Railway Diaries è su Crowdfunding
Non abbiamo mai creduto nei confini, in una cortina che separasse un ben definito noi da un ben definito loro. Forse non abbiamo mai ben capito cosa effettivamente definiva il noi e cosa definiva loro. È per questo motivo che Nawart Press, lancia come progetto pilota The Railway Diaries: un viaggio documentario tutto via terra su quella via che è stata per secoli un emblema di congiunzione tra popoli lontani, l’antica Via della Seta.
Per realizzare questo progetto, Nawart ha deciso di rivolgersi al Crowdfunding, che letteralmente significa “finanziamento dalla folla”. Affonda le sue radici ideologiche nel concetto di microfinanza, ovvero la nozione secondo la quale piccole somme, quando sommate, fanno la differenza. Ma non è solo un freddo finanziamento, il crowdfunding è anche un’interazione diretta in cui chi sostiene e chi è sostenuto hanno finalmente la possibilità di comunicare e interfacciarsi diventando complici produttori attivi di un progetto. Questo è lo stesso concetto alla base stessa di Nawart, ed è proprio per questo che è stato così naturale affidarsi al metodo alternativo di finanziamento del crowdfunding. Nawart, infatti, si propone non solo di raccontare le storie della gente comune, sui passi della microstoria, ma anche di aggregare al suo interno giornalisti e promotori di sapere con particolari vissuti e sensibilità che possano quindi ricreare quel mosaico culturale che compone la realtà di un paese superando luoghi comuni e semplificazioni.
Con The Railway Diaries, Nawart Press vuole consolidare e concretizzare il lavoro di squadra come una vera e possibile alternativa all’informazione sugli esteri. Abbiamo scelto come progetto pilota un documentario reportage lungo l’antica Via della Seta, cioè quel simbolo di scambio e di relazioni culturali, commerciali, intellettuali e religiose che nei secoli hanno plasmato la nostra identità. Eppure, al giorno d’oggi, sembra che l’interculturalità sia una prerogativa di hippies e fricchettoni che adottano rituali lontani come il buddismo o il veganismo come segno di protesta anziché essere una pratica di arricchimento ed innovazione per i più come è sempre stata. Allo stesso tempo, mai come oggi siamo sottoposti a relazioni interculturali nel nostro quotidiano, dalla sfera dell’etere telematico a quella più reale del metling pot delle moderne città mete d’immigrazione. Quando saliamo su un autobus in cui metà dei passeggeri provengono da un “altrove”, la curiosità di saperne di più è sopraffatta da una stereotipata xenofobia promulgata dai media tradizionali.
Quello che proponiamo con il progetto The Railway Diaries, e più in generale con Nawart Press, è di diffondere un’informazione diversa, evitando il cliché e mettendo in evidenza le sfumature, rispetto a quella monocromatica dei media tradizionali, con lo scopo di dar un volto e soprattutto una voce a chi di solito non ce l’ha, per far sì che lo scambio culturale serva ad arricchire anziché dividere.
In un’epoca di transizione storica in cui si fa tutto di fretta senza soffermarsi a pensare e guardare chi e cosa ci circonda, in cui i vecchi confini sono obsoleti e se ne stanno ridefinendo di nuovi, e dove la guerra dilaga sotto diverse bandiere ideologiche, un’informazione dal basso che funga da ponte e da tramite culturale è una questione che ci riguarda tutti e da vicino.
Attraverseremo 12 paesi via terra, da Venezia fino alla leggendaria Samarcanda, proprio per dimostrare il fluido e costante amalgamarsi di popolazioni anche quando divise da confini; per questo motivo abbiamo scelto il treno come mezzo privilegiato, per contrastare sia la velocità della Breaking news, sia la categorizzazione di un paese senza senza leggerne le graduali sfumature che caratterizzano le zone di confine. Le storie che cercheremo daranno un’attenzione speciale alla sfera femminile, proprio perché troppo spesso etichettata in categorie che non riflettono la realtà e che allo stesso tempo detiene nelle sue mani il sapere tramandato per secoli di madre in figlio. Dalle minoranze etniche in Kosovo, alle migrazioni della porta europea di Salonicco, dalle lotte di emancipazione del Kurdistan turco alle avanguardie iraniane, dai campi di cotone uzbeki alla borghesia futuristica di Astana, Railway Diaries si propone di raccontare, di condividere e di aprire un dibattito sul delicato tema dei confini attraverso uno sguardo femminile.
Ci siamo rivolte al Crowdfunding, proprio perché condividiamo l’idea di partecipazione collettiva. Perché crediamo che l’informazione non debba essere il frutto narcisistico di un autore ma che debba essere scritta per essere letta.
Railway Diaries è il manifesto e la prima vera realizzazione concreta di Nawart. Con l’aiuto di Crowdfunding e delle piattaforme di giornalismo indipendente che ci sostengono, avremo la possibilità di camminare sulle nostre gambe, e di dimostrare che l’informazione alternativa, nell’accezione di diversa da quella del mainstream, è possibile e diffondibile.
Purtroppo i tempi in cui si bussava alle porte delle redazioni con un’idea in tasca sono finiti, e non solo nel campo dell’editoria ma molto più in generale nella sfera della cultura, dell’educazione e del sapere condiviso. In pratica ci si è chiesti: dove si trovano i soldi per realizzare un progetto culturale quando di soldi ne girano pochi? E la risposta è stata la più semplice. Si cercano là dove si sono sempre cercati: si chiede a chi condivide l’idea e crede nella sua validità.
Railway Diaries è sulla piattaforma di Crowdfunding www.becrowdy.com, al link:
www.becrowdy.com/the-railway-diaries
COME FINANZIARE IL PROGETTO RAILWAY DIARIES
1. Vai su http://www.becrowdy.com/the-railway-diaries
2. Accedi con tuo utente Facebook oppure registrati al sito
3. Scegli la ricompensa che ti piace di più
4. Seleziona il metodo di pagamento: puoi donare tramite la tua carta di credito o prepagata tramite il circuito Paypal oppure con bonifico bancario
5. Attendi la mail di conferma
6. Condividi il progetto su Facebook con tutti i tuoi amici e alla fine della campagna riceverai la tua ricompensa!
Per qualsiasi problema scrivete ad redazione@nawartpress.com
Nessun commento
Devi fare per commentare, è semplice e veloce.