Mobilità

Dolori nel rientro: consigli per i guidatori artrosici

20 Agosto 2018

Le malattie osteo-articolari degenerative colpiscono 8 milioni di italiani, ma la tecnologia è già in soccorso per una guida sicura

Le malattie osteo-articolari degenerative (artropatie)colpiscono 8 milioni di italiani, mentre le forme infiammatorie (artriti) ne coinvolgono più di un milione, cioè oltre il 2% della popolazione adulta con predilezione per le donne in misura di oltre 3 volte superiore agli uomini. La forma degenerativa più diffusa nei soggetti anziani è l’artrosi: in Italia ne sono affetti circa 4 milioni di persone (circa il 12,2%). Chi conduce un mezzo spesso si trova in difficoltà per la comparsa improvvisa di dolore o di limitazione del movimento degli arti. Infatti guidare è un’attività complessa che richiede l’interazione di abilità visive, cognitive e motorie, nel praticare anche manovre basiche, come accelerare e frenare. Cambiamenti di queste abilità possono influenzare la sicurezza della guida: pazienti con artrite o altre patologie muscolo-scheletriche possono avere un maggior rischio di incidenti. Uno dei punti cruciali è la spalla che si può tenere sotto controllo seguendo qualche accortezza.

1 # Una leva. La maggior parte dei problemi riscontrati alla guida vengono attribuiti dai pazienti al design stesso del veicolo: è difficile entrare e uscire dalla macchina. Per questo, cercate la via più semplice per accedere nell’abitacolo e poi per abbandonarlo. Magari con l’aiuto di una mano che fa da leva sulla poltrona. Agli artrosici si raccomanda di acquistare un’auto con altezza superiore ai 140 cm, non oltre 170 cm ( optimum 150cm) rispetto ai 120 di un coupè. La scelta può essere indirizzata ad una vettura multi spazio, monovolume, mentre il SUV (Sport Utility Vehicle, tra i 170 e i 200 cm)) presenta la difficoltà della maggiore altezza da terra del pianale che impedisce un ingresso e un’uscita confortevoli.

2 # Comodità. Entrate e uscite dal veicolo posizionando il bacino sul sedile prima delle gambe ed estendere lo spazio di scorrimento dei sedili prima di accedere nell’abitacolo e prima di abbandonarlo.

3 # Quante manovre. Il male alla spalla si fa sentire già quando girate la chiave dell’iniezione,oppure aprite e chiudete la portiera, oppure ancora allacciate e slacciate le cinture di sicurezza. Il suggerimento è di trovare, magari con l’aiuto del medico o dello specialista, la soluzione per provare meno dolore possibile quando effettuate quelle manovre.

4 # Retromarce da incubo, una sola soluzione. Anche innestare la retromarcia può rappresentare un incubo se si ha male alla spalla, perché si deve ruotare la testa e comunque sottoporre a stress la parte dolorante. In questo caso, la telecamera posteriore che invia le immagini allo schermo davanti a voi è preziosa: manovre senza tensione muscolare.

5 # In caso di artropatia cervicale, utilizzare poggia-testa adattivi o utilizzare cuscini riempitivi della cavità vuota che si crea tra sedile e cifosi cervicale in modo da non tendere i muscoli flessori del collo ed evocare una cefalea tensiva.

Fig. 1 Esempio di cinture di sicurezza tipo ” Avio” con attacchi indipendenti su quattro punti.

6 # Cinture di sicurezza. Esistono soluzioni per limitare i problemi delle persone con reumo-artropatie: allacciare/slacciare le cinture di sicurezza a bobina non inerte, estensione del braccio di attacco delle cinture di sicurezza, modifiche al gancio delle cinture stesse. La migliore soluzione, non ancora presa in considerazione dalla Case automobilistiche, è quella delle “ Cinture avio” che adottano i piloti degli aerei e che sono in dotazione alle vetture sport fino alla F1. Le cinture hanno un attacco sulla superficie alta del sedile con presa sulle spalle e aggancio alla vita con la banda trasversale. Lasciano libero il torace anteriore e bloccano le spalle, consentendo all’artrosico di muovere gli arti senza dolore. Gli attacchi indipendenti su 4 punti lasciano libera gran parte della superficie toracica agganciando bene le spalle, (articolazioni scapolo-omerale).

