Governo

Turismo, tra il vacuo piano Enit e l’assunzione della consulente di Franceschini

14 Luglio 2016

A due anni esatti dalle «Disposizioni urgenti per […] il rilancio del turismo» varate dal governo Renzi e che trasformarono Enit in ente pubblico economico, il soggetto che dovrebbe occuparsi di promozione del brand Italia sui mercati internazionali del turismo, presenta stamattina il proprio piano strategico 2016-2018. L’appuntamento è alle 11.00 all’Auditorium del Parco della Musica, a Roma. Ed a fare gli onori di casa non ci sarà il ministro Dario Franceschini, bensì il sottosegretario Dorina Bianchi, affiancata dai dirigenti di Enit nominati dal Mibact esattamente un anno fa e di cui si erano perse completamente le tracce da diversi mesi.
La giornata, che sulla carta dovrebbe rappresentare un punto di svolta per Enit, sarà con ogni probabilità ricordata invece come l’ennesimo autogol inanellato negli ultimi anni dal Mibact sulla strada della costruzione di una strategia solida e credibile di promo-commercializzazione del turismo italiano nel mondo. Perché il piano, che abbiamo potuto leggere e che siamo in grado di anticipare, non solo sembra la copia di quello commissionato dal Mibact a Invitalia e costato allle casse statali ben 1,5 milioni di euro, ma di fatto non contiene alcun tipo di pianificazione strategica.
«E’ uno storytelling, nemmeno particolarmente originale e approfondito, che un ente chiamato a declinare i modelli economici con cui aggredire il mercato usando leve finanziarie e industriali, non può permettersi di fare», ci ha detto uno dei massimi esperti di marketing turistico a cui abbiamo sottoposto il documento. Rispetto al quale, peraltro, l’irritazione delle associazioni di categoria e delle Regioni è forte: entrambi lamentano infatti di non aver mai condiviso il piano messo a punto da Enit. Addirittura alle Regioni l’elaborato sarà sottoposto il 21 luglio, una settimana dopo la sua presentazione pubblica.
Al di là degli sgarbi istituzionali, rimane il dato di fondo della grande delusione che sta suscitando il documento preparato da Enit. «Con tutto il rispetto per chi ha materialmente steso il piano – ci ha riferito uno dei maggiori imprenditori italiani del settore a cui abbiamo chiesto un parere “a caldo” – , questo è un lavoro dilettantesco, un collage di banalità, privo di alcun approdo operativo e senza alcuna linea di azione in termini di mercati, di segmenti, di tempi di realizzazione e di risorse allocate sugli obiettivi economici da conseguire». Le risorse complessive, in realtà, sono citate nel piano triennale: lo Stato, come previsto da una convenzione siglata negli scorsi giorni tra il Ministero retto da Dario Franceschini ed Enit, ha messo a disposizione dell’Agenzia poco meno di 84 milioni di euro fino al 2018.

Gianni Bastianelli, dg di Enit
Gianni Bastianelli, dg di Enit

Le premesse del piano parlano di una collaborazione intensa con le Regioni «per definire iniziative promozionali volte alla promozione della nostra Destinazione presso il pubblico domestico»; dello «sviluppo di una strategia digitale della Destinazione Italia attraverso l’utilizzo del portale www.italia.it e dei social media»; della necessità di provvedere alla «ricostituzione dell’Osservatorio Nazionale del Turismo – ONT al fine di dotare il Paese di un punto di raccordo delle tante ricerche svolte in campo turistico, realizzare indagini ad hoc e incidere sulla tempestività della raccolta di dati statistici».
Segue una quindicina di pagine di inquadramento sul «turismo nel mondo», sul «turismo in Europa», «sulla ricettività ed economia turistica italiana», sulle caratteristiche quantitative del «turismo incoming».
Le “linee guida della programmazione triennale” contengono poi una serie di capitoli, sempre descrittivi, su alcuni punti chiave, come il «presidio sui mercati avanzati», il «rafforzamento nei mercati in rapido sviluppo», i «[…] nuovi collegamenti», il «turismo domestico». Ma per ognuno degli ambiti non vi è alcuna indicazione operativa.

Il Ministro Dario Franceschini tra Evelina Christillin e Fabio Lazzerini
Il Ministro Dario Franceschini tra Evelina Christillin e Fabio Lazzerini

Il piano enuncia quindi il capitolo “digitale, Italia.it e social media”. «Il piano di intervento – si legge nelle relative pagine – su Italia.it prevede due fasi: la riorganizzazione e l’ottimizzazione della versione attuale del sito, nel breve termine, e la progettazione/realizzazione di un nuovo sito che superi le rigidità strutturali e i limiti di quello attuale, nel medio termine». Compiti, questi che saranno assegnati al nuovo dirigente a tempo indeterminato, designato ieri pomeriggio dal Cda di Enit a seguito di un bando ad hoc indetto negli scorsi mesi. Il nome del dirigente fresco di nomina circolava con insistenza da settimane e dovrebbe trattarsi, con ogni probabilità, di Roberta Milano, studiosa, blogger, docente a contratto all’Università Cattolica di Milano in materia di marketing e web marketing turistico e Social Media Strategist per VisitLazio. Che è la stessa agenzia della Regione Lazio da cui proviene Gianni Bastianelli, recentemente scelto come dg di Enit. La Milano, però, è anche legata a amicizia stretta con Stefano Ceci, il consulente tuttofare di Dario Franceschini, ed è soprattutto collaboratrice di quest’ultimo. Elemento, questo, che ha indotto il senatore del M5S Bruno Marton a diffondere una durissima nota stampa: «apprendiamo che oggi pomeriggio (ieri, ndr) è prevista una seduta straordinaria del CdA dell’Enit – scrive Marton – convocata d’urgenza per assumere l’ennesimo dirigente inutile […] questa volta si tratterebbe una stretta collaboratrice del Ministro Franceschini […] se fosse davvero così – prosegue il senatore pentastellato – saremmo davanti all’ennesima assunzione d’oro, pagata con i soldi degli italiani».

Le ultime ventiquattro pagine del piano sorvolano infine, con grande genericità, su una serie di ambiti promozionali, come “natura e paesaggi rurali”, “borghi e patrimonio immateriale”, “cultura diffusa e poli museali minori”, “cammini e itinerari religiosi”, “food e itinerari del gusto” e “lusso”.
«Avrebbero potuto copiare da Spagna, Portogallo, Francia, addirittura dalla Slovenia – ha sottolineato amaro un esponente di una associazione di categoria – ma non sono nemmeno riusciti a fare questo».
Di fronte ad un quadro sempre più imbarazzante e politicamente indifendibile, aggravato dallo stato di abbandono in cui versano da mesi gli “avamposti” di Enit all’estero, potrebbe dunque subire una netta accelerazione la realizzazione del piano B di Matteo Renzi: l’accorpamento di ciò che resta di Enit nell’Ice, con la contestuale assegnazione al Ministero dello Sviluppo di Carlo Calenda della direzione generale del turismo, ora parcheggiata al Mibact.
@albcrepaldi

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