Mobilità
Mal d’auto: cosa non fare e come provvedere
Il termine di origine greca Cinetosi indica un disturbo banale ma che a volte trasforma il viaggio in un incubo.
La Cinetosi, a volte correlata all’alimentazione prima del viaggio, a volte indipendente da questa, è un disturbo polifunzionale che interessa più sistemi ( Sistema Nervoso, oto-vestibolare, gastro-intestinale) e interviene durante uno spostamento con un mezzo di trasporto (nave, ossia mal di mare; aereo ossia mal d’aria e più spesso mal d’auto.)
Come si manifesta in auto
Dopo l’inizio del viaggio, solo alle prime curve, appaiono sintomi come vertigo, nausea, talora emicrania, senso di disorientamento, sudorazione fredda, di tipo vagale. I sintomi della cinetosi sono più che fastidiosi specie per l’insorgenza brusca e, di solito, iniziano con disagio percepito a livello dell’addome con malessere e nausea. Questi sintomi possono essere seguiti da una seconda serie di manifestazioni più gravi, tra cui: pallore, sudorazione, vertigo, vomito, cefalea, sonnolenza, prostrazione e senso di irritazione. I soggetti più a rischio sono i bambini, donne gestanti, emicranici esposti a fattori predisponenti quali variazioni termiche brusche, rumori indoor nell’abitacolo e deficit di ventilazione e ricambio d’aria.
Perchè
Si ritiene che la cinetosi sia scatenata da un conflitto tra gli stimoli provenienti dai sistemi deputati al controllo di visione ed equilibrio (apparato vestibolare): il cervello, di conseguenza, riceve informazioni contrastanti o addirittura di segno opposto che attivano i sintomi della cinetosi.
Infatti è verosimile che la cinetosi sia causata da un conflitto di informazioni tra i sensi. Il cervello elabora ed aggiorna costantemente le informazioni relative a posizione spaziale, accelerazione temporale e bilanciamento del corpo, percepite da occhi e sistema vestibolare. Tuttavia, se i messaggi provenienti da questi due sensi sono discordanti, con la rotazione del sistema auto + soggetti, ossia durante le curve, il cervello può “andare in tilt” e provocare i sintomi della cinetosi. Ad esempio, viaggiando in auto a più di 30 km/h, il disturbo può insorgere perché il cervello elabora l’informazione visiva del movimento, mentre quella del sistema vestibolare, informa della fissità della posizione in auto. E’ nella curva che lo squilibrio si manifesta per la rotazione spaziale “non registrata “ dal sistema vestibolare. Questa mancata corrispondenza degli stimoli recepiti può scatenare i sintomi della cinetosi, come nausea e vomito. Un evento scatenante è infatti la lettura in auto che mette in moto apparato vestibolare, visivo e cerebrale, il tutto in movimento può facilmente squilibrarsi
Chi la causa: il guidatore o la tipologia della vettura?
La risposta è che entrambi le situazioni possono essere determinanti. In molti casi, il passeggero accusa il guidatore di essere causa del malessere per una guida anomale e non lineare, ad esempio sterzate brusche, accelerazioni improvvise seguite da frenate improvvide. Non minore il ruolo del tipo di trazione della vettura. Nelle auto a trazione integrale o anteriore, il grip sulla strada evita il rollio che invece spesso è sostenuto dalla trazione posteriore. Chi debba viaggiare su un auto a trazione posteriore e soffra di cinetosi, cerchi di guadagnare i posti anteriori. Bambini che viaggiano nei sedili posteriori sono più esposti alla cinetosi perché in prossimità del centro di propagazione del rollio (asse posteriore) e spesso posti in posizione più alta con seggiolini Isofix. L’effetto cinetosico è ancora maggiore nelle auto con baricentro alto che nelle curve subiscono effetto imbardata con spostamento dell’asse laterale fino ad un max di 20-25°. In questi casi il brusco spostamento del baricentro evoca la sensazione fastidiosa della nausea.
Anche ad un ispezione visiva superficiale, la maggior parte delle vetture, tedesche in genere, che adottano la trazione posteriore, tendono a avere i sedili abbassati al massimo nel tentativo di posizione i passeggeri più in basso possibile vicini al baricentro.
I rimedi sono empirici e farmacologici.
- Se possibile, scegliere itinerari extraurbani lineari con il minor numero di curve;
- prima di mettersi in viaggio assumere un pasto leggero e mangiare di tanto in tanto un grissino o un cracker, meglio senza bere;
- sistemarsi nel punto più stabile del veicolo (nella zona centrale dell’auto sopra il tunnel, sui sedili anteriori dell’auto) distrarsi, mantenendo lo sguardo circa a 45° al di sopra dell’orizzonte con l’asse del cranio eretto e non reclinato sul torace;
- non leggere, limitare i movimenti della testa e del corpo (la posizione supina o semisdraiata con la testa ferma è la migliore); evitare di fissare i punti in movimento;
- soprattutto per i bambini è importante che essi possano distrarsi giocando all’interno dell’abitacolo;
- somministrare qualche caramella per attivare la meccanica buccale;
- non focalizzare i pensieri sulla paura di star male;
- evitare, se possibile, fattori nocivi come il fumo, l’aria viziata, l’affollamento e il caldo delle sale comuni e assicurarsi un continuo ricambio d’aria;
- un luogo comune vuole che chi è impegnato a guidare sia immune dal malessere e i passeggeri non impegnati in conversazioni o altre attività siano più a rischio. Effettivamente la distrazione, compatibile con la guida, può, solo in questo caso, essere utile.
- poco utili i sacchetti per il contenuto gastrico: il vomito durante il movimento eccita altri conati;
- se poi il disturbo interessa anche il guidatore, l’unico rimedio è quello di interrompere in qualunque modo il viaggio. Impossibile e pericolosa la guida.
Se questi provvedimenti non sono sufficienti si deve ricorrere ai farmaci per somministrazione preventiva perché richiedono alcune ore per essere efficaci.
I farmaci anticinetosici, da assumere per tempo prima di iniziare il viaggio, sono gli anticolinergici come la scopolamina (cerotto, a lento rilascio, apposto almeno 2 ore prima di iniziare il viaggio) o antistaminici. I primi hanno qualche controindicazione nei pazienti con glaucoma o ipertrofia della prostata. Può causare secchezza della bocca, dilatazione della pupilla con conseguenti disturbi alla vista (più frequenti dopo le 24 ore di applicazione), sonnolenza (anche se in misura notevolmente inferiore rispetto agli anti-istaminici), disturbi che possono protrarsi anche dopo la rimozione del cerotto. Tra gli antistaminici, il dimenidrinato, in compresse o supposte (es.: Valontan, Xamamina) o gomme da masticare (es. Travelgum). La sua efficacia è paragonabile a quella della scopolamina, ma la durata dell’effetto è limitato a 4-6 ore (l’assunzione può essere ripetuta se il viaggio si protrae). Indispensabile evitare l’assunzione contestuale di altri farmaci sedativi del sistema nervoso ed alla stessa stregua vanno evitate le bevande alcoliche.
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Biblio
Ferrara A et al. Fisiologia Clinica alla guida, Piccin Padova, 2015, Capitoli 14 e 15
Ferrara A. et al. Fenomeni biodinamici alla guida, Agorà & CO, Lugano, 2008,
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