Turismo

I luoghi di Anton Tomaž Linhart, campione della cultura slovena

3 Settembre 2016

Maja Slivnjak è responsabile ufficio stampa dell’Ente per il Turismo Sloveno in Italia. Il post è sponsorizzato da:

 

Anton Tomaž Linhart è un nome che può suonare sconosciuto a molti italiani, ma si tratta di un personaggio davvero straordinario, una via di mezzo tra un Molière della Carniola e un Guicciardini sloveno. Infatti a lui si deve sia la prima opera teatrale slovena (Županova Micka, cioè Micka la figlia del sindaco) sia una nuova concezione della storia slovena, focalizzata su un popolo a sé stante, quello sloveno, e non sulle singole province. Insomma un uomo terribilmente in anticipo sui tempi, e che merita di essere conosciuto.

Ritratto di Linhart

Linhart nacque nel 1756 a Radovljica, una cittadina dell’Alta Carniola oggi in prossimità del confine austriaco. Merita una visita, quest’antico e suggestivo borgo sulla sponda sinistra del fiume Sava: distrutto dal terremoto del 1511, ricostruito secondo i dettami della cultura tardo-rinascimentale, Radovljica vanta un interessante museo dedicato all’apicultura, palazzi di pregio e una bella piazza dedicata proprio al suo cittadino più illustre, che è appunto Linhart.

Figlio di un ricco produttore di calze ceco risposatosi con una nobildonna slovena, il futuro drammaturgo studiò a Radovljica e a Lubiana, quindi fu spedito a Vienna, per laurearsi in quella che oggi chiameremmo economia e commercio. Un simile percorso di studi non ci deve stupire: allora l’élite locale era assai cosmopolita, e parlava sia lo sloveno, la lingua dei contadini e della vita quotidiana, che il tedesco, l’idioma dei commerci con il nord e della pubblica amministrazione.

Radovljica (foto di Miran Kambič www.slovenia.info)

Ma Linhart era più interessato alle belle lettere che ai numeri dell’economia. Rientrato nella capitale della Carniola (allora un ducato dell’Impero asburgico), lavorò prima come archivista del vescovo di Lubiana, poi per il governo, ad esempio in qualità di commissario scolastico, fino a diventare segretario dell’amministrazione imperiale in Carniola. Imbevuto di cultura e idee europee (parlava, oltre allo sloveno e al tedesco, anche l’inglese, l’italiano e il francese), Linhart fu un grandissimo sostenitore dell’istruzione pubblica: triplicò il numero di scuole elementari nelle campagne, e fondò l’antesignana dell’attuale Biblioteca nazionale e universitaria.

A Lubiana Linhart era una vera star. La città, che oggi è uno dei simboli di un approccio olistico e umanista alla vita urbana, era allora uno dei più importanti centri dell’Illuminismo adriatico, e Linhart ebbe modo di cementare i rapporti con uomini come Sigmund Zois (forse il maggior mecenate della storia slovena), Valentin Vodnik (mentore di France Prešeren, e soprattutto il primo poeta e giornalista in lingua slovena), il filologo Jernej Kopitar e il prete e traduttore Jurij Japelj.

Trnovo (foto di Dunja Wedam www.slovenia.info)

Fu in quel periodo che Linhart iniziò a interessarsi sempre di più alla cultura, alla storia e alla lingua slovena. Fortemente influenzato da Lessing, da Shakespeare e anche dallo Sturm und Drag, scrisse due commedie in sloveno e si diede da fare per scrivere una storia delle Terre slovene (Slovenske dežele). Purtroppo non poté portare a compimento la sua grande opera, perché si spense nel 1795 ad appena 39 anni.

 

Immagine di copertina in alto: la Biblioteca del seminario di Lubiana (foto: Ljubljana Tourist Board archive Slovenia.info). Maja Slivnjak, autrice dell’articolo, è responsabile ufficio stampa dell’Ente per il Turismo Sloveno in Italia.

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