Turismo
La Valsassina colpita anche dal caldo
Arrivo in Valsassina, circa otto anni fa. Alla ricerca di una casa vacanze. Spinto da mia moglie amante della montagna, ci stabiliamo a Barzio, considerato il principale centro turistico. Per me questo posto esisteva solo sulla cartina geografica, amante del mare e dei viaggi, arrivavo al massimo a Lecco, dove ho veleggiato per anni, facendo parte di uno dei tanti circoli velici presenti sul lago. La montagna non è mai stata la mia passione, poi per me montagna significava Dolomiti, Trentino, Valle d’Aosta, non perché le conoscessi, sia chiaro, ma vittima di una profonda ignoranza, era più semplice conoscerne la fama. Valsassina… Che roba è??
Mi approccio con estrema diffidenza all’idea di prendere in affitto una piccola casa che ci costringerà a passare a Barzio diversi weekend invernali. Prendiamo la prima che ci fanno vedere, in quindici minuti, constatato che lo spazio è sufficiente anche per i bambini, firmiamo il contratto. Il mio atteggiamento è stato del tipo “via il dente via il dolore”, i dolori qui però erano due, il primo il rischio di un’affannosa e noiosa ricerca dell’appartamento idoneo, come detto rapidamente risolto, il secondo rappresentato dai miei futuri weekend a Barzio e qui mi rassegnavo ad un dolore continuativo. A distanza di otto anni posso dire di aver fatto un’ottima scelta, ho scoperto la montagna fino a quel tempo poco conosciuta, spingendomi ad apprezzare poi montagne sicuramente più famose e blasonate e coltivando nel frattempo la voglia di tornare poi ai piedi delle Grigne, oramai diventate le “mie” montagne, dove pratico i miei hobby e do sfogo alla mia voglia di sport.
In questi giorni di vacanza siamo qui, c’è poca neve, ma per fortuna è molto diverso dall’anno scorso. Qui le case disponibili, in vendita o in affitto, sono molte, incontro Giovanna Piloni agente immobiliare e Assessore ai servizi sociali, cultura e istruzione del Comune di Barzio, che mi racconta di una ripresa del mercato. “Era da molti anni che non stipulavo contratti di affitto per un lungo periodo, oltre a nuovi clienti, chi in genere stipulava contratti brevi e stagionali, li ha convertiti in annuali. Probabilmente la paura di nuove restrizioni ha portato la gente a impegnarsi per la seconda casa, per un periodo più lungo, anche in previsione delle vacanze estive in un luogo vicino a Milano. Si è ripreso leggermente anche il mercato della compravendita , vista l’offerta a prezzi tutto sommato ancora abbordabili.”
La valle vive di sport invernali, Giovanna Piloni rievoca l’inverno passato quando gli impianti sono stati chiusi da un giorno all’altro, mettendo in seria difficoltà tutto l’indotto degli operatori turistici. “Era tutto chiuso come dimenticarci del lockdown totale, oltre allo sci era fermo qualsiasi tipo di attività, la gente confinata nelle case anche a Capodanno, i ristoranti funzionavano solo con l’asporto. La stagione sciistica completamente fallita.”
Posso vantarmi di non aver mai indossato uno scarpone da sci (in realtà non è un vanto, ma una grossa mancanza e un po’ ne soffro) però i miei figli hanno imparato qui il nobile sport invernale. Ci siamo auto inflitti levatacce per prepararci alla giornata di sci, ai vicini Piani di Bobbio, dove i bambini sciano in compagnia dei maestri e della madre sciatrice esperta. Incontro Matteo Concari, direttore da dodici anni della scuola sci Piani di Bobbio, che con i suoi settanta maestri è la terza scuola più grande della Lombardia, dopo Ponte di Legno e la scuola sci centrale di Livigno: “All’inizio siamo partiti alla grande, sfiorando i numeri del 2019, non me l’aspettavo, durante il ponte dell’Immacolata anche il clima ci è venuto in aiuto, con nevicate che ci hanno permesso di fare il fondo per provvedere poi all’innevata artificiale. In quei giorni il Covid non faceva paura come oggi, i contagi erano minori, sono arrivate prenotazioni per le vicine feste natalizie. Viviamo però quotidianamente con l’ansia dell’aumento dei contagi, da parte nostra siamo ligi nel far rispettare le regole a tutti gli utenti, evitando code e assembramenti però non possiamo garantire che gli stessi le rispettino durante la giornata, certo il fatto di essere all’aria aperta aiuta, confido nel buon senso delle persone.”
