somaliland (arancio), Puntland (celeste chiaro), Galmudug (verde chiaro), Area del Governo Federale di Transizione (azzurro) e Consiglio Islamico (verde scuro)[60]
Tra il 2008 ed il 2013, qualunque nave attraversasse il Golfo di Aden – tratto di mare necessario per attraversare il Canale di Suez e navigare quindi tra l’Europa e l’Asia – correva il pericolo di essere attaccata dai pirati somali[61]. Costoro, per la maggior parte pescatori che hanno perduto i mercati di riferimento dopo l’implosione della Somalia, oppure ex militari di uno qualunque degli eserciti in campo durante la guerra civile somala, scelgono questa strada per sopravvivere e, dopo aver ottenuto dei successi stupefacenti[62], si sono organizzati in gruppi efficienti, bene armati, collegati a gruppi politici (come Al-Qaeda[63]) che erano in grado di aiutare i pirati a trasformare in denaro il riscatto originato dalle loro azioni[64].

Per la CIA e molte altre organizzazioni di intelligence attive nel Corno d’Africa la battaglia contro i pirati è un’occasione da non perdere per poter impegnare gli ex soldati USA ed i tantissimi mercenari che avevano combattuto in Iraq ed in Afghanistan e che, tradizionalmente, venivano addestrati in Uganda, dove gestivano anche prigioni irregolari per torturare gli jihadisti catturati sul campo – con la differenza che ora, trattandosi di una guerra non ufficiale, ogni mercenario sul campo può aspirare ad investire i propri guadagni nel mercato delle armi, del petrolio, delle risorse minerarie – e gli Stati Uniti hanno sempre negato di avere saputo di questo sviluppo[65].

Saracen International, nel marzo del 2010, era stata messa sotto contratto per costituire la guardia personale dell’ex Presidente Abdulkareem Jama, e poi, il 18 novembre di quell’anno, il contratto è stato modificato: la controparte di Saracen diventa il governo del Puntland, con soldi prestati dagli Emirati Arabi Uniti[66]. Il debito verrà pagato, alla fine della crisi, con la concessione alla ENOC Emirates National Oil Company Fze Dubai delle licenze di sfruttamento di giacimenti di olio e gas scoperti nel Puntland[67] e che, nell’autunno del 2010, erano ancora nelle mani di un leader ribelle musulmano, Mohamed Said Atom, alleato dei pirati e dei jihadisti di Al-Shabab[68].

La neonata Saracen International si candida ad addestrare gli eserciti delle varie amministrazioni territoriali nate dall’implosione della Somalia, e grazie alla mediazione delle autorità degli Emirati Arabi Uniti, ottiene un contratto per l’addestramento di una truppa di 1050 uomini, specializzata nella lotta ai pirati, che fa parte dell’esercito del Puntland – una delle divisioni territoriali del paese, che da oltre vent’anni fa parte della sfera d’influenza politica e militare di Riyadh e di Abu Dhabi e dell’area di investimento commerciale della Cina[69].

Miliziani della Saracen International a difesa degli interessi petroliferi degli Emirati Arabi Uniti nel Puntland[70]
Un’influenza che, oggi, è divenuta fatale, dato che il nuovo governo federale, insediato meno di dieci anni fa[71], che finalmente riunisce tutti i territori, ha deciso di restare neutrale in tutte le controversie internazionali, suscitando la rabbia degli Emirati, che cercano di costringere Mogadiscio a prendere posizione contro il Qatar[72], intervenendo militarmente nel tentativo di influenzare con le armi il voto democratico del popolo somalo[73].

Ma torniamo al 2009. L’incarico di formare ed addestrare questi 1050 uomini viene dato a due soci di Saracen International, Michael Shanklin e Pierre Richard Prosper[74]. Shanklin è l’ex Vicedirettore della stazione CIA di Mogadiscio che, essendo andato in pensione nel 2011, ha raggiunto Buckingham e gli altri nella costituzione di Saracen ed ha ricevuto l’incarico di preparare le truppe del Puntland alle missioni di intelligence[75], usando alcuni ufficiali assunti dopo aver disertato dall’Armata dell’Unione Sovietica[76].

Prosper è il figlio di due rifugiati politici haitiani che, addestrato a New York[77], era un componente dello staff di consulenti militari del Presidente George W. Bush[78] e, successivamente, era stato nominato procuratore del Tribunale Internazionale sul Ruanda[79]. In quella sede è stato scelto dal governo di Kigali some consulente legale per le questioni di politica internazionale[80]. Su incarico del governo di Abu Dhabi, Prosper ha svolto il lavoro di mediatore per la liberazione di molti musulmani detenuti illegalmente a Guantanamo[81].

