Mobilità
Carboidrati sì, insaccati no: l’alimentazione corretta nei viaggi in auto
I gestori degli Autogrill non saranno contenti ma il panino durante il viaggio è assolutamente da evitare.
Partiamo dopo aver mangiato oppure partiamo, mangeremo strada facendo. Non sono frasi infrequenti specie in questo periodo di viaggi ed esodi. Ma in genere si rispettano le regole dell’igiene alimentare?
Le regole d’oro gastrointestinali sono qualità degli alimenti, attività fisica, pasti piccoli e frequenti, come se ognuno fosse un lattante od un gastritico per i quali queste regole sono d’obbligo.
Alla guida, i problemi nascono da due fattori: quelli meccanici legati alla postura assisa che comprime l’addome limitandone il moto peristaltico propulsivo. Anche le cinture vanno spesso allentate specie subito dopo i pasti. Per alcuni soggetti tendenti all’obesità ( BMI > 27) sarebbero utili le cinture al cingolo scapolare tipo avio che non comprimono l’addome. Quindi mai iniziare un viaggio in auto subito dopo il pasto ed in caso fermarsi periodicamente per un po’ di moto digestivo.Il secondo fattore deriva dalla qualità del cibo:
Alcol: oltre al rallentamento dell’attività sinaptica neurononale, l’alcol è responsabile di una maggiore secrezione degli acidi gastrici e conferisce ipomobilità a tutto l’apparato. Mai vivno bianco causa frequente di crisi vagale perché spesso bevuto freddo.
Cibi grassi: l’aumento dei lipidi nell’alimentazione di chi guida determina maggiore attività del fegato e contrazione della colecisti. Ciò comporta alterazione del transito intestinale e della peristalsi. Tendenza al sonno precoce ( incoming sleeping).
Le spezie, thè e caffè eccitano la secrezione gastrica ed aumentano le possibilità di reflusso gastro-esofageo, a dispetto della posizione assisa assunta in guida.
Infatti, negli ultimi anni il reflusso gastro-esofageo, con o senza alterazione anatomica di dislocazione erniaria del viscere (ernia jatale), costituisce una patologia disfunzionale emergente. L’incidenza è stimata in circa 5 pazienti ogni 100 mila, ma il 4,7% della popolazione avverte il sintomo principale ossia la pirosi gastrica almeno una volta al giorno con dispepsia, riduzione della motilità gastro-duodenale che porta fino alla contrazione antiperistaltica che si manifesta con rigurgito. Ma l’esofagite consensuale è spesso causa di dolore retro-sternale che simula patologie come l’angina o l’infarto del miocardio. Una comparsa di tale sintomatologia alla guida può essere, ancorchè grave, inizio di una sequela che va dall’ansia fino al panico.
Da qui la raccomandazione di evitare pasti abbondanti prima di guidare, bevande alcoliche e il corredo complessivo dei cibi banditi dalla dieta del paziente (spezie, menta, caffè, thè, verdure a fiori, cioccolato) nonché bevande fredde che possano paralizzare o ridurre la motilità gastrica.
Per quanto attiene la quantità di cibo ingerito, se il pasto è stato abbondante, ed in genere frettoloso, tende ad una brusca dilatazione gastrica che paralizza lo stomaco ed evoca una sindrome di eccitazione del nervo e del plesso vagale.
Tra i disturbi istantanei che possono colpire il guidatore vi sono le crisi vagali. Esse originano dal nervo vago, che dal cranio innerva quasi tutti gli organi. Le stimolazioni sono le più disparate. Può rallentare i battiti del cuore (bradicardia) ed aumentare la pressione sanguigna nell’iperteso. In genere nel soggetto sano, soprattutto giovane, colpisce lo stomaco con una sensazione di nausea, tendenza al vomito, sudorazione fredda e malessere acutissimo. Si stempera vomitando, mettendosi in posizione sdraiata a gambe più elevate rispetto al tronco per fare affluire il sangue al cuore. Le cause estive sono quasi sempre pasti abbondanti e frettolosi, bevande fredde, l’eccesso di tabacco e… la famosa prima sigaretta. Può accompagnarsi a cefalea che termina col cessare dell’attacco. Fermarsi è d’obbligo per vomitare e per evitare la crisi ipotensiva.
Il vomito, accompagnato da nausea prodromica, spesso incoercibile ed improvviso, è un altro esempio, segue alla crisi vagale ovvero compare per manifesta indigestione. Se la genesi è da crisi vagale, una volta vomitato, scompare il disturbo ed il soggetto riprende il suo benessere (cenestesi). Se il vomito è solo alimentare, basta il semplice svuotamento. Se esso è manifestazione di altra patologia, occorre identificare i segni. Infatti può comparire in corso di colica addominale semplice, (vomito semplice), precedere o seguire una colica della colecisti (vomito biliare verde scuro), accompagnato da dolore acuto al ventre ed alla spalla destra. In questi casi non basta fermarsi ma occorre andare in un pronto soccorso. Talora è espressivo di patologia più complesse (appendicite acuta che ovviamente compare in chi non è stato sottoposto ad intervento di appendicectomia) ovvero infarto miocardico acuto diaframmatico.
I consigli utili sono quelli di sempre:
Prima della partenza, un pasto o colazione di modesta entità volumetrica a base di biscotti ( max tre), latte e poco caffè. Da evitare lo yogurt per possibile aumento dell’acidità gastrica, specie nei portatori di reflusso o ernia jatale.
Evitare cibi grassi (insaccati, conditi con maionese) e prediligere i carboidrati. Questi danno un piccolo rinforzo, necessario per acquisire energia biodisponibile pronta. Ricordarsi che la guida è uno stress metabolico con consumo doppio o triplo rispetto al metabolismo basale.
Le bevande devono essere di media temperatura e non gasate (circa 10° C) per evitare stress gastrico e paralisi della motilità gastro-intestinale. Si raccomanda di bere almeno 300 ml ogni ora. Anche per mantenere adeguata la motilità gastro-intestinale, conviene interrompere un lungo viaggio e fare sosta almeno ogni 2 ore come consigliato dalle principali Case Automobilistiche con un segnale visivo e/o sonoro, quando siano trascorse due ore consecutive di viaggio.
Non esporsi prima del viaggio a temperature basse per evitare la paralisi della motilità gastrica, seguendo il consiglio antico delle mamme che proibivano ai figli il bagno post-prandiale per almeno due ore.
Poche regoli semplici che possono anche prevenire la Cinetosi di cui scriveremo in avanti.
Biblio
Ferrara A. et al. Fisiologia Clinica alla guida, Piccin, Padova, 2015, Cap 11
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