Mobilità
Istruzioni minime per la guida nel solleone
L’idea che la vettura debba essere confortevole anche in funzione della sicurezza, è tutto sommato recente e, se all’abitacolo fosse stata dedicata l’attenzione di cui ha goduto la componente meccanica, oggi saremmo ancora più avanti nel campo della sicurezza che è largamente influenzata dalle condizioni in cui il guidatore si trova. Comfort, performance e sicurezza sono dunque in serie e quindi ogni consiglio atto a rendere piacevole, ossia sicuro il viaggio dovrebbe essere ben accetto.
Temperatura e umidità indoor
Un corretto uso della climatizzazione è d’obbligo con l’aumento della temperatura. Ma essa comporta anche aumento dell’umidità essendo i due parametri embricati. Un incremento dell’umidità, che limiti la traspirazione, dà la sensazione di un aumento di temperatura, temperatura percepita, spia di una limitata offerta di calore dal corpo all’ambiente.
La temperatura dell’abitacolo dipende quindi da quella esterna ma anche dal numero dei passeggeri, loro traspirazione e offerta di calore: in inverno la superficie vetrata viene appannata dalla traspirazione di quattro passeggeri in tempi rapidissimi mentre con il solo guidatore dopo 30’ o un’ora. Ciò è dovuto alla produzione polmonare di vapore acqueo a 37ø e di anidride carbonica (CO2) nella misura che va da 150 a 200 litri/ora/pro capite. Ne consegue che l’abitacolo necessita di ricambio dell’intero volume ogni ora con 1 passeggero, ogni 30 minuti con due e così via.
Per quanto dispositivo ideale per regolare la temperatura interna in funzione delle esigenze individuali, il climatizzatore deve ancora essere perfezionato:quello ideale, ad esempio, dovrebbe essere dotato di igrometro per il controllo dell’umidità relativa. Su di essa la climatizzazione agisce subito, riducendola del 20-30% sin dai primi 10-15 minuti di applicazione, ciò che in certi casi rappresenta una caduta verticale dell’umidità d’aria respirabile. Se da un lato se ne consiglia l’uso anche in inverno per questo motivo, è vero anche che la sottrazione di umidità deve avvenire nell’abitacolo in modo controllato perchè la ventilazione secca, utile in periodo invernale e gradevole in estate può rivelarsi potenzialmente nociva per le vie respiratorie.
È noto infatti che l’aria fredda secca,irritante per le via bronchiali, evoca tosse nel soggetto sano e crisi d’asma nel bronchitico e nell’asmatico. Fenomeno parimenti negativo si verifica al livello del naso che, vasodilatandosi, dà la sensazione di chiusura. In effetti anche il soggetto sano, esposto alla respirazione di aria fredda, quanto meno starnutisce (espirazione esplosiva da stimolazione nasale riflessa). La soluzione, già intravista in laboratorio, è quella di umidificare l’aria fredda che si inala, quindi l’igrometro è considerato dispositivo essenziale per una corretta climatizzazione.
Non si può dunque escludere la eventualità che l’automobilista, affetto da bronchite cronica o da asma bronchiale, essendo spesso sudato ed accaldato anche per la sua stessa malattia, attivando il climatizzatore, possa avere fenomeni di broncospasmo o comunque malessere respiratorio con notevoli rischi.
Precauzioni nell’impiego del climatizzatore
- non entrare nell’auto già climatizzata ma climatizzarsi con essa, in modo da evitare bruschi gradienti termici;
- tenere in auto, visto che i modelli attuali non ne sono provvisti, un contenitore di acqua da porre sul pavimento della vettura la cui evaporazione limiterà la riduzione igroscopica;
- disporre il flusso aereo freddo nella direzione floor in modo da raffreddare prima il pavimento che è più caldo e limitare il flusso aereo convettivo che sale verso il tetto dell’abitacolo;
- nel caso il guidatore o qualcuno dei passeggeri sia asmatico o rinitico, portare sempre in auto qualche bomboletta spray di broncodilatatore o di cortisonico ad uso nasale; la premedicazione limiterà la tosse che può indurre l’attacco di asma e similarmente starnuto o lacrimazione, espressivi di attacco rinitico;
- programmare il climatizzatore ad una temperatura di 3-4 C inferiore in periodo estivo e superiore in quello invernale. È un gradiente termico sufficiente a creare le condizioni ottimali indoor.
Comfort termico in abitacolo
L’aumento della temperatura è un fenomeno che in vettura è sempre spiacevole innanzitutto perché nel volume ridotto dell’abitacolo la traspirazione è più difficoltosa e quindi il sudore tende a protrarsi e non vaporizzarsi, come succederebbe all’aria aperta. Nei soggetti anziani, l’aumento della temperatura si traduce in alterazioni della circolazione sanguigna con vasodilatazione. Ciò significa congestione specie agli arti inferiori che diventano succulenti. La sensazione di piede gonfio non limita soltanto il benessere del passeggero ma è pericolosa nel guidatore per ridotta sensibilità dell’arto sui pedali.
Lo stesso dicasi, ma con sfumature meno fastidiose per gli arti superiori, le mani e le dita, che tuttavia tendono a sudare e nel guidatore pregiudicano la presa sul volante. Nel distretto cranio-carotideo e genera i seguenti fastidi:
- sensazione di turgore al collo, per cui il guidatore è indotto a non portare cravatta o colletto aderente;
- senso di calore al cranio e talora cefalea che, nel caso del guidatore, comporta ridotta performance neurologica della guida con perdita dei riflessi, diplopia (vista doppia), riduzione del visus;
- il rossore, segno della vasodilatazione, si manifesta anche al livello nasale con senso di chiusura nasale, starnuti e lacrimazione anche nel soggetto non rinitico. Sono fenomeni presenti anche negli anziani non rinitici.