Sarà lui, qualche anno più tardi, a causare il fallimento della Saracen[82]: oltre ad armare i 1050 mercenari del Puntland, provvedeva anche ad armare i pirati[83] in accordo con la famigerata Blackwater di Erik Prince[84]. Gli osservatori delle Nazioni Unite hanno dimostrato che gli equipaggi di due navi in forza alla Saracen (la Eaton e la Seafarer), facevano regolarmente scalo a Gibuti per caricare armi, vendute dal governo locale[85], destinate ai pirati somali e ad altri gruppi militari ribelli del Corno d’Africa – un’operazione il cui scopo era quello di creare, con i soldi degli Emirati Arabi Uniti, il più forte esercito dell’intera regione, capace di controllare non solo la Somalia ma anche le nazioni circostanti[86]. A quel punto, Abu Dhabi ed i suoi alleati hanno dovuto smettere di addestrare l’esercito del Puntland[87]. Da quel momento in poi, le pressioni esercitate dai Paesi del Golfo sono passate attraverso la mediazione del Kenya, che ha spesso mandato truppe in Somalia per definire i futuri equilibri politici e tribali della neonata Repubblica Federale[88].

Le strabilianti biografie dei mercenari del Puntland

Le forze mercenarie della Saracen International si preparano allo scontro a fuoco con i pirati somali[89]
La qualità dei mercenari di Saracen International è davvero impressionante:

● L’inglese Craig Andrew Shaw è un ex sergente della Marina Britannica che ha lavorato prima per Triskel (una società parallela guidata da Massimo Cauci e Gilles Capelle) e poi, dopo che essere stato preso con le mani nel sacco mentre forniva armi agli eserciti ribelli[90], è passato a fare lo stesso per Saracen International[91]. Fino al 2019, quando la società è stata liquidata[92], Shaw è stato amministratore ed azionista di maggioranza di Saracen International Ltd. Stockport[93]. Intorno a questa società, Shaw ne ha fondate altre con attività simili: a) la XTP International Ltd. Stockport[94]; b) la Securex UK Ltd. Manchester (fondata nell’ottobre del 2001 e liquidate nell’aprile del 2016[95]; c) la Sax Media Ltd. Stockport, fondata nel gennaio 2013 e liquidata nell’aprile del 2016[96]; d) la Autonomous Vehicles International Ltd. Stockport[97], fondata nel luglio del 2006 e tuttora attiva[98].

● La sua assistente Gail Lesley Clough, collega di Shaw nell’amministrazione delle società inglesi[99], proveniente da Kestrel Aerospace Ltd. Stoke on Trent (Kestrel Group – Australia)[100], dove lavorava ad un progetto di sviluppo per un aereo monoposto a decollo verticale[101], e che oggi amministra un’altra società di Shaw, la Amber Business Investments Ltd. Manchester[102].

● Willem Hendrik “Bill” Pelser[103], dopo aver combattuto per anni in Angola[104], dall’agosto del 1995 è il capo della Saracen Uganda Ltd. Kampala[105] e della Saracen International SAL Beirut, cui gli Emirati Arabi Uniti pagano 50 milioni di dollari all’anno[106]. Ex ufficiale delle forze speciali sudafricane, è tuttora il capo della BRZ International Ltd. Nevis (i cui uffici sono a Pretoria)[107]; per la BRZ Uganda Ltd. Kampala Pelser ha combattuto in Congo[108] (prima che subentrasse la Saracen Uganda[109]), in Kenya, in Tanzania[110] ed in Sudan[111]; la ICV International Collective Ventures Africa SA[112] (con sedi a Lubumbashi, Kampala, Lusaka e Johannesburg)[113], che controlla decine di società sparse per il globo[114], precedentemente appartenenti al gruppo Saracen[115], tra cui la E-Talk Ltd. Pretoria[116] e la Top SIG SA Lubumbashi[117]. Questo gruppo di aziende, il cui maggiore cliente è il governo degli Emirati Arabi Uniti[118], è ancora attivo, e nei tribunali di mezza Africa si combatte per sapere chi ne sia attualmente il vero proprietario[119].

● Alexander “Mahuta” Akandwanaho[120], è colui che ha portato i contratti milionari con WFP, Total E&P, NSSF, Stanbic Bank e DFCU Bank ed è il fondatore della Assured Partners Insurance Brokers Ltd. Kampala[121]. È il figlio del generale Caleb “Salim Saleh” Akandwanaho, fratello e consulente militare del Presidente Yoweri Museveni[122], dopo aver trafficato armi durante la seconda Guerra del Congo[123]. Nel 1998 è stato coinvolto nell’acquisto di rottami spacciati per elicotteri militari (1998) per cui ha percepito 800’000 dollari di commissioni[124]. Ma è anche stato il socio di Craig Shaw nella già descritta fornitura d’armi ai ribelli somali[125].

● Uno dei migliori cecchini della Saracen, l’ex sottufficiale dell’esercito sudafricano Lodewyk Pietersen, che faceva entrare le armi per i pirati e gli eserciti irregolari che combattevano sul territorio somalo attraverso l’Uganda, il Sudafrica e gli Emirati Arabi Uniti e la società Bancroft Global Development Inc. Falls Church (Virginia, USA)[126], il cui delegato in Somalia era il mercenario francese Richard Rouget[127], poco dopo la conclusione dell’incarico in Somalia viene ucciso in un conflitto a fuoco, in Sudafrica, nell’aprile del 2012[128].

