Africa
Ombre russe sullo scandalo Afriland
Co-Autore Riccardo Eggshell
L’invasione dell’Ucraina è una mossa strategica globale del governo russo, preparata con cura, e per anni, e ragionata nei mini dettagli. Non si tratta solo di trovare alleati politici, diplomatici e militari, ma anche di trovare aziende che continuino a muovere l’economia russa aggirando le sanzioni. Mosca ha moltissimi alleati in Africa[1], ma non solo. Ovunque, nel mondo, ci sono uomini d’affari che da anni lavorano con la Russia e che, per reciproca convenienza, le sono leali. Molti di questi vengono dai paesi che, tradizionalmente, fanno grandi affari in Africa: Israele e Libano. Negli ultimi decenni, la comunità russa in Israele è cresciuta fino ad avere un importante peso politico ed economico[2].
Fino alla primavera del 2022, questi legami sono rimasti nascosti, ed ancora oggi manca la consapevolezza di quanto la guerra stia cambiando il settore industriale e bancario dell’Africa. Ebbene, è giunto il momento di porsi delle domande e iniziare a guardare criticamente allo sviluppo di alcune delle società e delle banche più controverse dell’economia africana – come Afriland First Bank, gigante camerunese e potenza dell’economia congolese, che fino ad oggi era stata considerata soltanto come un’espressione estrema del neocolonialismo occidentale, e potrebbe invece essere qualcosa d’altro.
Il neocolonialismo non esiste solo per colpa delle multinazionali occidentali. Tra coloro che commettono crimini contro l’ambiente e la popolazione, ci sono molti cittadini africani che, una volta raggiunto il successo, si alleano con le multinazionali nello sfruttamento del proprio paese. A volte sono politici: gente che, pur di arrivare al potere, usa milizie mercenarie e soldi provenienti da chi sfrutta i neri. A volte sono uomini d’affari che, con grande cinismo, vendono il futuro del continente, alleandosi e sostenendo chi, in Africa, da sempre, è solo in cerca di bottino.
Come nel caso di Afriland – una banca camerunese, nata ufficialmente per dare alla popolazione la possibilità di accedere al microcredito, e quindi di finanziare la propria emancipazione dalla povertà e di commercializzare i frutti del proprio lavoro. Una banca che, al contrario, è alleata di aziende e uomini d’affari spregiudicati e, per questo, prima di espandersi in patria, apre filiali in tutto il mondo, alla ricerca di partners nello sfruttamento del Camerun. Con successo[3]. Una lunga strada iniziata con il sogno del panafricanismo[4], come descritto da Henry Sylvester Williams: “protestare contro il furto di terre nelle colonie, la discriminazione razziale e discutere dei problemi dei neri”, incoraggiare e rafforzare i legami di solidarietà tra i gruppi etnici e della diaspora di origine africana, unità per il progresso economico, sociale e politico – come riassume Alphone Nafack, “non solo quello che fate nella vita, ma anche quello che ispirate gli altri a fare”[5].
Afriland e Dan Gertler
Afriland First Bank, per evitare problemi con la delusione dei compatrioti, sposta la propria holding in Svizzera[7] – una banca full service[8], che offre quindi non solo credito, ma anche servizi di consulenza strategica, commerciale, di marketing, nata nel 1987 dall’idea di Paul K. Fokam[9], e realizzato da due parti a Yaoundé: Jean Paulin Fonkoua[10] e Célestin Guela Simo[11]. Un’idea cresciuta fino ad essere il più grande gruppo di servizi finanziari in Camerun, con filiali nella Repubblica Democratica del Congo, in Guinea, nella Guinea Equatoriale, in Liberia, in Sud Sudan, nello Zambia ed a São Tomé e Príncipe[12].