Fig. 2 Leva del cambio al volante ( in alto la retromarcia e in basso la diretta) con levetta per modulare manualmente le marce.

7 # Cambio. Un’altra soluzione, specie per chi ha dolore alla spalla destra, è tenere l’auto con la marcia ingranata quando è ferma al parcheggio; usare l’acceleratore o la frizione per la partenza in salita. Ma soprattutto, utilizzare un’auto con cambio automatico e leve di cambio al volante faciliterà la marcia.

8# Volante

Discorso a parte per il volante, perché la questione è soggettiva. Imbottite il volante (appositi copri volante poco costosi) per aumentarne il volume e facilitarne la presa, così che le curve siano meno faticose. Negli ultimi modelli le Case tendono a ridurne il diametro, così da facilitare l’escursione anche estrema sulle ruote in caso di inversione della marcia. Non si deve mai arrivare all’incrocio delle braccia nella rotazione del volante. Chi ama la F1 ricorderà che, nel GP di Montecarlo, alla curva Loews, la curva più lenta del Mondiale, i piloti, fino a qualche anno addietro, dovevano incrociare gli arti superiori.

Per ridurre il carico sulle braccia, incrementate lievemente la pressione delle gomme motrici, anteriori o posteriori. Ovviamente, alla base di tutto è necessario il servosterzo, orami di serie su tutti i modelli tranne alcuni fuoristrada.

9# Freno di stazionamento o freno a mano

Fig. 3 Esempio di pulsante per il freno di stazionamento elettro-meccanico sito nel divisorio della plancia. Basta un dito! Via l’orribile leva meccanica.

Normalmente è un freno meccanico a leva posto a destra del conducente. Richiede uno sforzo sui muscoli del braccio con leva sulla spalla destra. Spesso l’artrosico o chi soffre di epicondilite fa fatica a utilizzarlo. Utile dunque il freno di stazionamento elettromeccanico, posto sia in plancia sia nel tunnel, per chi soffre di epicondilite (gomito del tennista). E’ ormai spesso presente negli ultimi modelli di serie, anche non Premium, con semplice pulsante sulla plancia o sul desk laterale destro. Utilissimo perché basta un dito per bloccare/sbloccare l’auto.

Fig.4 Telecamera con immagine sul display del navigatore a visione tridimensionale delle aree posteriori alla vettura.

10# Telecamera La telecamera facilita la retromarcia con visione diretta sulla plancia, il guidatore così non dovrà eseguire la rotazione latero-posteriore per visionare la zona posteriore esterna tramite il lunotto. Il dispositivo è di serie in numerose vetture non Premium ed è possibile impiantarla in auto in after-market ossia dopo l’acquisto. Costa poco ma è necessario rivolgersi a un tecnico per la installazione. La telecamere miniaturizzata è spesso presente anche negli specchietti retrovisori esterni, così da verificare in tempo reale eventuali altra vetture in fase di sorpasso con una visione più ampia rispetto ai normali retrovisori.

Con alcuni dispositivi come telecamera, freno di stazionamento e soprattutto cambio automatico con paddle (levette) al volante, la guida sarà affidata solo ai movimenti delle braccia e della gamba destra, senza incidere particolarmente sulle articolazioni da questi arti dipendenti.

Numerose patologie invalidanti (neuro-muscolari, artrosiche, auditive, visive) possono godere quindi di guida semiassistita e mantenere così un alto standard di sicurezza compatibile con il Codice della Strada.

In attesa della Guida Autonoma, sarebbe invece più opportuno che le Case Automobilistiche dotassero i veicoli di serie, ai fini della sicurezza stradale, di almeno 3 dei dispositivi citati nell’articolo (freno elettro-meccanico, telecamere per la visione posteriore, cinture tipo “avio”).

Fisiologia Clinica alla guida Ferrara A. et al., Piccin, Padova, 2015 Cap. 18 con Perricone R.- Dimuzio G.

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