Africa

La più grande e banale tragedia delle migrazioni nel Mediterraneo

19 Aprile 2015

La scorsa notte un peschereccio proveniente dalla Libia carico di migranti si è capovolto a circa 120 miglia a Sud dalle coste di Lampedusa. Dicono ci sarebbero più di 700 vittime, e solo 28 superstiti, tant’è che si parla già della più grande tragedia nelle storia delle migrazioni nel mar Mediterraneo. Tutto questo passerà già inosservato domani mattina insieme a un caffé caldo e un cornetto, in fondo non è affar nostro quest’umanità disillusa che attraversa i mari privata del minimo di sicurezza, in un precariato non solo materiale ma addirittura esistenziale. Quando qui nella vecchia Europa veniamo a sapere di una qualche falla in un sistema di sicurezza nei trasporti (esempio fresco, lasciare un uomo solo al comando di un aereo) si grida subito allo scandalo, e si corre ai ripari per quanto si può. Se i pescherecci di migranti africani si capovolgono perché nessuno è interessato a prender misure di sicurezza per salvarli, o per una sorta di selvaggia indifferenza nei confronti della vita dei diseredati della terra, ci accontentiamo di provare un lungo brivido di dispiacere che ci attraversa la schiena prima di tornare affaccendati alle nostre giornate. In fondo, quante possibilità avremo mai di trovarci su uno di quei pescherecci? Più probabile saremo su un aereo, più sensato preoccuparsi della sicurezza venduta da Germanwigs.

Proprio pochi giorni fa l’Alto Commissario per i Rifugiati dell’Onu aveva calcolato 950 immigrati vittime di naufragi dall’inizio del 2015: ora il conto sale inevitabilmente e bruscamente con quanto accaduto la scorsa notte. Se i numeri fossero confermati ne verrebbe fuori una cifra quasi raddoppiata. Già il 14 Aprile scorso erano stati recuperati in mare 400 cadaveri: tutti immigrati che erano partiti dalle coste libiche per arrivare in Italia, e prendere le mille strade dell’Europa. La situazione in Libia al momento è esasperata, con lotte di potere tribali, e una massiccia povertà nella popolazione.

A nulla servono i mille appelli internazionali che si rincorrono da tempo, come quello dei giorni scorsi di Save the Children che ha denunciato una massiccia presenta di minori (spesso non accompagnati da nessun familiare) sui barconi diretti verso le coste dell’Europa. Gli unici appelli ”ascoltati” sembrano paradossalmente diventare quelli delle ultrà-destre europee, i messaggi dei trapezisti che si arrampicano sulle macerie delle tragedie per raccogliere voti facili (e di cui potete facilmente immaginare i contenuti).

In alto potete osservare l’altra faccia dell’immigrazione, nello scatto di John Stanmeyer, vincitore del premio World Press Photo 2014: migranti che tentano disperatamente di rintracciare un segnale di linea telefonica ai cellulari per comunicare con casa 

 

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