Da sinistra: Bill Palser, il Generale Caleb “Salim Saleh” Akandwanaho, Pierre Richard Prosper e Massimo Cauci

● Lafras Luitingh, coordinatore delle azioni militari di Saracen International[129], un ex ufficiale delle forze dei torturatori dell’Apartheid (Civil Cooperation Bureau)[130] che è l’uomo che ha stretto i contatti tra Erik Prince ed i mercenari della Saraceni con la famiglia reale degli Emirati Arabi Uniti[131]. Con I soldi guadagnati nelle guerre d’Africa, oggi Luitingh è divenuto un imprenditore multimilionario della logistica in Australia[132]. Oggi ha la nazionalità Australiana, ma è lo stesso inseguito dalla magistratura americana, che vuole processarlo per le sue attività in Africa degli ultimi 30 anni[133], soprattutto per le malefatte rimproverate alla sua prima società, al Executive Outcomes[134]. Più recentemente, Luitingh è stato considerato responsabile per l’assunzione delle feroci guardie armate della società mineraria canadese Barrick Gold nel massacro dei nativi di Papua Nuova Guinea[135].

● Massimo Cauci è un italiano con molti anni di servizio nella Legione Straniera francese, molti dei quali spesi a far la guardia alla centrale nucleare di Mururoa (Tahiti), prima di andare a combattere in Ciad, nel Sudan, a Gibuti ed infine come addestratore durante il colpo di Stato con cui Laurent-Désiré Kabila ha detronizzato Mobutu[136]. Dopo quella guerra sanguinosa, Cauci ha presentato le dimissioni ed ha lavorato come bodyguard degli ambasciatori dell’Unione Europea in Burundi[137], ha preso casa a Brighton, ha lavorato come guardia nei trasporti corazzati dei gioiellieri italiani ed arabi, poi degli oligarchi russi[138]. Nel novembre del 2008 fonda la Triskel Services Ltd. London[139] e la relativa holding[140], la Triskel International Ltd. London[141], che assumono molti mercenari provenienti da Executive Outcomes e dal gruppo Blackwater[142]. A partire dal 2013, Triskel apre anche una filiale a Roma ed una nuova società londinese[143], ed inizia ad assumere anche i fucilieri dell’unità speciale della Brigata San Marco – una delle forze d’élite della NATO[144] – e, in ragione di queste nuove assunzioni, ottiene una licenza della Confindustria e prende il posto di Saracen International in Somalia e nelle navi che attraversano il Golfo di Aden[145].

● Gilles Capelle è il capo dell’ufficio di Gibuti del Gruppo Triskel ed è un ex paracadutista della Marina francese e, successivamente, dei servizi segreti (DGSE)[146]. Parallelamente svolge anche un’intensa attività di animalista nella sezione del Ruanda della WCS Wildlife Conservation Society[147], e collabora con un’altra azienda di sicurezza globale, la Sovereign Global Solutions[148] nel campo della difesa contro i pirati[149].

● Mentre gli addestratori della Saracen International sono impegnati nel Puntland, un altro miliziano, Liban Mohammed “Ottavio” Ahmed, titolare della Southern Ace Ltd. Hong Kong[150], insiame al suo socio Paul Calder Le Roux, sta cercando di prendere il potere nell’area di Galmudug, organizzando un altro esercito di 220 mercenari, pagato con il traffico d’oppio, cocaina e dagga (una qualità di marijuana sudafricana)[151]. Le Roux, un ex soldato dello Zimbabwe, emigrato in Australia e poi scappato a causa di traversie economiche, lasciando moglie e figli a Sydney, è noto anche con gli pseudonimi di Bernard John Bowlins e John Smith[152]. Prima di lavorare con Saracen International e Southern Ace, era attivo nelle Filippine, in Corea del Nord, in Mozambico, in Sudafrica (con il contrabbandiere d’oro Doron Zvi Shulman) nella Repubblica Democratica del Congo, in Mali (con un altro uomo della Saracen, l’ex marines americano Joe Hunter) e, quando arriverà in Somalia, si porterà il suo collaboratore più fedele, l’ex ufficiale dell’esercito belga Erwin Bockstaele, ed un miliziano bulgaro, Ivan Vaclavic (noto anche come Maros Deak)[153].

Quando finalmente è caduta la maschera

Mercenari colombiani, ex miliziani dei cartelli della droga, assunti dalle società di sicurezza che si sono trasferite negli Emirati Arabi Uniti ed inviati a combattere nello Yemen[154]
La fine disastrosa dell’impegno in Somalia e nel resto dell’Africa Subsahariana non ha portato con sé la fine delle attività dei mercenari che, negli ultimi 30 anni, hanno combattuto per Executive Outcomes, per Blackwater, per Saracen International o una qualunque delle altre sigle fin qui descritte. La Saracen stessa ha liquidato le società troppo conosciute, ed ha registrato una nuova azienda, la SCS Sterling Corporate Services Fze Dubai[155]. Visto che i responsabili della logistica di quegli anni sono tutti morti o sono in prigione, gli Emirati hanno anche fondato una loro compagnia aerea, specializzata nel trasporto armi e truppe, la Ska Air & Logistics Fze Dubai[156].

È caduta la maschera, ed ora il governo di Abu Dhabi non sente più il bisogno di nascondersi: i suoi mercenari, assunti a migliaia nell’ultimo decennio, forniscono le truppe per i servizi segreti che reprimono l’opposizione politica interna, per le azioni di guerra all’estero (come nello Yemen), per il sostegno di dittature amiche (come in Egitto), per preparare forze d’invasione nel caso in cui gli Emirati e l’Arabia Saudita dovessero decidere di trasformare l’attuale Guerra Fredda del Golfo Persico in un conflitto armato[157].

