Turismo
In viaggio da soli: quali pro e contro?
Partire da soli per una vacanza o un viaggio è una possibilità sempre più concreta per tantissime persone. Il perché è semplice: non è facile trovare la persona giusta con cui raggiungere la meta che abbiamo sognato tutto l’anno. Tra partner con gusti diametralmente opposti ai nostri e amici che danno puntualmente buca all’ultimo minuto, è naturale pensare che certe volte “meglio soli” non è solo un proverbio ma un’opzione accattivante. Tuttavia, partire in solitaria richiede più accortezze rispetto a farlo accompagnati.
Abbiamo analizzato i pro e i contro del viaggio da soli assieme a Graziano Capponago del Monte, giornalista, socio Gist (Gruppo italiano stampa turistica) e co-fondatore dei blogmagazine www.SvizzerAmo.it e www.AustriAmo.it dedicati rispettivamente al turismo in Svizzera e Austria.
Come si organizza un viaggio da soli?
«Al giorno d’oggi l’opzione del “fai da te” è sempre più in voga. Personalmente ritengo che sia una soluzione rischiosa, nel senso che bisogna avere le idee chiare sulla destinazione prima di avventurarsi nell’organizzazione, e per fare questo è necessario studiare bene i luoghi dal punto di vista geografico, climatologico, storico-artistico, geopolitico e via elencando. In concreto: se ci interessano l’arte e l’architettura non andiamo in un villaggio in Kenya, così come se amiamo la discoteca, forse Venezia non è per noi».
Quindi sconsigli di usare internet per pianificare una vacanza?
«Sicuramente internet aiuta moltissimo a farsi un’idea sulle località, a informarsi in modo puntuale e fare le prenotazioni, ma se non si è molto esperti consiglierei il “fai da te” per viaggi semplici, come destinazioni vicine nel fine settimana. Negli altri casi l’agenzia viaggi è sempre la soluzione migliore. Anche perché c’è sempre una persona responsabile per qualsiasi inconveniente».
Quali sono i pro di viaggiare da soli?
«Il più grande di tutti è la libertà, che vuol dire: mangi quando e quello che vuoi, dormi quando ti pare e vedi quello che ti interessa senza dovere rendere conto a nessuno».
E i contro?
«Talvolta ci si sente soli; in caso di emergenza possono esserci problemi e infine manca il confronto continuo, lo scambio di esperienze immediate».
È meglio viaggiare completamente soli oppure unirsi a una comitiva che non si conosce (cioè essere soli in compagnia di sconosciuti, sostanzialmente)?
«”Meglio soli che male accompagnati” è un detto sempre valido, soprattutto in viaggio. È altamente sconsigliabile viaggiare con sconosciuti, perché ci vuole molta fortuna a trovare compagni che si adattano ai tuoi ritmi e interessi o, viceversa, ad adattarsi ai ritmi e agli interessi degli altri. Un esempio tipico è quello delle crociere in barca dove gli spazi stretti e la poca intimità esasperano le situazioni.
Uno sbaglio da evitare assolutamente, se si è soli, è quello di unirsi a coppie già formate, anche se sono amici».
Ma se invece vogliamo rischiare un’esperienza simile, quali sono gli accorgimenti più importanti da prendere?
«Se, dopo un accurato esame di coscienza e un’autoanalisi, si ritiene di essere in grado di aggregarsi a una comitiva, sono fondamentali la buona educazione e il rispetto assoluto degli altri, il che significa non gravare sui componenti del gruppo. Non sono loro che devono risolvere i nostri problemi personali se ci sentiamo soli».
Cosa pensi dei viaggi organizzati dedicati ai single?
«Tutto il bene possibile, perché possono essere delle ottime occasioni per conoscere gente. Uno sbaglio da evitare, a mio avviso, è quello di avere troppe aspettative. Io li vedo più come un’occasione di fare una bella esperienza di viaggio che un modo di fare conquiste. Goditi quello che vedi e se poi, durante il tragitto, scatta la freccia di Cupido, tanto meglio!»
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