Negli anni 90 raggiunge un quinto della quota di mercato locale, con un bilancio totale di 1150 miliardi di franchi CFAF (1,75 miliardi di euro) alla fine del 2019[13], che gli consente di competere con le multinazionali, è il principale fornitore di finanziamenti della Comunità Economica Centralafricana (CEMAC) ed il partner più importante della Banque des Etats de l’Afrique Centrale (BEAC), che è la banca centrale del CEMAC[14]. Nel dicembre 2010, i depositi dei clienti ammontano a circa 951 milioni di dollari, e l’attività globale dell’istituto supera i 2,3 miliardi di dollari[15]. Cifre impressionanti che, ovviamente, non possono essere raggiunte con il microcredito ed il sostegno all’economia locale.
La banca è cresciuta facendo affari con uomini d’affari controversi, trafficanti d’armi e di diamanti, mercenari e truffatori d’ogni sorta – sicché Afriland è sospettata di attività illegali che coinvolgono società minerarie con un giro di interessi per miliardi[16]; due informatori ricevono minacce di morte dopo aver denunciato frodi bancarie nella controllata della DRC[17], perché attaccare Afriland assume comunque un valore politico[18]: Paul K. Fokam viene accusato di arricchirsi illegalmente sulle spalle dei propri clienti e di essere un complice di uno dei più potenti malavitosi d’Africa, l’uomo d’affari israeliano Dan Gertler[19].
Quest’ultimo è stato colpito dalle sanzioni del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti[20] per aver tessuto una rete internazionale di riciclaggio di denaro sporco e avere a tal fine stretto legami con l’ex presidente Kabila ed altri influenti esponenti del mondo politico della DRC, paese che Gertler reputa “la sua seconda casa”[21]. Afriland avrebbe coperto i traffici della holding company del magnate israeliano, la Gerco, e decine di altre società paravento di sua appartenenza, registrate nei paradisi fiscali[22]. Le ONG internazionali documentano l’esistenza di un sistema progettato per nascondere pagamenti e depositi di decine di milioni di dollari, che permetterebbe a Gertler, nonostante le sanzioni, di continuare a realizzare enormi profitti dalle sue attività commerciali nella DRC[23].
Le attività di Gertler finite nel mirino della giustizia riguardano soprattutto i “blood diamonds”, ovvero i diamanti di contrabbando usati come valuta per transazioni criminali[24]. Afriland si offre come ganglio fondamentale nel loro commercio: accetta i diamanti, senza controllarne la provenienza, li tramuta in denaro (di valuta pregiata come i dollari, gli euro o le sterline), e poi trasforma questo denaro guadagnato in modo criminale in un investimento pulito[25], gestito da Gertler[26] in complicità (come nel caso della società Evelyne Investissement) con l’ex presidente della DRC Joseph Kabila[27] e con l’azienda mineraria di Stato di Kinshasa, la Gécamines[28].
Le cose non sono cambiate dopo il cambio al potere: il nuovo presidente, Felix Tshisekedi, poco dopo la sua elezione, nel gennaio 2019, e la successiva formazione del nuovo governo, ha incontrato Dan Gertler – e con lui usa i guanti di velluto, suscitando l’irritazione dei media: “Sotto il nuovo Presidente, il governo congolese ha promesso di dare priorità alla lotta contro la corruzione. Se l’amministrazione è seria su questo deve iniziare congelando i beni di Dan Gertler e controllando tutti i suoi accordi con le aziende statali”[30]. Si tratta di pragmatismo perché, come sottolinea Global Witness, la DRC, pur temendo ceffoni da parte del Fondo Monetario Internazionale o persino delle sanzioni, ha bisogno di commercianti che creino ricchezza in valuta estera[31].
