Turismo
ITB 2023: il futuro del turismo va in scena a Berlino
Dopo 3 anni di stop dovuti alla crisi pandemica, la più importante fiera europea dedicata al turismo, ITB Berlin, ha riaperto i battenti. Dal 7 al 9 marzo sono andati in scena meeting, convention e incontri nell’ampia cornice espositiva della Messe, la vasta fiera collocata nella capitale tedesca.
Mare ed esotismo
A farla da padrone sono state le destinazioni di mare, con Spagna e Grecia a contendersi lo scettro di maggiormente attrattive tra le destinazioni europee e l’Italia non molto distante.
Se gli spagnoli potevano farsi forza di un investimento consistente che ha consentito loro di promuovere a dovere ogni provincia o regione, la Grecia, pur avendo a disposizione una metratura più ridotta, ha saputo giocare sulla sua storia, le sue tradizioni e le sue spiagge. Degno di nota è stato lo stand cipriota, dotato di simpatico bartender che offriva Brandy Sour e Virgin Mojito a chiunque si trovasse a passare da quelle parti. Non da meno è stato il Veneto, che all’ora dell’aperitivo non ha fatto mancare il suo celebre Spritz, o meglio Spriss, come dicono a quelle latitudini. Le bollicine, come in ogni fiera, hanno riscontrato un buon successo e sono state riproposte anche in stand minori, come ad esempio quello delle Barbados, dove di rum se ne intendono e ci tengono a farlo sapere. Degustare per credere.
In generale, gli stand che promuovevano il turismo balneare sono stati molto apprezzati, forse anche a causa del fatto che, diversamente da quanto stia avvenendo in Italia, nel Nord della Germania è ancora inverno pieno e durante i giorni di fiera ha nevicato e c’è stato un clima umido e freddo. All’interno di una simile cornice, non stupisce che l’estate sia fortemente desiderata.
A livello di partecipazione, anche le località esotiche sono andate bene. Un padiglione molto gradito è stato quello del Medio Oriente, dove Paesi quali Emirati Arabi Uniti, Qatar e Bahrain hanno pubblicizzato il loro mare, il loro sole e il lusso delle architetture che li caratterizzano. Nonostante gli stand fossero piuttosto vuoti a livello di contenuti (tanto che si faticava a distinguere gli Stati poiché mancava ogni tipo di rimando a una qualunque identità nazionale), l’alto livello tecnologico delle installazioni e l’ostentazione di un lusso sfrenato e uno stile di vita assolutamente europeo (anche qui una nota di demerito: all’infuori di qualche uomo in vestiti arabi e poche donne munite di hijab, il colpo d’occhio era assolutamente europeo. Soltanto le carnagioni lasciavano trasparire una provenienza orientale delle hostess) hanno comportato uno straripante afflusso di pubblico. A pochi mesi dalla conclusione del mondiale di calcio ospitato, il Qatar ha scelto di mantenere vivo il suo richiamo, puntando forte su video testimonial sportivi per attirare turisti, proprio come fa l’Arabia Saudita, Paese nel quale si disputano numerose finali di coppe nazionali – tra cui quella della Coppa Italia. Insomma, pur essendo Paesi lontani dall’Europa per distanza geografica e sfera culturale, gli Stati mediorientali sembrano davvero volerci attirare rendendosi quanto più simili a noi possibile.
Il richiamo dell’Oriente
Altro padiglione degno di nota è stato quello orientale che ospitava, tra gli altri stand nazionali, quelli di Giappone, Corea del Sud e Thailandia. Questi Paesi hanno fatto l’esatto contrario dei mediorientali, puntando davvero forte sulla propria identità: cerimonie del té, degustazioni di sake, k-pop, angolo massaggi e una bella mostra di kimono attendevano i visitatori di passaggio. Per quanto sia impossibile ricreare atmosfere lontane all’interno di un padiglione fieristico, gli Stati asiatici hanno davvero fatto del loro meglio, riuscendo a dar vita a una gradevole illusione di appartenenza.
Notevole anche l’idea del Vietnam: ricevi un cappello cinese tradizionale impagliato e dipingilo a piacimento! Una grande trovata per i bambini… e anche per i loro genitori.
Tanta tecnologia e qualche nota stonata
Indipendentemente dai luoghi e dalle destinazioni, c’è stata una grande protagonista: la tecnologia. Il visitatore infatti poteva trovare, presso numerosi stand, postazioni di realtà virtuale che lo portavano in luoghi distanti centinaia se non migliaia di chilometri, come nel deserto qatariota o di fronte al Parlamento di Budapest. L’implementazione dei visori di realtà virtuale ha reso la fiera interattiva e più viva: un conto è parlare di quanto sia bello un luogo, un altro mostrarlo attraverso occhiali di ultima generazione che danno modo al visitatore di muoversi dentro una foto come se fosse nel luogo immortalato. C’è una bella differenza. Come sappiamo, un’immagine vale più di mille parole.
Tra postazioni VR e tappeti di led, la tecnologia ha giocato un ruolo importante durante la fiera, contribuendo a renderla la splendida esperienza che è stata per chiunque l’abbia visitata. Eppure, non sono mancate note stonate. La prima è stata quella della mancanza di sedie e postazioni da lavoro libere: se non eri buyer o cliente di uno dei punti ristoro non avevi dove sederti per tirare il fiato e riordinare idee e appunti su carta, tablet o laptop. La seconda, per quanto prevedibile in un evento B2B com’è ITB, ha lasciato un pò di amaro in bocca. Si tratta dell’assenza di un fuorisalone ufficiale. Numerosi stand hanno organizzato aperitivi e ricevimenti dopo le 18, al termine del canonico orario di visite che però non sono stati pubblicizzati. Si tratta di un peccato per chi conosce il potenziale di iniziative come, ad esempio, il Fuorisalone di Milano.
A entrambe queste note stonate, come le ho definite, si può rimediare già dall’anno prossimo. Sarebbe un bel valore aggiunto per un evento come questa fiera che è già molto interessante ma potrebbe diventare ancor più avvincente.
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