Partiti e politici
Turismo, in Enit e Mibact s’allunga la lista di promossi e predestinati
Si allunga la lista di miracoli, preveggenze, promossi ad arte, predestinati, che ha contraddistinto la gestione del turismo al Mibact e di Enit negli ultimi anni. E ciò avviene negli stessi giorni in cui il nuovo Parlamento sta prendendo compiutamente forma e vanno intensificandosi i colloqui tra Centrodestra e M5S per dar vita ad un governo di legislatura.
All’ente del turismo è freschissimo l’avanzamento di carriera di cui è stato beneficiario Alessandro Petroli, vecchia conoscenza del sottobosco della politica romana, che, prima di approdare in Enit, ha ricoperto il ruolo chiave di segretario del consiglio di amministrazione con delega al CED in seno a Promuovitalia. Pilotata verso il fallimento a seguito del famoso Decreto Art Bonus firmato dall’ex ministro Dario Franceschini, la società ha vissuto per almeno due anni una situazione a dir poco caotica, da cui hanno tratto origine diverse indagini promosse dalla procura di Roma, una delle quali anche per la redazione non fedele di verbali, a cui faceva riferimento, in una nota riservata , Nicola Favia, componende del CdA dimessosi a marzo del 2014.
Genero dell’ex parlamentare Andrea Augello, già collaboratore di Marcello Taglialatela – influente parlamentare di Fratelli d’Italia non rieletto e balzato agli onori delle cronache a marzo dello scorso anno per una foto in cui, assieme al collega di partito Ignazio La Russa, espone una sciarpa con la scritta ‘Juve Merda‘ – Petroli è stato promosso dal consiglio di amministrazione presieduto da Evelina Christillin a quadro direttivo. La promozione, che ha portato con sé l’ennesima variazione al regolamento di organizzazione dell’ente, avrebbe dovuto essere autorizzata dal Mibact, che su Enit svolge istituzionalmente una funzione di vigilanza. Ma, come risulta a Gli Stati Generali, sulla scrivania del direttore generale del turismo al Ministero – Francesco Palumbo -, non è giunta alcuna richiesta in tal senso. E ad oggi lo stesso Palumbo pare non abbia compiuto alcun atto utile a far tornare il CdA dell’ente di promozione del turismo sui propri passi.
Non è la prima volta che Enit compie forzature in tema di organizzazione del personale. Basti pensare al recente catapultamento dell’avvocato Massimo Perrino, già dipendete di Enit, al vertice della direzione per gli affari giuridici. Messa in piedi ex novo dal consiglio di amministrazione, modificando così l’assetto organizzativo dell’ente, senza che la decisione del CdA fosse vagliata e ratificata dal Mibact. Il caso, sollevato da Gli Stati Generali, ha generato un cortocircuito nei rapporti tra Enit e Mibact, al punto che Palumbo, in una missiva ai vertici di Enit dai toni molto aspri, ha censurato “la mancata sottoposizione all’autorizzazione dell’amministrazione vigilante-Mibact delle operate modifiche al regolamento di organizzazione ed alla contemporanea nomina a dirigente dell’avvocato Perrino”. Dalla lettera di Palumbo è scaturita poi una presa di posizione del Collegio dei revisori dei conti di Enit, che di fatto ha preso le distanze dal Cda, affermando “che i provvedimenti in parola – creazione di una nuova dirigenza e nomina di Perrino – sono stati presentati al Cda senza consentire un preventivo esame degli stessi e della relativa documentazione da parte dell’Organo di controllo e quindi il Collegio non ha potuto esprimere in quella sede la propria valutazione”.