Dan Gertler è un “figlio d’arte”: nato in una famiglia dedita al commercio e al taglio dei diamanti, ha iniziato quando aveva 20 anni in Angola e Liberia con il commercio di “diamanti in cambio di armi”. A soli 23 anni Gertler sbarca nell’ex-Zaire di Mobutu, e si mette al servizio di Laurent-Désiré Kabila, autoproclamatosi presidente nel maggio 1997, dopo che Mobutu è fuggito in Marocco. In cambio, Gertler ottiene accordi sulle concessioni minerarie chiave del paese: diamanti, cobalto e rame[32]. All’alba del nuovo millennio, Dan Gertler diviene esportatore esclusivo dei diamanti congolesi, e guadagna miliardi – soldi che finiscono in Afriland First Bank[33] e la fanno crescere, finché la cupidigia porta il management della banca all’implosione: risse frequenti, anche mortali, tra dirigenti[34].
Il 26 febbraio 2021, la ONG PPLAAF (Piattaforma per la protezione degli informatori in Africa) afferma, grazie alla testimonianza di due ex impiegati, che Afriland First Bank DRC ha protetto le reti di riciclaggio e aggirato le sanzioni internazionali[35]. Il 25 febbraio 2021 il legale di Afriland, Eric Moutet, dichiara in conferenza stampa che i due informatori sono stati condannati a morte da un tribunale di Kinshasa[36]. Ma le inchieste vanno avanti: stando ad un articolo di Haaretz, i documenti sottoposti a una procedura di arbitrato in Israele per conto del magnate minerario israeliano Dan Gertler coinvolgono quest’ultimo in uno scandalo relativo al pagamento di 360 milioni di dollari di tangenti a funzionari della Repubblica Democratica del Congo[37].
Alcuni senatori statunitensi chiedono al Dipartimento del Tesoro di punire chi aggira le sanzioni. Successivamente, una quarantina di deputati chiedono che l’Unione europea adotti un regime per sanzionare individui come Gertler, specie dopo la scoperta del fatto che, grazie a Gertler, anche gli Hezbollah sono entrati nel business dei blood diamonds e riciclano i propri guadagni grazie ad Afriland[38]. I documenti raccolti da Navy Malelan (revisore di Afriland Kinshasa) mostrano come un conto aperto senza intestatario (insomma, un conto fantasma), chiamato disposition à payer, abbia permesso alle aziende nella rete di Dan Gertler di riciclare il denaro ottenuto illegalmente – oltre a decine di milioni di dollari di prestiti concessi da Afriland senza garanzie[39].
21 milioni di dollari sono stati trasferiti su conti al di fuori della DRC, ed altri 25 milioni di dollari sono stati trasferiti a Gécamines, la società statale mineraria della DRC[40]. Il 15 gennaio 2021, l’amministrazione Trump concede una licenza a Gertler e alle sue società di accedere (fino al 31 gennaio 2022) ai conti sequestrati dalla magistratura[41]. Il risultato è una sequela di operazioni febbrili nel territorio della DRC, perché Gertler ed i suoi complici fanno sparire come possono le prove di qualsiasi operazione illecita o sospetta – tant’è vero che ora la giustizia di Kinshasa accusa l’ex primo ministro Richard Muyej di non essere in grado di giustificare il 40%[42] delle spese del suo gabinetto[43]. Documenti bancari rivelano che 4,4 milioni di Euro sono stati prelevati in contanti tra il 28 dicembre 2018 e il 14 gennaio 2019 nel bel mezzo del processo elettorale[44]. Da chi, questo non si sa.
Nessuna sorpresa: Afriland First Bank non esita ad aprire conti per politici e uomini d’affari controversi come Richard Muyej, il cui nome si intreccia a quello della Cina nel “cobalt contagion in Kasulo”[46]: Muyej ha concesso i diritti minerari di Kasulo alla Congo Dongfang International Mining, una filiale dei cinesi di Zhejiang Huayou[47]. Muyeji è sospettato di aver facilitato operazioni bancarie sospette con diverse società, colpite da sanzioni americane, sospettate di appartenere agli Hezbollah, un’organizzazione paramilitare sciita e antisionista libanese, nata nel giugno 1982[48]: Afriland First Bank gestisce i conti di IFCO, coinvolta nella deforestazione della jungla congolese, di proprietà di Ahmed Tajeddine, membro di una famiglia potentissima[49], i cui membri sono colpiti dalle sanzioni americane fin dal 2010[50].
