Africa
I bambini prigionieri di Boko Haram
Si parla poco di ciò che accade in Nigeria, eppure Boko Haram con i suoi militanti in questi anni di conflitto hanno commesso numerosi abusi. Si stima che siano state uccise circa 20.000 persone e più di 2,6 milioni di persone costrette a fuggire dalle loro case. Hanno sequestrato e ucciso civili, spesso bambini. Distrutto villaggi e oltre 900 scuole. Molti ragazzi sono stati reclutati per unirsi ai militanti. Ci sono stati stupri di massa. Le donne e le ragazze prese contro la loro volontà come mogli o schiave. Sono chiamate le “mogli di Boko Haram”. Le storie e le foto di alcune di loro sono riportate nel reportage fotografico di Andy Spyra sul Foreign Policy.
Boko Haram continua a terrorizzare la Nigeria, e pochi giorni fa Human Rights Watch ha lanciato un appello affinchè il governo nigeriano adotti delle misure urgenti per ottenere la liberazione di circa 400 donne e bambini, di cui almeno 300 studenti delle scuole elementari, rapiti un anno fa dalla città di Damasak da Boko Haram.
Il 24 novembre 2014, Boko Haram ha attaccato Damasak bloccando tutte le strade che portano alla città e catturando i residenti e commercianti. Secondo quanto riferito dai testimoni intervistati da Human Rights Watch, i militanti hanno occupato rapidamente la scuola primaria Zanna Mobarti, bloccando al suo interno oltre 300 studenti. La scuola è stata poi utilizzata come base militare, all’interno della quale i militanti di Boko Haram hanno portato decine di altre donne e bambini prigionieri, rapiti in tutta la città.
Le donne sono state separate dai bambini. Alcuni sono morti in cattività dopo essere stati alimentati con cibo putrido, che ha causato loro vomito e diarrea. Human Rights Watch riporta che tra il 13 e il 15 marzo 2015, i soldati del vicino Ciad e del Niger avanzarono su Damasak come parte di un’operazione militare transfrontaliera contro gli insorti. Mentre le truppe si avvicinavano, Boko Haram riuscì a fuggire da Damasak, portando con sé i 300 bambini e altre donne. I soldati del Ciad e del Niger hanno poi scoperto oltre quattrocento corpi in decomposizione in alcune fosse.
Si tratta del più grande sequestro di studenti da parte dei militanti di Boko Haram, tuttavia ha avuto una minore attenzione mediatica rispetto a quanto avvenne nell’ aprile 2014 quando vennero rapite 276 ragazze da una scuola secondaria nel Chibok, 57 delle quali riuscirono a fuggire e le restanti 219 rimasero prigioniere a lungo. In quell’occasione ci fu una campagna di mobilitazione internazionale, soprattutto su Twitter con l’hashtag #BringBackOurGirls.
“Trecento bambini sono scomparsi da un anno, ma non c’è stata una parola da parte del governo nigeriano”, ha riferito Mausi Segun ricercatore di Human Rights Watch in Nigeria. “Le autorità devono svegliarsi e scoprire dove i bambini di Damasak e gli altri prigionieri sono e adottare misure urgenti per poterli liberare”.
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