I problemi respiratori sono generalmente dovuti al fatto che il calore riduce la ventilazione alveolare per stimolo riflesso; ne consegue una minore traspirazione attraverso la ventilazione alveolare e quindi un ulteriore aumento termico. Un esempio immaginifico è dato dai cani che per il caldo alitano così traspirando attraverso la ventilazione e l’ampia superficie della lingua. Se la ventilazione si riduce, come avviene spesso nel bronchitico, parimenti la traspirazione ventilatoria è ridotta.
L’usuale raccomandazione è quella di bere in modo da compensare la traspirazione, tuttavia vi è una forte limitazione nel fatto che maggiore la quantità di liquidi introdotta, maggiore la necessità alla traspirazione, anche con la ventilazione. Se questa non sarà sufficientemente adeguata, come nel bronchitico o nell’asmatico o nell’anziano cardiopatico, l’eccesso idrico sarà eliminato con una maggiore sudorazione. A sua volta l’eccessiva sudorazione porta ad un abbassamento della pressione arteriosa e depauperamento del pool elettrolitico. Quindi il guidatore potrà subire contraccolpi pressori mentre guida a causa di una eccessiva perdita di liquidi cutanei e non attraverso la ventilazione alveolare. Va ricordato che nell’anziano, già in condizioni di steady-state, è presente la tendenza alla disidratazione che può accentuarsi con brusche o repentine sudorazioni in auto. Lo stesso dicasi per i bambini che hanno una difficile regolazione termica.
I possibili suggerimenti:
- evitare la guida nelle ore più calde anche per la maggiore concentrazione di ozono. Questo gas irrita le vie aeree e l’apparato oculare e congiuntivale;
- evitare di bere acqua o bevande durante la guida, specie se fredde perché idonee ad evocare eccessiva sudorazione e crisi gastriche vagali dovute al freddo della bevanda;
- evitare ovviamente gli alcolici che creano vasodilatazione e favoriscono l’eccesso di sudorazione;
- evitare il fumo di sigaretta, se non a rotazione, cioè un passeggero ogni 30’, anche perché la nicotina è un vasodilatatore che favorisce gli eventi ora riferiti; nel caso, occorre ricambiare l’aria (ventilazione forzata, tetto apribile, climatizzatore a sorgente esterna e non ricircolo);
- fermarsi, durante la guida, e passeggiare per attivare la circolazione degli arti inferiori;
- per gli allergici: poiché essi tendono alla vasodilatazione della mucosa nasale o bronchiale anche nei periodi di benessere, pertanto un viaggio in auto in siffatte condizioni li espone al rischio di crisi asmatica o rinitica. È consigliabile l’uso, o quanto meno esserne forniti, farmaci ad hoc in bomboletta-spray, da tenere sempre in auto.
Istruzioni per il Ricircolo
Nell’uso dei dispositivi atti al ricambio d’aria (climatizzatore, ventola, tetto apribile), la domanda più frequente del consumatore è la seguente: quando usare il ricircolo o meglio quando non usarlo? Il ricambio dell’aria indoor nell’abitacolo avviene con una source esterna in genere, certe volte va usato il ricircolo. Ecco le linee guida.
Il ricambio d’aria significa la modificazione delle componenti aree in termini di qualità dell’aria respirabile e quindi l’output di anidride carbonica, monossido di carbonio ed inquinanti derivanti dalla combustione. Questo può avvenire, con effetti migliorativi, solo se l’aria esterna è meno inquinata di quella interna, fatta eccezione per le polveri e i corpuscoli di diametro maggiore di 100 micra che possono essere catturati dai filtri anti-polline. Quando l’aria esterna risulta più inquinata di quella interna, il ricircolo è un dispositivo che rivela la sua utilità. Tuttavia, poiché il consumatore non ha dispositivi elettronici che eseguano queste misurazioni, deve affidarsi ad intuitive regole di buon senso. Il ricircolo può essere utilizzato quando si presume che l’aria esterna (outdoor) sia più inquinata di quella interna, ossia:
- nelle code, nelle aree ad alta densità automobilistica o a velocità talmente bassa (>40 km/h) da non poter assicurare un buon ricambio d’aria;
- all’ingresso in galleria che di norma non ha un sufficiente clearance aerea; in questo caso il ricircolo deve essere inserito almeno 30”-60” prima dell’ingresso in galleria, dato un certo ritardo nell’inserimento.
Quando non si deve usare il ricircolo:
a) Dopo aver effettuato un rifornimento, data la possibilità di residui gassosi di carburante nell’abitacolo;
b) Quando negli ultimi 15’ si è fumata almeno una sigaretta in auto;
c) Quando i passeggeri sono più di tre ed in questo caso la eliminazione di anidride carbonica ammonta a circa 27 l/m’ che in un’ora di viaggio significa accumulo di ben 1600 litri di anidride carbonica.
Non è dunque semplice adattare la vettura e il guidatore in una felice simbiosi sotto il solleone. Tuttavia le piccole istruzioni possono essere determinanti per evitare guasti maggiori.
Biblio
Fisiologia Clinica alla guida, a cura di A. Ferrara, Piccin, Padova, 2015, Capitoli 9, 27
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