Partiti e politici
Turismo, le ricette di 10voltemeglio, Lega, Movimento5Stelle
Il turismo, al pari di altri argomenti, è stato evocato da tanti aspiranti parlamentari, in questa fiacca campagna elettorale. Ma concretamente ben pochi partiti che si candidano a guidare l’Italia hanno elaborato una vera e propria piattaforma su un comparto economico che vale più del 10% del PIL e dà lavoro a 2,7 milioni di addetti. Delle forze politiche in corsa all’appuntamento elettorale del 4 marzo, solo tre spiccano per aver posto al centro della propria proposta al Paese, ai suoi elettori il tema del turismo. Partiti che qui elenchiamo in rigoroso ordine alfabetico: 10voltemeglio, Lega, Movimento5stelle.
Di queste tre formazioni abbiamo intervistato altrettanti esponenti di primo piano: Mattia Fantinati per il M5S, Alessandra Priante per 10voltemeglio – che ha “sfidato” le complicazioni tecnologiche dovute al maltempo che ha colpito l’Abruzzo in questi giorni – e Gianmarco Centinaio per la Lega.
Rivisitazione della governance, sburocratizzazione, detassazione, riforma dell’Enit – definita un inutile carrozzone -, al centro delle proposte di Mattia Fantinati, parlamentare uscente del M5S
https://youtu.be/QnJLA4NJEL0
Su innovazione, digitalizzazione, governo dei dati e dei flussi, riforma della tassa di soggiorno, necessità di una leva politica migliore, sostegno alle imprese del settore punta invece Alessandra Priante, cervello prestato alla politica
https://youtu.be/dmfIDk2RIgQ
Gianmarco Centinaio, capogruppo della Lega al Senato ed imprenditore del turismo, si focalizza infine su insufficienza delle politiche messe in campo sul turismo in questi anni, riforma della governance, ristrutturazione qualitativa di Enit, lotta all’abusivismo ed alla concorrenza sleale, competenze nei posti chiave
https://youtu.be/H1FqhsGkss8
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Caro Crepaldi,
ho letto con interesse il suo articolo in cui sostiene che soltanto Lega, Cinque Stelle e 10 volte meglio abbiano messo il turismo al centro dei loro programmi. Mi spiace che lei non abbia notato l’attenzione riservata al turismo da Fratelli d’Italia e da Giorgia Meloni, la quale nella sua recente visita alla Bit ha addirittura sottoscritto un vero e proprio patto per il turismo. Un’attenzione che peraltro è rafforzata dal mio impegno personale, prima da europarlamentare relatore della nuova strategia europea del turismo e di altri importanti provvedimenti in materia, ora come direttore dell’Agenzia regionale per la promozione turistica della Liguria. Non solo, Fratelli d’Italia oggi esprime due Assessori regionali al turismo (Pappalardo in Sicilia e Berrino in Liguria) su quattro regioni governate dal centrodestra. Temo sia tardi per rimediare ma le chiedo di dare conto di questo impegno costante e sincero a sostegno di un settore che può rappresentare una leva decisiva per il rilancio economico del nostro Paese. Un caro saluto.
Carlo Fidanza
Fratelli d’Italia
Risposta dell’autore delle interviste
Egregio Fidanza,
innanzitutto grazie dell’attenzione riservata alle interviste. Senza mettere in discussione l’impegno di FDI sul turismo, desidero confermarle che la nostra osservazione ha preso le mosse dai programmi elettorali. Purtroppo nei 15 punti di sintesi del programma di Fratelli d’Italia viene fatto un generico riferimento al turismo (“Italia tempio della bellezza e della cultura come volano per il settore del turismo”). Mentre nella versione più esplosa del programma stesso si citano concetti certo importanti ma un po’ troppo poco specifici ed articolati (“Intervento con strumenti per sviluppare una politica di sistema, indispensabile per poter sostenere la competizione con i Paesi concorrenti. Gli aspetti su cui insistere sono due: potenziamento della rete di servizi e investimenti sulla formazione degli operatori.
Investimento sul turismo e promozione del marchio “Italia”, mettendo a sistema le attrazioni e collegandole con chi offre ospitalità, ristorazione, servizi di guida, piuttosto che con l’agroalimentare, rendendo accessibile la rete e non il singolo monumento.
Forte ed incentivante politica di defiscalizzazione, anche tramite ricorso all’istituto del credito d’imposta, a favore del privato che intenda investire in infrastrutture connesse al turismo ed all’ampliamento e miglioramento delle strutture ricettive di accoglienza.
Formazione decisa, moderna, innovativa degli operatori e riqualificazione di quelli esistenti. Basta con gli improvvisati.
Avvicinamento della scuola e dell’università al mercato del lavoro, riducendo la distanza tra l’esigenza di competenze delle imprese e l’offerta fin qui disponibile. Rimodulare gli indirizzi formativi rivolti al turismo, dagli istituti professionali alle Università”) se messi a confronto con le piattaforme messe a punto dalle forze che siamo andati ad intervistare.
Un caro saluto.
Alberto Crepaldi
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