Nell’agosto del 2020 scoppia un nuovo scandalo: secondo The Sentry, persino la Corea del Nord ha usato Afriland per delle operazioni illegali[51]. In combutta con il partito dell’allora presidente Kabila, è stata fondata una società, la Congo Aconde, che finanzia un alleato di Kabila, Emmanuel Ramazani Shadary, un amico del proprietario nordcoreano dell’azienda – e sui conti della società presso Afriland passano le operazioni della dittatura nordcoreana per aggirare le sanzioni e procurare a Pyongyang valute occidentali[52]. Il sistema funziona: un anno dopo l’inizio della relazione commerciale con Dan Gertler, la filiale congolese di Afriland raddoppia il proprio bilancio[53].
L’attività della banca compromette anche le striminzite politiche sociali del governo congolese: Vital Kamerhe, ex capo dello staff del presidente Felix Tshisekedi, è accusato di appropriazione indebita di oltre 50 milioni di dollari destinati alla costruzione delle 4500 case prefabbricate, come parte di un programma d’emergenza promosso dal neoeletto presidente[54]. Kamerhe sta pagando con la prigione, ma lo scandalo le più alte sfere della pubblica amministrazione della DRC[55]. Oltre a loro vengono coinvolti anche uomini d’affari di tutto il mondo, come il libanese Samih Jammal[56], già sotto processo per truffa e corruzione negli Stati Uniti[57].
Per la banca non cambia nulla. Non ci sono conseguenze. Come nel processo che vede il management di Afriland coinvolto in una truffa ai danni di un ex dipendente[58]. Finché, finalmente, nel 2019 la BCC Banca Centrale del Congo avvia un’inchiesta[59]. Non si tratta solo di corruzione, ma anche di competenze e di efficienza. Questo è il motivo per cui molti, all’interno dell’Associazione congolese delle banche, sostengono da anni la creazione di un centro controllo del rischio. L’ex banchiere della BGFI, Jean-Jacques Lumumba, è uno dei precursori dell’idea del centro di rischio. Per protestare contro i metodi di gestione nella sua banca, Lumumba fugge in Europa ed usa i documenti che si è portato appresso per divulgare i “Lumumba Papers”, una grande quantità di informazioni che dimostrano che il sistema bancario congolese è ben lontano dal rispettare i criteri minimi di sicurezza e professionalità[60].
Il quotidiano belga Le Soir sostiene a gran voce la protesta del banchiere, e denuncia le attività sospette di BGFI, proprio analizzando i documenti divulgati da Lumumba: corruzione, finanziamenti illegali e appropriazione indebita[61]. I documenti mostrano anche transazioni sospette tra il BGFI e la Commissione elettorale nazionale: “La DRC ha tutti i testi giusti per avere un sistema bancario sano, ma ciò che manca è la sorveglianza”, dice Lumumba. “C’è un serio problema di identificazione. In un sistema del genere, Dan Gertler può aprirsi un conto con un passaporto e aprirsene un altro con una scheda elettorale congolese”[62].
Il 9 luglio del 2020, l’Associazione congolese delle banche ribadisce in un comunicato il suo impegno a far modificare il quadro normativo in linea con le raccomandazioni del GAFI e del Comitato di Basilea: annuncia la revisione dei suoi statuti per renderli più vincolanti, chiedendo alle banche congolesi di condurre audit indipendenti; infine, afferma di essere consapevole della natura ineludibile del dollaro nel sistema finanziario congolese. Nel settore minerario, alcune aziende lavorano con scavatori artigianali: ciò implica pagamenti di milioni di dollari in contanti, senza alcun controllo e la banca, se vuole, può nascondere quelle cifre in bilancio, se serve, come parte dell’esecuzione di un contratto pubblico per la costruzione di case popolari[64].