Si tratta di una situazione estremamente delicata, che l’umanità non conosceva più dai tempi delle monarchie medievali, quando i soldati di ventura decidevano le sorti della politica europea. Non esistendo ancora Stati nazionali consolidati, gli eserciti più forti erano quelli del ducato, della signoria, del principato che fossero stati in grado di pagare le truppe migliori ed armarle in modo più efficiente. Già nel 1700, l’introduzione della ferma militare aveva dato forza maggiore agli eserciti dei paesi con una popolazione più numerosa.

Siamo tornati indietro di 500 anni, ma con degli eserciti altamente tecnologici e specializzati. Una situazione estremamente pericolosa: se, nello sport, i paesi ricchi investono i mercenari migliori, più talentuosi ed atletici, nella guerra valgono regole simili, ma con effetti molto più nefasti. Naturalmente, né i russi, né gli americani possono lamentarsi, adesso, perché questo gioco lo hanno inventato loro, e sono loro che lo hanno finanziato negli anni della Guerra Fredda. Sono sempre loro, ancora oggi, a vendere i prodotti migliori, e lo fanno volentieri. Ma non sfugge a nessuno che, nel recente passato, nemmeno la Germania di Adolf Hitler e l’Unione Sovietica di Josip Stalin avessero permesso una concentrazione tale di potere nelle mani di una sola persona, come è oggi nel paesino di Mohammed Bin Zayed Al-Nahyan.

 

