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Turismo, Cdp e i consigli del manager veggente

8 Agosto 2017

E’ di pochi giorni fa l’annuncio di Cdp della volontà di entrare nel capitale di Hotelturist S.p.A. (TH Resorts), società padovana a capo di una piccola catena di alberghi e villaggi in una serie di località turistiche italiane. L’azienda, presieduta Graziano Debellini, uomo molto influente di Comunione e Liberazione ed in passato leader nazionale della Compagnia delle Opere, è controllata da una holding anonima con sede in Lussemburgo. E, non essendo ancora disponibile il bilancio dello scorso anno, le uniche certezze economico-finanziarie su TH Resorts sono offerte dai conti degli esercizi 2014 e 2015. Che evidenziano perdite complessive per 750 mila euro.

L’investimento di Cdp
, posto in essere attraverso un aumento di capitale che consentirà alla società veicolo Cdp Equity di detenere il 46% di TH Resorts, sarà pari a 20,4 milioni di euro. Andranno ad aggiungersi alle decine di milioni di euro che la stessa Cassa Depositi ha appena messo sul piatto per acquistare, proprio da TH Resorts, un paio di alberghi presenti in luoghi dove peraltro lo Stato già detiene delle strutture o ha in atto progetti di sviluppo turistico.

«Con l’ingresso nel capitale di TH Resorts», sottolinea la nota di Cdp «il Gruppo Cdp intende supportare il piano di sviluppo della società che prevede di raddoppiare le dimensioni aziendali con l’apertura di oltre 10 nuove strutture alberghiere nei prossimi cinque anni […] TH Resorts punta ad aumentare di 3.500 unità gli addetti diretti e indiretti passando dagli attuali 5.000 ad un totale di 8.500».

Le premesse sembrano appartenere alla trama di un film già visto. Che non è quello ruotato attorno all’ottantina di milioni di euro investiti dagli uomini di Cdp, tra il 2014 ed il 2015, sulla catena Rocco Forte, società londinese presente in Italia con tre alberghi molto lussuosi, al tempo fortemente esposta verso una serie di istituti di credito. Anche in quel caso l’operazione, la prima effettuata da Cdp nel perimetro dell’industria turistica, fu giustificata con generici richiami alla «disponibilità del gruppo alberghiero londinese a concentrarsi su un piano di sviluppo del mercato italiano». Piano di cui, però, e come abbiamo scritto più volte, si sono perse definitivamente le tracce.

La notizia dell’operazione su TH Resort riporta invece alla memoria, seppur con sfumature differenti, il film messo in scena negli ultimi 15 anni da Italia Turismo, uno dei più grossi buchi neri nel ‘turismo di Stato’, in grado di generare, solo negli ultimi cinque esercizi, ben 45 milioni di perdite. Anche nel caso di Italia Turismo non si contano i pomposi comunicati stampa con cui vennero di volta in volta annunciati grandi investimenti nel settore con conseguenti ricadute assai positive in termini occupazionali. Ma Italia Turismo, ormai sulla via della definitiva liquidazione, sarà tristemente ricordata perché dell’originario progetto di investire, come recitava una nota stampa del 2003, «770 milioni di euro – poi ridotti a meno di 200 negli anni successivi – nel turismo, dando lavoro a 11.700 addetti ed attivando flussi turistici per 2.370.000 unità all’anno» c’è ben poca traccia.

Il link a Italia Turismo è importante perché può offrire alcune chiavi di lettura delle recenti mosse di Cdp sui temi del turismo. Della società controllata da Invitalia è stato infatti amministratore delegato, dal 2008 al 2010, nella stagione del lancio di fantasmagorici piani di sviluppo, Gaetano Casertano, il principale artefice degli investimenti di Cdp in Rocco Forte. Ma soprattutto di quelli in TH Resorts, dove lo stesso Casertano è da poco divenuto amministratore delegato. Personaggio ben introdotto nel sottobosco della politica italiana, da anni nell’orbita di Confindustria, un padre alto ufficiale della Guardia di Finanza che gli fornisce le chiavi per entrare nell’inner circle del potere romano, Casertano, secondo quanto riporta uno dei suoi curriculum presenti in rete, ha rivestito diversi ruoli di primo piano in altrettante società. Al di là della parentesi in Mittel – nel febbraio del 2015 è designato direttore generale, carica che lascia anticipatamente appena un anno dopo, con una buonuscita di circa 700 mila euro – la carriera di Casertano si è sviluppata in realtà attive nel real estate. Dal 2002 al 2006 è Chief Finance Officer in Grandi Stazioni Spa – di cui nel 2014 diviene, per pochi mesi, direttore generale – , assume quindi l’incarico di direttore centrale ‘Tourism Asset’ per Pirelli RE fino al 2008 e, dopo il biennio come ad di Italia Turismo, approda a Risanamento Spa in qualità di direttore finanza e controllo, rimanendovi per 4 anni.

Un curriculum ricco quello di Casertano. Che però ha sempre dimenticato di evidenziare la sua qualità di veggente, capace come è stato di leggere nel destino degli affari di Cdp in materia di turismo. Perché Casertano, addirittura 30 mesi fa, subito dopo l’operazione di Cdp su Rocco Forte e di cui è stato ascoltato consulente, profetizzava ciò che è accaduto in queste settimane. «Con Rocco Forte e TH Resorts», affermò Casertano a Il Mattino di Padova, «si potrebbe creare un primo nucleo che può diventare polo di attrazione per altre società»: è lo schema seguito da Cdp. Per conoscerne con largo anticipo i passi nel settore del turismo, d’ora in poi sarà bene monitorare le affermazioni pubbliche di Casertano invece che affidarsi alla sfera di cristallo.

@albcrepaldi

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