Per quanto mi riguarda, alla mia tenera età, non ho nessuna intenzione di infilare i miei piedi in quel miscuglio di materiale plastico rigido con all’interno gomma piuma, schiuma plastica e scendere in velocità su due attrezzi identici anche se costruiti in materiale prezioso tipo fibra di vetro kevlar o addirittura titanio, (in realtà non ci provo perché sono un fifone). Visto che amo gli sport di endurance, trovo nello sci da fondo il giusto compromesso per vivere la montagna, praticando anche uno sport sulla neve. La paura c’è anche qui, sono scarso, però mi diverto e questa è la cosa che conta.
Nei periodi pre Covid ai Piani di Bobbio, si registravano durante le feste natalizie circa 8.000 ingressi con punte fino a 12.000. “Presenze così numerose mettevano e mettono tutt’ora sotto stress il sistema, continua Giovanna Piloni, le strutture non sono adeguatamente dimensionate per reggere un così forte numero di presenze. Sulle piste a Bobbio, le persone si disperdono tra sciate, passeggiate e meritati ristori affollando i rifugi. Ma dopo una giornata sulla neve, la vicina Barzio non è in grado di ospitarle, per evidenti limiti ricettivi di parcheggio e quindi molti tornano a casa.
“Spero – continua Giovanna – che vada in porto il grande progetto che abbiamo recentemente proposto di realizzare nella zona esterna al paese, una grande area di raccolta macchine, con un enorme parcheggio e un nuovo collegamento dallo stesso alla funivia con una nuova strada, più ampia e più idonea al transito dei pullman. Il progetto è stato richiesto alla Regione Lombardia, con i Patti Territoriali. L’attuale via Todeschini, pur percorribile, dimostra i suoi limiti al solo incrocio di due pullman. Il progetto si compone di tre lotti: il primo è l’ampliamento della strada e la creazione dei parcheggi, il secondo lotto riguarda la costruzione del silos, con il collegamento alla funivia e infine l’entrata diretta dalla strada che entra a Barzio alla zona parcheggi. Questo non vuol dire tagliar fuori il paese ma permettergli di respirare. Speriamo che ciò si realizzi prima delle prossime olimpiadi invernali.”
Nella mia permanenza incontro una comunità fantastica, fatta di persone che lavorano, non si risparmiano e fanno di tutto per rispettare le tradizioni del luogo Forse li si può trovare un po’ chiusi, a volte introversi, ma frequentandoli con rispetto, presto si diventa uno di loro. Qualcuno un po’ “snob” ne ha un giudizio non sempre positivo, a queste persone consiglio di frequentare località montane più adatte al loro modo di essere, fortunatamente il nostro Paese ne è ricco. Barzio si trova ai piedi dei Piani di Bobbio, una delle località sciistiche più famose della Lombardia, che è la sua forza ma al tempo stesso la sua debolezza. La vicinanza a Milano fa si che le persone raggiungano le piste e ritornino in giornata, non soggiornando nella piccola cittadina che raccoglie solo una piccola parte di turisti.
Il Direttore della scuola di sci, Matteo Concari, mi confida che oltre alla preoccupazione del Covid si aggiunge quella della neve, ad oggi scarsa. “Se non nevicherà a breve, non posso dire che rischiamo di chiudere, ma il problema diventerà importante, la neve caduta in questa stagione è veramente poca rispetto a quella dello scorso inverno dove paradossalmente copiose nevicate suscitavano l’amarezza per non poterne godere, in quanto chiusi. Quest’anno ci ha dato una mano la Regione Lombardia, sia concedendo ai bambini lo sky-pass gratuito fino al 24 dicembre, sia mettendo a disposizione della scuole di sci cinquemila ore di lezione al prezzo di soli 5 Euro. Praticamente la nostra scuola acquistava i voucher dalla Regione, previa prenotazione delle lezioni da parte dei clienti, questo ci ha permesso di attirare turisti, anche durante la settimana.”
La pandemia ha messo a dura prova la comunità montana che vive soprattutto di turismo e come se non bastasse quest’anno, oltre alla poca neve, ci si mette anche l’anticiclone africano, che prospetta temperature da tarda primavera proprio nel periodo di maggior afflusso, le feste natalizie e di fine anno. Continua Matteo Concari “La stagione promette bene, noi siamo una realtà che non vive di settimane bianche come Livigno e il Tonale, con grandi strutture alberghiere e turismo estero, anche noi riceviamo disdette da parte di clienti e non nego che in questi ultimi giorni anche qualche maestro è risultato assente per Covid, però siamo sicuramente meno penalizzati, le disdette per noi hanno un impatto diverso.”
Certo le temperature di questi giorni sono minacciose, non resta che sperare nella neve, in qualche vaccinato in più e qualche contagiato in meno.
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