Sempre in Enit, in questi anni, abbiamo assistito a nomine largamente previste. Senza che ci sia stato bisogno di una sfera di cristallo o del possesso di poteri paranormali. Basti pensare alla cooptazione di Roberta Milano come dirigente a tempo indeterminato dell’area innovazione e sviluppo digitale. Il nome della Milano, subito dopo la pubblicazione del bando di selezione, aveva cominciato a circolare con insistenza. Addirittura prima della designazione ufficiale, l’ex senatore del M5S Bruno Marton diffuse, forte della conoscenza delle dinamiche di assunzione in enti pubblici più che ispirato da doti di preveggenza, una nota stampa molto dura: «apprendiamo che oggi pomeriggio è prevista una seduta straordinaria del CdA dell’Enit – scrisse Marton – convocata d’urgenza per assumere l’ennesimo dirigente inutile […] questa volta si tratterebbe una stretta collaboratrice del Ministro Franceschini […] se fosse davvero così – prosegue il senatore pentastellato – saremmo davanti all’ennesima assunzione d’oro, pagata con i soldi degli italiani».
Roberta Milano, la risorsa su cui l’ente aveva puntato tutto per il proprio rilancio, si è poi dimessa, come è noto. E, dopo la nascita di una nuova direzione aziendale in sostituzione di quella che era stata occupata dalla Milano, è partita una nuova selezione. Conclusasi, come atteso, con l’incarico di direttore marketing e promozione affidato a Maria Elena Rossi – stranamente indicata come Maria Rossi in tutti gli atti del concorso – , già direttore generale di Piemonte Marketing e considerata molto vicina a Evelina Christillin. Una selezione, dunque, dall’esito considerato da tanti già scritto, che però ha fatto sorridere gli addetti ai lavori pure per un altro particolare: il relativo bando richiedeva infatti “la comprovata conoscenza di almeno 2 (due) lingue straniere parlate e scritte, attestate e certificate”. Quelle due lingue che non sono mai state chieste come pre-requisito essenziale a Gianni Bastianelli, attuale direttore esecutivo di Enit e che comunque, vista la conoscenza sufficiente della sola lingua inglese menzionata nello stesso curriculum, non potrebbe mai certificare.
Di predestinati sono ricchi anche i piani alti del Mibact. A partire dal direttore generale del turismo. Uomo con simpatie centriste, già dirigente cultura alla Regione Puglia, rottamato con l’elezione di Michele Emiliano, poi parcheggiato dalla politica, per un mesetto, a Roma Capitale, Francesco Palumbo deve la sua ascesa al rango di direttore generale alla benedizione di Michela De Biase, seconda moglie di Dario Franceschini. Dal cilindro di Stefano Ceci, ascoltato consigliere dell’ex ministro della cultura e del turismo, è uscito invece il nome di un altro dirigente ministeriale, Francesco Tapinassi. Personaggio noto soprattutto in Toscana grazie all’esperienza maturata in tema di turismo maremmano, Tapinassi, il cui incarico dirigenziale scadrà il prossimo 18 giugno, ha inviato nelle scorse settimane una lettera al direttore generale Palumbo, che pareva essere il definitivo congedo dal ministero. Ma un altro miracolo potrebbe essere dietro l’angolo. Perché non solo dentro il Mibact si fanno sempre più insistenti le voci secondo cui Palumbo starebbe predisponendo gli atti di un veloce interpello – percorso attraverso cui le pubbliche amministrazioni reclutano dirigenti non generali non presenti nella stessa PA – con cui confermare, per altri tre anni, Tapinassi. Alla faccia di un galateo burocratico che imporrebbe di tenere le bocce ferme almeno fino all’insediamento del nuovo Governo. Aspetto, quello del possibile rientro in campo di Tapinassi, che, unito ad una attività di vigilanza del Mibact su Enit rivelatasi anche nella vicenda di Petroli troppo blanda, non deve essere sfuggito a Gian Marco Centinaio, responsabile del turismo per la Lega e appena confermato capogruppo al Senato: l’esponente leghista, in una nota diffusa ieri, parla infatti di “un ministero dei Beni Culturali e Turismo che invece di controllare seriamente l’operato dell’ente nazionale di promozione turistica, continua a distribuire obolini e contrattini”.
@albcrepaldi
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