[1] https://www.g4s.com/
[2] https://opencorporates.com/companies?jurisdiction_code=&q=g4s+secure+solutions&utf8=%E2%9C%93
[3] https://www.mic.com/articles/40307/5-of-the-world-s-most-elite-mercenary-armies
[4] https://www.theguardian.com/uk-news/2014/aug/22/immigrants-cheap-labour-detention-centres-g4s-serco
[5] https://www.miamiherald.com/news/state/article168011957.html ; https://www.theguardian.com/society/2015/may/20/misconduct-youth-jail-rainsbrook-ofsted-g4s ; https://www.theguardian.com/society/2016/oct/21/managers-g4s-medway-youth-jail-paid-bonuses-despite-failings
[6] https://www.theguardian.com/uk-news/2016/may/23/g4s-police-control-room-staff-suspended-claims-bogus-999-calls-lincolnshire-force
[7] https://www.nytimes.com/2016/06/15/us/orlando-shooting.html ; https://www.chicagotribune.com/nation-world/ct-orlando-nightclub-shooting-20160614-story.html
[8] https://www.theguardian.com/uk-news/2016/dec/19/g4s-must-pay-for-cost-of-birmingham-prison-riot-says-liz-truss ; https://www.ibtimes.co.uk/rioters-hmp-birmingham-will-face-full-force-law-1597011
[9] Akbarali H. Thobhani, “The Mercenary Menace”, in “Africa Today”, Vol. 23/3, Indiana University Press, Bloomington (Indiana) 1976, pages 61-68, see also in https://www.jstor.org/stable/4185619?seq=1
[10] https://www.youtube.com/watch?v=01I5GdAhBDU
[11] Erwan Bergot, “La Légion au combat : de la Grande guerre à nos jours”, Librairie générale française / Hachette Livre, Paris 1995 ; Anthony Clayton, “Frontiersmen: Warfare In Africa since 1950”, Routledge, London 1998
[12] Anthony Mockler, “The New Mercenaries: The History of the Hired Soldiers from the Congo to Seychelles”, Paragon House Publishers, New York 1987;  https://web.archive.org/web/20081224002931/http://www.unhchr.ch/html/menu2/7/b/mercenaries/documents.htm
[13] https://b2bhint.com/en/company/za/executive-outcomes–B1989038663
[14] 1998.05.13 The Independent on Tony Buckingham; https://moneyweek.com/30983/profile-of-tony-buckingham-of-heritage-oil-46336 ; https://www.theguardian.com/business/2011/nov/13/heritage-oil-chief-tony-buckingham
[15] https://web.archive.org/web/20071229125418/http://www.galago.co.za/CAT1_025.htm ; 1993.03.13 The Guardian on Eeben Barlow; Gabriella Pagliani, “Il mestiere della guerra: dai mercenari ai manager della sicurezza”, in “Società e politica”, Vol. 65, Franco Angeli Editore, Milano 2004, pages 57-60
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[17] https://link.springer.com/chapter/10.1007/978-1-349-27708-7_11 ; https://www.independent.co.uk/news/mi6-backed-africa-coup-1176189.html
[18] https://opencorporates.com/companies/gb/02112749
[19] https://www.independent.co.uk/news/will-tony-buckingham-be-the-next-tiny-rowland-1169349.html ;
[20] https://globalarbitrationreview.com/the-chilling-effect-of-jivraj-0 ; https://www.bailii.org/uk/cases/UKSC/2011/40.html
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[22] Guy Arnold, “Mercenaries. The Scourge of the Third World“, St. Martin’s Press, New York 1999, page 117; Khareen Pech, “Executive Outcomes – a corporative Conquest “, in: Jakkie Cilliers, Peggy Mason, “Peace, Profit or Plunder?: The Privatisation of Security in War-Torn African Societies“, ISS Institute for Security Studies, Pretoria 1999, pages 83–109
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[24] https://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/etudes/join/2011/433768/EXPO-DEVE_ET(2011)433768_EN.pdf, page 29 ; https://www.hrw.org/report/2004/01/12/some-transparency-no-accountability/use-oil-revenue-angola-and-its-impact-human# ; https://www.osti.gov/etdeweb/servlets/purl/20836232, pages 93-97
[25] Peter Warren Singer, “Corporate Warriors. The Rise of the Privatized Military Industry“, Cornell University Press, Ithaca/London 2003, pages 107-109
[26] https://press.armywarcollege.edu/parameters/vol29/iss2/1/ ; https://www.hsdl.org/?abstract&did=484689
[27] https://moneyweek.com/30983/profile-of-tony-buckingham-of-heritage-oil-46336
[28] Peter Warren Singer, “Corporate Warriors. The Rise of the Privatized Military Industry“, Cornell University Press, Ithaca/London 2003, pages 107-109
[29] https://www.independent.co.uk/news/world/the-boys-try-to-do-a-man-s-job-richard-dowden-in-freetown-reports-on-the-young-officers-who-hold-power-in-sierra-leone-1506336.html ; http://www.sierra-leone.org/Archives/slnews0196.html ; https://www.buzzfeednews.com/article/monicamark/what-do-you-do-with-your-life-after-youve-already-been-the-w ; https://www.newstatesman.com/africa/2012/01/sierra-leone-strasser-war
[30] Ibrahim Abdullah, “Bush Path to Destruction: The Origin and Character of the Revolutionary United Front/Sierra Leone”, in “The Journal of Modern African Studies”, Vol. 36/2, Cambridge University Press, Cambridge UK 1998, pages 203-235, see also in https://www.jstor.org/stable/161403?seq=1 ; https://www.jstor.org/stable/43658004?seq=1 ; https://www.cambridge.org/core/journals/journal-of-modern-african-studies/article/abs/bush-path-to-destruction-the-origin-and-character-of-the-revolutionary-united-frontsierra-leone/724532B5CD66697F9E46E8307066C2B3
[31] Steven Brayton, “Outsourcing War: Mercenaries and the Privatization of Peacekeeping”, in “Journal of International Affairs”, Vol. 5/2, Columbia University Press, Hanover (Pennsylvania) 1999, pages 303-329, see also in https://www.jstor.org/stable/24358173?seq=1 ; https://www.newstatesman.com/africa/2012/01/sierra-leone-strasser-war ; https://www.hsdl.org/?abstract&did=484689 ; https://press.armywarcollege.edu/parameters/vol29/iss2/1/