Oppure un contratto per i trasporti pubblici; Afriland First Bank è accusata, tra l’altro, di trattenere illecitamente commissioni con cui avrebbero dovuto finanziare i miglioramenti della rete ferroviaria[65]. Tutto questo sarebbe strettamente connesso al programma di emergenza del presidente Felix Tshisekedi, la cui cerchia ristretta e la sua disputa sugli accordi nel settore minerario sono nel mirino delle ONG[66]. E continuano a monitorare i legami tra Gertler e la banca[67].
Secondo la relazione della società di revisione PricewaterhouseCoopers (PwC), incaricata della certificazione finanziaria, troviamo tra i conti correnti aziendali della banca ci sono almeno tre società accusate di essere collegate a Dan Gertler: Ventora Development, Dorta Invest SA, Interactive Energy DRC SA[68]. Le ONG si infuriano[69]. Afriland First Bank allora intraprende una controffensiva mediatica[70], accusando Global Witness e PPLAAF “di usare testimonianze e prove falsificate”. Ma i sindacati congolesi scoprono che le affermazioni della banca si basano su documenti falsi[71].
Ovviamente anche Dan Gertler nega le accuse a lui rivolte[72], sostenuto dal suo avvocato, Éric Moutet, che difende anche Afriland. La reputazione della banca è comunque compromessa, perché l’Africa intera sa benissimo chi sia il miliardario israeliano e di quali colpe si sia macchiato – non ultime quelle di aver agevolato gli interessi di grandi gruppi multinazionali minerari come Glencore o i kazaki di Eurasian Natural Resources Corporation, corrompendo politici e funzionari della DRC[73]. Secondo il Tesoro degli Stati Uniti, Dan Gertler ha causato più di un miliardo di dollari in entrate perse per lo stato congolese tra il 2010 e il 2012[74] e più da allora[75].
Le ONG internazionali scavano sempre più a fondo, e scoprono i conti di un avvocato d’affari russo, specializzato in fusioni e acquisizioni internazionali, Kirill Parinov. Costui, sconosciuto nella DRC, possiede tuttavia una società creata il 22 agosto 2019, Riverside Project Management, ed è legato a Starstone DRC, in cui è socio dell’uomo d’affari di Brazzaville Serge Pereira. Tra il settembre del 2018 e il febbraio del 2019, congolese, l’avvocato russo preleva oltre 50 milioni in contanti dal suo conto presso Afriland per conto di Riverside[76]. Provenienza del denaro: sconosciuta.
Interrogato dai magistrati, il direttore generale di Afriland sostiene che i prelievi sono legati alla costruzione di un ponte stradale a Kinshasa, dal valore stimato in 1,3 miliardi di dollari. Ma secondo una fonte governativa, il progetto non è ancora avviato nel 2019 e i costi associati al lavoro non richiedono più di 7 milioni di dollari, e sono stati assegnati a Starstone, e non a Riverside. Se le cose stanno così, perché mai la banca dovrebbe pagare 50 milioni alla società di Parinov?[78] Una domanda legittima, se si pensa che la banca è in condizioni di grandi difficoltà, tanto da convincere il governo della DRC, nel marzo del 2023, di sostenere la liquidità della banca con il dono, tramite Gécamines, 27 milioni di dollari[79].
Global Witness aggiunge un altro pezzo a questo immenso rompicapo, e scopre che Gertler, insieme ad Afriland, ha intermediato le trattative tra il governo di Kinshasa ed una società svizzera, la Interactive Energy AG Lucerna, che appartiene ad un uomo d’affari russo, Ruben Katsobashvili, che è evidentemente (ha 90 anni e vive a Mosca in modo tutt’altro che lussuoso) – un uomo dietro il quale si nasconde qualche interesse politico ed industriale russo ancora sconosciuto[80].
