Governo
“TAV” e Alitalia dopo il voto europeo
La netta sconfitta dei 5 Stelle alle elezioni europee potrebbe portare allo sblocco della nuova ferrovia Torino-Lione, impropriamente chiamata TAV e delle tratte di completamento della trasversale padana dell’Alta Velocità, cioè la Brescia-Verona che è pronta per essere appaltata e la Verona-Padova, il cui progetto è meno definito e così pieno di aspetti negativi che c’è solo da augurarsi che venga totalmente ripensato.
Da mesi era evidente il silenzio imposto alle esternazioni di Marco Ponti e del suo gruppo NO FERROVIA, che con analisi costi-benefici strampalate voleva dare una vernice “scientifica” all’ideologia del far niente dei 5 Stelle. I lavori al Terzo Valico fra Genova e la pianura padana in verità non sono mai stati bloccati e ci si può aspettare che il ministro Toninelli sarà lasciato libero di abbaiare, senza tuttavia poter mordere.
Non so come si manifesteranno gli effetti del rovesciamento dei rapporti di forza fra i due alleati di Governo, ma Salvini è stato chiaro sulla “TAV” e del resto basta guardare ai risultati dello spoglio delle schede per vedere che persino in Val di Susa i partiti SI TAV hanno preso il triplo dei voti dei NO TAV. La partita è chiusa e a opporsi resteranno soltanto gli “antagonisti” che sono sempre disposti a manifestazioni violente, ma non hanno seguito fra gli elettori.
Su Alitalia si può invece dire che il continuo rimandare una soluzione a dopo le elezioni ha portato soltanto allo sfinimento, accompagnato dal progressivo consumo degli euro che restano nella cassa. Il defenestrato sottosegretario Siri, compreso che non si sarebbe riusciti a imbarcare altri che il gruppo Benetton, che controlla l’aeroporto di Fiumicino e perciò ha interesse al mantenimento in vita di Alitalia, aveva trovato una formazione per la squadra che doveva rimborsare il prestito ponte, ma il problema cronico e irrisolto di Alitalia sono le perdite che inesorabilmente la dissanguano. La sconfitta dei 5 Stelle potrebbe consentire un nauseabondo do ut des fra concessioni autostradali e Alitalia, ma questa si troverà comunque in una situazione debolissima e l’intervento del chirurgo sarà nel migliore dei casi rinviato di un anno. Nemmeno è escluso che si alzi bandiera bianca e si vada in ginocchio a Colonia a chiedere che Lufthansa salvi quel che può restare vivo, dopo anni di rifiuto della “svendita”, come se una linea aerea che perde ininterrottamente da decenni possa avere un valore di mercato superiore allo zero.
Per qualsiasi decisione però si dovrà trovare il benestare dei 5 Stelle o meglio un modo per salvare loro la faccia. Sulla Torino-Lione la rinuncia al progetto è ormai fuori discussione, ma è probabile che si perderà altro tempo, i 5 Stelle non vorranno mai approvare la partenza dei lavori in grande stile, né qualche grande bando e appalto. Per Alitalia sarà l’esaurirsi della cassa a imporre una soluzione, si potrà cincischiare ancora per qualche mese e poi questo Governo dovrà fare quello che sistematicamente evita, prendere decisioni impopolari, cioè governare e non solo promettere il Paese dei Balocchi.
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