[32] https://moneyweek.com/30983/profile-of-tony-buckingham-of-heritage-oil-46336
[33] https://www.superyachtfan.com/yacht/ngoni/owner/
[34] https://moneyweek.com/30983/profile-of-tony-buckingham-of-heritage-oil-46336
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[37] https://books.google.it/books?id=vJ3ivXIW_dsC&pg=PA56&lpg=PA56&dq=Tony+Buckingham&source=bl&ots=fecoeqfYHv&sig=ACfU3U34MVquATugL41F4M-WeWwAfqThNg&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiu97u7oJzvAhVD3KQKHR-5DoM4KBDoATACegQICxAD#v=onepage&q=Tony%20Buckingham&f=false
[38] https://miningwatch.ca/sites/default/files/appendix_2.pdf, pages 6-7 ; https://www.diamonds.net/News/NewsItem.aspx?ArticleID=3580&ArticleTitle=DiamondWorks+Ltd.%2C+Unveils+Reorganization+Plan
[39] Tim Spicer, “An Unorthodox Soldier“, Mainstream Publishing, London 1999, pages 121-125
[40] http://archive.boston.com/news/world/articles/2004/06/22/security_firms_293m_deal_under_scrutiny/
[41] https://web.archive.org/web/20120519034226/http://www.aegisworld.com/index.php/tim-spicer ; www.aegis.com
[42] 1997.02.24 Sandline International in Papua New Guinea; http://www.hartford-hwp.com/archives/24/157.html
[43] 1997.03.01 Tim Spicer arrested
[44] https://www.yumpu.com/en/document/read/16458861/sandline-scandal-causes-tremors-in-tony-blairs-cool-britannia
[45] Craig Murray, “The Catholic Orangemen of Togo and other Conflicts I Have Known”, Atholl Publishing, London 2009, page 220; https://web.archive.org/web/20050108080600/http://www.thenation.com/docprint.mhtml?i=20050110&s=ackerman
[46] http://news.bbc.co.uk/2/hi/africa/3501632.stm
[47] Ian Smillie, Lansana Gberie, Ralph Hazleton, “The Heart of the Matter: Sierra Leone, Diamonds & Human Security”, PAC Partnership Africa Canada, Ottawa 2000, see also in https://transparencylab.org/Documentation/Advocacy,%20Monitoring,%20Sustainable%20-%20Responsible%20Initiatives/IMPACT_/The%20Heart%20of%20the%20Matter%20Sierra%20Leone,%20Diamonds%20and%20Human%20Security_2000.pdf
[48] https://b2bhint.com/en/company/za/sir-trading-s-a–M1993001951
[49] https://b2bhint.com/en/officer/34121616
[50] https://www.crash.net/a1gp/news/187/1/lola-agrees-deal-for-winter-gp-series
[51] 2001.09.07 DiamondWorks Ltd acquires Otterbea International
[52] https://www.sec.gov/Archives/edgar/vprr/0205/02052003.pdf
[53] https://www.csmonitor.com/World/Global-News/2009/1022/who-is-viktor-bout ; https://web.archive.org/web/20080309180727/http://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9C06E0DB1031F934A2575BC0A9659C8B63&scp=1&sq=%22Peter+Landesman%22+bout&st=nyt ; https://web.archive.org/web/20100723020721/http://www.justice.gov/usao/nys/pressreleases/February10/boutviktoretals1indictmentpr.pdf ;  https://web.archive.org/web/20120413063146/http://www.justice.gov/usao/nys/pressreleases/April12/boutviktorsentencingpr.pdf ; https://web.archive.org/web/20130823111228/http://www.justice.gov/usao/nys/pressreleases/November11/boutverdictstatement.pdf
[54] https://reliefweb.int/report/angola/angola-south-africa-business-links-unita ; https://www.theguardian.com/world/2000/feb/18/internationalcrime
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[58] https://www.autosport.com/general/news/ambitious-a1-grand-prix-winter-series-project-5018177/5018177/?nrt=111 ; https://www.crash.net/a1gp/news/187/1/lola-agrees-deal-for-winter-gp-series
[59] https://www.ide.go.jp/English/Data/Africa_file/Company/uganda01.html
[60] https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/dc/Icu_somalia_map.png
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[62] https://web.archive.org/web/20130402205646/http://www.globalgovernance.eu/index.php/p-s-publications/246-new-analysis-the-somali-crisis-and-the-eu-3.html ; https://www.academia.edu/5145475/Quaderni_Asiatici_101_marzo_2013_PIRACY_IN_SOMALIA_A_LONG_TERM_MENACE_OR_A_PHENOMENON_IN_ITS_LAST_THROES
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[65] http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_10352_16
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[80] https://www.arentfox.com/attorneys/pierre-richard-prosper
[81] https://www.theguardian.com/world/2010/dec/02/muslim-nation-funds-security-somalia
[82] https://reliefweb.int/sites/reliefweb.int/files/resources/Full_Report_1869.pdf, pages 273-300
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[85] https://survie.org/billets-d-afrique/2011/208-decembre-2011/article/djibouti-wikileaks-des-mercenaires
[86] https://horseedmedia.net/2014/03/28/somalia-uae-pledges-continued-support-puntland-marine-forces/
[87] https://survie.org/billets-d-afrique/2011/208-decembre-2011/article/djibouti-wikileaks-des-mercenaires ; https://www.defensenews.com/global/mideast-africa/2018/04/17/uae-stops-training-somalias-military-after-cash-seizure/
[88] https://web.archive.org/web/20120816100759/http://www.kenyahighcomtz.org/?action=event-read-more.html&id=1 ; https://www.theguardian.com/world/2012/sep/28/kenyan-soldiers-capture-kismayo-somalia
[89] https://www.youtube.com/watch?v=YuCXwH0qspk
[90] “Qui a affrété l’Antonov bloqué à Hargeisa?”, in ”La Lettre de l’Ocean indien” of the 18th of December 2019 – see in Saracen International on Nexis, pages 161-162
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[92] https://suite.endole.co.uk/insight/company/03965484-saracen-international-limited