Una coincidenza: da quando è iniziata l’invasione dell’Ucraina, il Camerun, che fino a quel momento aveva avuto un interscambio commerciale con la Russia praticamente nullo (0,04% della bilancia commerciale camerunese), ha aperto diversi nuovi conti commerciali presso la Afriland First Bank che vendono, dal Camerun, fertilizzanti bielorussi e prodotti agricoli russi per cifre che hanno superato (nel 2022) i 96,6 miliardi di Franchi CFA (180 milioni di dollari), nonostante l’import camerunese dalla Russia sia sceso sotto il milione di euro[81] e non ci siano contatti tra il governo di Yaoundé e la Russia.
Purtroppo, l’Occidente è distratto – specialmente l’Unione Europea. Dapprima in Libia[82], dappoi nell’Africa intera[83], non si è accorto per tempo di ciò che stava accadendo, ed ora è troppo compromesso con le sue aziende multinazionali per poter reagire. Gli intrecci degli interessi russi ed europei sono indistricabili, non importa quali siano le posizioni della politica, e gli Stati Uniti si illudono se credono di poter modificare questo con le sanzioni e le forniture belliche all’Ucraina: sono cose condivisibili, ma non sono sufficienti. Per vincere la guerra, per l’Europa sarà impossibile battere la Russia di per sé, se non sarà capace di sconfiggere la Russia che ha in sé.
[1] LAVROV, L’AFRICA E IL NUOVO ORDINE GLOBALE | IBI World Italia
[2] https://library.fes.de/pdf-files/bueros/israel/50427.pdf ; https://www.timesofisrael.com/25-years-later-russian-speakers-still-the-other-in-israel-says-mk/
[3] https://www.afrilandfirstgroup.com/index.php/en/
[4] https://www.treccani.it/enciclopedia/panafricanismo
[5] https://www.alphonsenafack.com/
[6] https://www.jeuneafrique.com/dossiers/dan-gertler-dieu-le-congo-et-lui/
[7] Afriland First Bank Group, Neuchâtel, Switzerland – Top Local Places CONTACT (afrilandfirstgroup.com)
[8] https://www.afrilandfirstbank.com/index.php/en/
[9] Board of Directors (afrilandfirstgroup.com)
[10] M. Jean Paul FONKOUA, Executive vice-president (afrilandfirstgroup.com)
[11] www.archyde.com
[12] https://pressroom.ifc.org/all/pages/PressDetail.aspx?ID=16542
[13] Annual_Report_AFB_2019.pdf (afrilandfirstbank.com)
[14] Beac authorizes the operations of Afriland Bourse & Investissement – Business in Cameroon
[15] Annual report 2010 (afrilandfirstbank.com)
[16] Bank officials ‘expose money-laundering network’ | Article | Africa Confidential (africa-confidential.com)
[17] Afriland First Bank (occrp.org)
[18] https://www.businessincameroon.com/index.php/finance/2406-12640-afriland-first-bank-cd-shaken-by-internal-conflicts-fueled-by-malpractice-accusations
[19] Undermining_Sanctions_-_July_2020.pdf
[20] https://www.theafricareport.com/234166/drc-dan-gertler-the-inevitable-rise-of-kabilas-businessman/
[21] Exclusive – Dan Gertler: ‘Everyone was afraid of the Congo, but not me’ (theafricareport.com)
[22] Diamanti di sangue: la brutta storia continua in Congo – Società Missioni Africane
[23] Undermining Sanctions: How mining magnate Dan Gertler appears to have dodged US penalties | Global Witness
[24] Everything you need to know about Glencore, Dan Gertler and their interest in DRC | Glencore | The Guardian
[25] Undermining Sanctions: How mining magnate Dan Gertler appears to have dodged US penalties | Global Witness
[26] We stand in solidarity with Congolese whistleblowers | Global Witness
[27] Dan Gertler and Afriland First Bank start legal fight in Paris (theafricareport.com)
