Turismo
Il turismo è diventato esperienziale e genera 170 miliardi l’anno
Villeggiatura e turismo di massa, esplorazione e turismo culturale, short break e turismo smart. Negli ultimi decenni le declinazioni del turismo si sono ramificate sempre più per accogliere nuove tendenze, per assecondare la costante ricerca del nuovo e del diverso. Poi è arrivata la pandemia che con le sue restrizioni ha messo in pausa anche i viaggi ma non la voglia di fare nuove esperienze.
Secondo uno studio realizzato da Banca Ifis per il trentennale di Federturismo la crisi sanitaria, infatti, ha contribuito ad alimentare il desiderio che il viaggio diventasse un’occasione speciale, lo strumento per vivere un’esperienza nuova e totalizzante, per certi versi esistenziale. Se prima il turismo esperienziale era appannaggio del lusso, oggi, a prescindere dall’età e dal budget economico a disposizione, la motivazione che spinge a viaggiare è proprio conoscere, fare e vivere cose nuove, anche percorrendo lunghe distanze.
Il portale HomeToGo, per esempio, ha registrato picchi di prenotazioni dagli States per mete lontane come la nostra Toscana (+141 per cento rispetto al 2019) o Sud della Francia (+88 per cento), mentre Expedia ha addirittura soprannominato il 2022 l’anno del GOAT (Greatest of All Trips) per i turisti americani che, nel 68 per cento dei casi, hanno pianificato di “fare le cose in grande” con una previsione di incremento della spesa del 29 per cento rispetto ai valori pre pandemici.
Nel 2022 il 70 per cento dei turisti ha ravvivato le proprie giornate di vacanza con escursioni, avventure in bicicletta e attività sportive estreme. Trekking e visite a siti naturalistici rientrano a pieno titolo in una vacanza che si rispetti, così come le arrampicate e le combinazioni di tour in città d’arte ed esperienze naturalistiche. Non manca poi la ricerca di formule di viaggio incentrate sullo sviluppo personale e sulla crescita olistica, oltre che il classico relax in spiaggia.
In Italia, sugli oltre 255 milioni di arrivi turistici stimati per il 2022 si sono registrate oltre 352 milioni di esperienze. La durata del viaggio è passata da 4,4 notti del 2019 a 5,1 per il 2022, con una crescita del 16 per cento. Tempo di permanenza e numero di esperienze sono le determinanti che hanno portato ad un incremento del 16 per cento della spesa pro capite (anche al netto dell’inflazione) sui valori pre-pandemia. In particolare, la spesa per musei, mostre, eventi, shopping e altre attività è cresciuta del 15 per cento (da 194 euro a 224 euro tra il 2019 e il 2022). Un insieme di fattori che contribuiscono a un ritorno in terreno positivo del comparto turistico nazionale. Il conto economico 2022 si stima abbia registrato infatti un incremento del 5 per cento sui valori del 2019.
La ricerca, peraltro, ha identificato sette esperienze che descrivono l’offerta turistica italiana e che hanno contribuito alla creazione del valore complessivo del turismo in Italia totalizzando 170 miliardi di euro nel 2022. Si tratti di: “Cultura e riscoperta dei territori”, “Benessere”, “Enogastronomica”, “MICE e Grandi Eventi”, “Shopping”, “Natura e Svago” e “Spirituale”.
Queste esperienze generano a loro volta tre impatti: booster sugli altri settori produttivi, effetto “Country of Origin”, cioè quel fenomeno per il quale l’esperienza vissuta in Italia impatta positivamente sulle esportazioni di Made in Italy indirizzando le scelte d’acquisto del turista quando torna a casa. E ancora, contributo al soft power italiano. Se il turista si trova bene, vive esperienze ricche e ne parla agli amici, ai colleghi, ai parenti, contribuisce a far crescere l’influenza del brand Italia, rappresentando un volano per l’export italiano.
Guardando ai numeri, la spesa turistica delle persone che viaggiano e visitano l’Italia fruendo delle esperienze che il nostro paese offre, raggiunge i 170 miliardi di euro (la stima è per il 2022). Le ricadute sul fatturato dei settori produttivi e i redditi degli occupati del comparto turistico, coinvolti dalla creazione delle esperienze, generano a loro volta 79 miliardi di euro, per poi arrivare all’effetto “Country of Origin” che si traduce in altri 16 miliardi di euro per un valore complessivo annuo dell’ecosistema che raggiunge i 265 miliardi di euro. L’esperienza “Enogastronomia” è quella con la maggiore spesa pro capite, pari a 632 euro a fronte di una spesa media di 483 euro, invece l’esperienza “Natura e Svago”, in termini puramente valoriali, è la più performante con i suoi 63,1 miliardi di euro generati.
L’esperienza turistica è una leva di promozione sia quando il turista straniero viene a contatto con la ricchezza culturale e naturalistica italiana sia quando si organizzano esperienze dedicate, dai tour incentrati sull’agroalimentare alla visita ai musei d’impresa o agli outlet, fino alla fruizione dei servizi di hospitality in occasione di un viaggio di lavoro. Solo attraverso la cooperazione di imprese, territori, associazioni e pubblica amministrazione sarà possibile valorizzare ancor di più l’inestimabile patrimonio turistico italiano.
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