[93] https://www.checkfree.co.uk/Company/03965484/SARACEN-INTERNATIONAL-LIMITED/Company-Details/ ; 2016.04.06 Saracen International Ltd. Stockport
[94] 2016.05.25 XTP International Ltd. Stockport
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[96] https://suite.endole.co.uk/insight/company/08361128-sax-media-ltd
[97] https://www.autonomousvehicleinternational.com/
[98] https://www.checkfree.co.uk/Company/05883551/AUTONOMOUS-VEHICLES-INTERNATIONAL-LIMITED/Company-Details/
[99] 2011.05.25 XTP International Ltd. Stockport; 2010.04.06 Saracen International Ltd. Stockport
[100] https://opencorporates.com/companies/gb/04914770 ; http://kestrelaviation.com.au/about/
[101] https://www.flightglobal.com/vertical-take-off-kestrel-to-start-tethered-tests-/54445.article
[102] 2019.07.31 Amber Business Investments Ltd. Manchester
[103] https://ulii.org/ug/judgment/hc-civil-division-uganda/2020/115
[104] Michela Wrong, “Security service is booming across Africa: Soldiers, policemen are turning to one of the continent’s most vibrant growth industries”, in “The financial Post” of the 5th of June 1996, see in Saracen International on Nexis, pages 460-461
[105] https://www.linkedin.com/in/craig-shaw/?originalSubdomain=uk ; “Saracen’s troops in Gulf of Aden”, in “Intelligence Online”, 16th of December 2010 – see in Saracen International on Nexis, pages 19-20; “Qui a affrété l’Antonov bloqué à Hargeisa?”, in ”La Lettre de l’Ocean indien” of the 18th of December 2019 – see in Saracen International on Nexis, pages 161-162; https://www.linkedin.com/in/bill-pelser-5999b634/?originalSubdomain=ug
[106] Katharine Houreld, “1000-man militia being trained in North Somalia”, in “Associated Press” of the 1st of December 2010, see in Saracen International on Nexis, pages 56-58; “UAE to reportedly fund secret anti-piracy program in Somalia’s Puntland”, in “BBC Monitoring Africa” of the 11th of July 2012, see in Saracen International on Nexis, pages 535-538
[107] https://brz-international.com/our-team/
[108] “African skies: sous-traitant des firmes de sécurité”, in  ”La Lettre de l’Ocean indien” of the 13th of February 2015 – see in Saracen Internationl on Nexis, pages 217-218
[109] David Isenberg, “PMSC not ready for UN prime-time”, in “Political Machine” from the 11th of July 2012 – see in Saracen Internationl on Nexis, pages 293-296
[110] Michela Wrong, “Security service is booming across Africa: Soldiers, policemen are turning to one of the continent’s most vibrant growth industries”, in “The financial Post” of the 5th of June 1996, see in Saracen International on Nexis, pages 460-461
[111] “SA landmine man captured” in “Cape Argus” of the 30th of April 2012, see in Saracen International on Nexis, pages 455-456
[112] https://icv-africa.com/about/
[113] https://b2bhint.com/en/company/za/international-collective-ventures–M1997004618 ;
[114] https://b2bhint.com/en/officer/33072511
[115] https://www.slideshare.net/vospieter/saracen-profile-2009
[116] https://b2bhint.com/en/company/za/e-talk–K2016066729
[117] https://vymaps.com/CD/TOP-S-I-G-Security-3090/
[118] “Piracy Business is Booming – for pirates, navies and mercenaries”, in “Ground Report” of the 22nd of December 2010, see in Saracen International on Nexis, pages 415-416
[119] https://ulii.org/ug/judgment/hc-civil-division-uganda/2020/115 ; https://cavendish.ac.ug/governance-administration/dean/1 ; https://scholar.google.com/citations?user=PiyW_xsAAAAJ&hl=en
[120] https://www.linkedin.com/in/alexander-akandwanaho-284b486a/?originalSubdomain=ug ; https://twitter.com/a_m_akandwanaho?lang=it
[121] https://saracen.co.ug/about/alexander-akandwanaho/ ; https://opencorporates.com/companies/ug/80010004146685
[122] https://www.matookerepublic.com/2020/02/24/gen-salim-salehs-son-to-contest-for-nrm-vice-chairperson-seat-for-western-region/ ; https://en.wikipedia.org/wiki/Salim_Saleh
[123] http://www.oecd.org/daf/inv/mne/illegalexploitationofnaturalresourcesinthedemocraticrepublicofcongopublicstatementbycime.htm
[124] https://allafrica.com/stories/200605300425.html
[125] https://www.frontlineclub.com/what_do_six_russians_two/
[126] https://opencorporates.com/companies/us_va/05215231
[127] Jeffery Gettleman, Mark Mazzetti, Eric Schmitt, “US security company trains troops for Somalia”, in “Yukon News” of the 12th of August 2011, see in Saracen International on Nexis, pages 580-584
[128] “SA citizens under fire in hot spots; Two have been captured and a local TV reporter escaped a gun attack”, in “Cape Argus” of the 1st of May 2012, see in Saracen International on Nexis, pages 452-454; “South African security officer killed in Somalia”, in “Defence Web” of the 30th of April 2012, see in Saracen International on Nexis, pages 518-519; Abdi Guled, “South African security trainer killed in Somalia”, in “The Associated Press” of the 28th of April 2012, see in Saracen International on Nexis, pages 524-525
[129] Katharine Houreld, “Somali regional government defying federal leaders over contract linked to Blackwater founder”, in “The Canadian Press” of the 28th of January 2011 – see also Saracen International on Nexis, pages 21-22
[130] Stephen Johnson, “Loose cannons”, in “Africa in Fact” of the 1st of February 2015 – see also Saracen International on Nexis, pages 359-362; Jeffrey Gettleman, “Somalia is likely to cut to Mercenaries”, in “The New York Times” of the 24th of January 2011 – see also Saracen International on Nexis, pages 470-471