[28] Des ONG réitèrent leurs accusations contre la Gécamines – DW – 30/11/2018
[29] https://www.africaintelligence.com/central-africa/2022/08/22/rabbi-moyal-in-last-ditch-attempt-at-mediation-between-dan-gertler-and-felix-tshisekedi,109805956-ge0
[30] Controversial billionaire Dan Gertler appears to have used suspected international money laundering network to dodge US sanctions and acquire new mining assets in DRC | Global Witness
[31] New EU sanctions regime is an important achievement but leaves the door open to dirty money | Global Witness
[32] Rd Congo, una storia di diamanti troppo sporchi anche per i Panama Papers | Rivista Africa (africarivista.it)
[33] Afriland First Bank CD shaken by internal conflicts fueled by malpractice accusations – Business in Cameroon
[34] DRC – Deux lanceurs d’alerte révèlent des schémas frauduleux – PPLAAF
[35] En DRC, le jeu trouble du milliardaire israélien Dan Gertler face aux sanctions américaines (lemonde.fr) ; ‘Gertler and Associates Would Come to the Bank, and a Teller Would Take a Sack and a Bill Counter Up to Management’ – Israel News – Haaretz.com ; Sanctioned Billionaire Dan Gertler’s Haven: A Tiny Congolese Bank – Bloomberg
[36] DRC – Extremely serious attacks on whistleblowers, the press and civil society – PPLAAF ; Africa News: Congo Whistleblowers Win Defamation Case Against French Lawyer – Bloomberg
[37] ‘Bribe Totaling $360m’: Docs Presented by Israeli Billionaire Dan Gertler Embroil Him in One of Biggest Graft Probes Ever – Israel News – Haaretz.com
[38] Dan Gertler Revelations – PPLAAF ; Hezbollah and Israel’s Richest Were Both Welcome at a Congo Bank – Bloomberg ; Affaire Afriland First Bank en DRC: en quoi les lanceurs d’alerte sont-ils crédibles? (rfi.fr) ; ‘Gertler and Associates Would Come to the Bank, and a Teller Would Take a Sack and a Bill Counter Up to Management’ – Israel News – Haaretz.com ; Bank officials ‘expose money-laundering network’ | Article | Africa Confidential (africa-confidential.com) ; Marc Bonnant épinglé dans le cadre d’une affaire de fuite bancaire – rts.ch – Suisse ; Dossier Afriland First Bank : le coup de gueule des actionnaires minoritaires, Dr Fokam pointé du doigt | Actualite.cd ; Exposing a Congolese bank’s dirty secrets – The Mail & Guardian (mg.co.za)
[39] Bank officials ‘expose money-laundering network’ | Article | Africa Confidential (africa-confidential.com)
[40] Dan Gertler aurait échappé aux sanctions américaines – DW – 02/07/2020
[41] Gradi Koko & Navy Malela – PPLAAF
[42] DRC: qui peut retirer des millions à Afriland First Bank? (rfi.fr)
[43] PPLAAF su Twitter: “8/ Richard Muyej, Congolese governor accused by Congolese authorities of failing to justify 40% of his cabinet’s expenses, is also withdrawing hundreds of thousands of dollars from Afriland. https://t.co/DGPBNX5V9u” / Twitter
[44] DRC: main basse sur les fonds de la Chambre haute du Parlement (rfi.fr)
[45] https://zoom-eco.net/developpement/richard-muyej-aucun-chinois-nest-mort-lors-des-incidents-de-lwilu/
[46] https://www.newyorker.com/magazine/2021/05/31/the-dark-side-of-congos-cobalt-rush ; https://www.business-humanrights.org/pt/latest-news/drc-workers-protest-the-working-conditions-in-congo-dongfang-mine/ ; https://www.amnestyusa.org/wp-content/uploads/2017/11/Time-to-recharge-online-1411.pdf
[47] The Dark Side of Congo’s Cobalt Rush | The New Yorker
[48] DRC: qui peut retirer des millions à Afriland First Bank? (rfi.fr)