[131] https://books.google.it/books?id=wA44zi04pkEC&pg=PT503&lpg=PT503&dq=pierre+richard+prosper+saracen&source=bl&ots=mYEjIJEF1Z&sig=ACfU3U3nT1ikRpYsD-wE9kYHHNVcoLlfSw&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjao7-Qsf7uAhVpo4sKHXGCAD4Q6AEwEnoECAUQAw#v=onepage&q=pierre%20richard%20prosper%20saracen&f=false
[132] https://abr.business.gov.au/AbnHistory/View?id=42119632094 ; https://opencorporates.com/companies/za/2006-038324-07 ; https://www.abc.net.au/news/2012-09-04/australian-accused-of-funding-private-somali-army/4242778
[133] https://www.abc.net.au/news/2012-09-04/australian-accused-of-funding-private-somali-army/4242778
[134] https://www.news24.com/news24/sa-businessman-linked-to-somali-militia-drug-trade-20110827-2 ; Ivor Powell, “Focus on controversial piracy mission after SA man’s death”, in “The Sunday Independent” of the 27th of May 2012 – see in Saracen International on Nexis, page 77-77 ; https://www.abc.net.au/news/2012-09-04/australian-accused-of-funding-private-somali-army/4242778 ; https://web.archive.org/web/20061008220657/http://www.caat.org.uk/publications/government/mercenaries-1999.php
[135] https://www.abc.net.au/news/2012-09-04/australian-accused-of-funding-private-somali-army/4242778 ; https://www.glistatigenerali.com/inquinamento_materie-prime/oro-cianuro-e-sangue-nellinferno-della-barrrick-gold/
[136] https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2011/12/06/news/da-staranzano-a-londra-per-fare-la-guerra-ai-pirati-1.2836069
[137] https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2011/12/06/news/da-staranzano-a-londra-per-fare-la-guerra-ai-pirati-1.2836069
[138] https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2011/12/06/news/da-staranzano-a-londra-per-fare-la-guerra-ai-pirati-1.2836069
[139] 2014.11.25 Triskel Services Ltd. London
[140] 2019.12.30 Triskel International Ltd. London
[141] https://www.triskelinternational.com/ ; https://survie.org/billets-d-afrique/2011/208-decembre-2011/article/djibouti-wikileaks-des-mercenaires ; https://www.linkedin.com/in/maxime-cauci-5974b31a/?originalSubdomain=uk
[142] https://www.yumpu.com/it/document/read/15368781/analisi-triskelservicescom-settimopianoit , page 3
[143] 2018.11.07 T-Risk Ltd. London
[144] https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-08-04/mercantili-italiani-arrivano-guardie-184602.shtml?uuid=AbCgsHKI
[145] https://www.snewsonline.com/notizie/vigilanza_h24/in_assiv_la_triskel_ltd_prima_in_italia_autorizzata_alla_vigilanza_antipirateria-1519
[146] https://survie.org/billets-d-afrique/2011/208-decembre-2011/article/djibouti-wikileaks-des-mercenaires
[147] https://www.wcs.org/ ; https://www.linkedin.com/in/gilles-capelle-ab9217145/
[148] http://www.so-global.com/organisation/
[149] https://www.imo.org/
[150] Southern Ace Ltd. Hong-Kong ; 2016.04.02 The geek the guns and the trail of bodies
[151] https://www.news24.com/news24/sa-businessman-linked-to-somali-militia-drug-trade-20110827-2
[152] https://www.vice.com/it/article/ney4az/dea-accordo-uomo-pericoloso-mondo
[153] 2016.04.02 The geek the guns and the trail of bodies; https://www.vice.com/it/article/ney4az/dea-accordo-uomo-pericoloso-mondo ; https://nypost.com/2020/06/12/paul-le-roux-sentenced-to-25-years-for-sprawling-criminal-outfit/ ; 2015.10.11 From Guildford to gold bars to a jail cell
[154] https://www.dailysabah.com/mideast/2015/11/26/emirates-secretly-pays-colombian-mercenaries-to-fight-in-yemen
[155] Ivor Powell, “SA-linked military firm loses anti-piracy contract; UN fingers Sterling Corporate Services in Somalia”, in “Cape Argus” of the 29th of September 2012, as in Saracen International on Nexis, pages 457-459; “United Nations Expert Group Says Private Military and Security Companies in Somalia Need Regulation”, in “Targeted News Service” of the 18th of December 2012, as in Saracen International on Nexis, pages 552-553; Ivor Powell, Bianca Capazorio, “UN slams SA private army”, in “The Independent” of the 1st of September 2012, as in Saracen International on Nexis, pages 557-558; “Commentator says International community party to strife in Somalia”, in “BBC Monitoring Africa” of the 26th of July 2012, as in Saracen International on Nexis, pages 27-30; Ivor Powell, “Focus on controversial piracy mission after SA man’s death”, in “The Sunday Independent” of the 27th of May 2012, as in Saracen International on Nexis, pages 75-77
[156] “Dubai logistics company to run Mogadishu airport”, in “France Press” of the 28th of December 2010, as in Saracen International On Nexis, pages 137-140, pages 322-323; “Somali MPs says foreign firms operating in the country illegally”, in “BBC Monitoring Africa” of the 30th of December 2010, as in Saracen International on Nexis, page 508
[157] https://www.youtube.com/watch?v=SSqAAZw-Ujk ; https://www.youtube.com/watch?v=GWjzqR41AM0 ; https://www.nytimes.com/2015/11/26/world/middleeast/emirates-secretly-sends-colombian-mercenaries-to-fight-in-yemen.html ; https://insidearabia.com/uae-lures-foreign-mercenaries-to-fight-proxy-wars/ ; https://www.middleeastmonitor.com/20200919-rights-groups-uae-hired-450-mercenaries-to-carry-out-assassinations-in-yemen/ ; https://www.aa.com.tr/en/middle-east/uae-based-black-shield-recruits-mercenaries-in-region/1914366 ; https://research.sharqforum.org/2020/03/16/how-uae-mercenaries-serve-its-foreign-policy-ambitions/ ; https://www.trtworld.com/opinion/the-uae-s-alarming-reliance-on-mercenaries-40028

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