[49] IL BUSINESS MILIONARIO, NEMMENO TANTO SEGRETO, DI HEZBOLLAH IN GAMBIA | IBI World Italia ; https://today.lorientlejour.com/article/1282561/how-did-the-network-of-tajeddine-companies-circumvent-us-sanctions-against-hezbollah.html
[50] Buyers Beware: How European timber companies could be importing illegal Congo timber and possibly breaching EU legislation | Global Witness
[51] Affaires risquées – The Sentry ; OvertAffairs-TheSentry-August2020.pdf
[52] https://drcactu.cd/2020/08/21/afriland-first-bank-et-le-clan-kabila-au-coeur-dun-scandal-de-blanchiment-des-capitaux-rapport-affaires-risquees-de-the-sentry/
[53] Afriland First Group listed in a fraud and corruption case in the DRC – Business in Cameroon
[54] https://www.africanews.com/2022/06/24/drc-vital-kamerhe-acquitted-of-embezzlement-conviction//
[55] https://www.africanews.com/2022/06/24/drc-vital-kamerhe-acquitted-of-embezzlement-conviction/
[56] Procès des 100 jours en DRC: Samih Jammal le bouc-émissaire de la lutte politique ? – Financial Afrik
[57] https://law.justia.com/cases/federal/appellate-courts/ca4/15-1247/15-1247-2015-06-09.html
[58] Cliff Masagazi v Afriland First Bank (U) Limited (Company Cause 8 of 2020) [2021] UGHC 48 (24 June 2021); | Ulii
[59] Congo Central Bank Takes Over Afriland Amid Concern of Contagion – Bloomberg
[60] Jean-Jacques Lumumba – PPLAAF
[61] Corruption au Congo: les preuves qui accablent le régime Kabila – Le Soir
[62] BGFIBANK-DRC-censure.pdf (pplaaf.org)
[63] https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Jean-Jacques_Lumumba_1.png
[64] Afriland, Gertler, the dangerous links of the banking system : Orishas-finance
[65] DRC : Kinshasa orders Afriland to pay treasury millions levied on transporters – 21/01/2022 – Africa Intelligence
[66] DRC : Felix Tshisekedi’s inner circle in a panic over mining deal dispute – 10/01/2022 – Africa Intelligence
[67] Affaire Afriland en DRC: «Il y a une entreprise criminelle installée à la banque» (rfi.fr)
[68] full.pdf (nyt.com)
[69] Despite Sanctions, Millions Flowed Into DRC Bank Accounts Linked to Israeli Tycoon – Israel News – Haaretz.com
[70] Listed in a fraud case in DRC, Afriland group lodged a complaint against its accusers in Paris – Business in Cameroon
[71] France : Les représailles contre PPLAAF et Global Witness s’intensifient avec de nouvelles procédures-bâillons | Solidaires ; https://www.pplaaf.org/cases/afriland-drc.html
[72] Mining magnate Gertler denies skirting U.S. sanctions in Congo | Reuters
[73] https://www.globalwitness.org/en/archive/ftse-100-mining-company-enrc-must-openly-address-congo-corruption-concerns/
[74] https://home.treasury.gov/news/press-releases/jy0515
[75] https://www.raid-uk.org/blog/drc-congo-stands-lose-3-71-billion-mining-deals-dan-gertler
[76] Affaire Afriland First Bank en DRC: les bonnes affaires du Russe Kirill Parinov (rfi.fr)
[77] https://e.korpurist.ru/525261
[78] https://www.pplaaf.org/cases/afriland-drc.html
[79] Banque: 27 millions US$ soutirés de la Gécamines pour sauver Afriland (mediacongo.net)
[80] https://www.pplaaf.org/downloads/business_as_usual.pdf, pag. 14-15
[81] https://www.businessincameroon.com/index.php/public-management/2403-12451-cameroon-buys-a-lot-from-russia-and-ukraine-but-sells-them-almost-nothing-report
[82] HAFTAR, THE SPY WHO CAME IN FROM THE COLD | IBI World UK
[83] LAVROV, L’AFRICA E IL NUOVO ORDINE GLOBALE | IBI World Italia
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