Trasporti
Sea, nuovi progetti per la sostenibilità degli aeroporti di Malpensa e Linate
Il piano Next Generation UE ha escluso dal Recovery fund gli aeroporti perché considerati altamente inquinanti, un controsenso poiché maggiori risorse avrebbero potuto supportare gli hub a raggiungere una maggiore sostenibilità ambientale e un errore di strategia iniziale a cui il governo ha promesso di lavorare. Oltre il 70 per cento delle emissioni di gas a effetto serra sono peraltro generate da autovetture, furgoni, autobus e camion. Il trasporto aereo è responsabile del 2,5 per cento delle emissioni di CO2 a livello globale. Gli aeroporti non hanno comunque rinunciato al loro impegno green e dopo la pandemia si sono maggiormente impegnati per diventare meno inquinanti e impattanti sull’ambiente.
Gli aeroporti milanesi, gestiti da Sea, hanno messo a terra azioni concrete per la salvaguardia del patrimonio ambientale con tre grandi obiettivi: raggiungere il Net Zero entro il 2030, ridurre le emissioni nella zona aeroportuale, investire in edilizia green certificata. «Sostenibilità per noi vuol dire intanto lavorare sul tema della riduzione delle emissioni e quindi attivarci su tutti i filoni che vanno a ridurre fino all’eliminazione le emissioni Scope 1, Scope 2, le prime sull’attività dell’aeroporto e le seconde sugli impieghi energetici», spiega Giorgio Medici, Director Environment and Funded Initiatives di Sea Milan Airports.
Il GHG Protocol Corporate Standard classifica le emissioni di gas a effetto serra associate alla Corporate Carbon Footprint di un’azienda come emissioni di Scope 1, Scope 2 e Scope 3. Le emissioni Scope 1, in generale, comprendono le emissioni dirette delle fonti di proprietà o controllate dall’azienda. Ciò include l’energia in loco, come il gas naturale e il carburante, i refrigeranti e le emissioni derivanti dalla combustione in caldaie e forni di proprietà o controllati, nonché le emissioni dei veicoli. Le emissioni Scope 2 comprendono invece le emissioni indirette di gas a effetto serra derivanti dall’energia acquistata o acquisita, come l’elettricità, il vapore, il calore o il raffreddamento, generati fuori sede e consumati dall’azienda. Ad esempio, l’energia elettrica acquistata dalla società di servizi è generata fuori sede, quindi è considerata un’emissione indiretta. Scope 3 comprende tutte le emissioni indirette che si verificano nella catena del valore di un’azienda dichiarante. Per fare una chiara distinzione tra le categorie Scope 2 e Scope 3, l’Agenzia statunitense per la US Environmental Protection Agency descrive le emissioni Scope 3 come “il risultato di attività provenienti da beni non posseduti o controllati dall’organizzazione che redige il bilancio, ma che l’organizzazione impatta indirettamente nella sua catena del valore”.
Sea ha una tradizione di partecipazione alla progettazione europea che dura dagli anni di Malpensa 2000 e anche dal punto di vista dell’ambiente e della sostenibilità partecipa a progetti di ampio raggio, sono circa quattordici quelli attivi in questo momento. «All’interno del nostro impegno ci sono partecipazioni a iniziative come ClimOP, nell’ambito del programma Horizon 2020, che si concluderà alla fine di giugno, dove si è lavorato sulle procedure di operatività aeronautica, quindi su nuove strategie di utilizzo del ciclo di volo dell’aeromobile, per ridurre l’impatto delle emissioni», spiega Medici. Il progetto europeo mira a ridurre del 75 per cento le emissioni di CO2 entro il 2050.
«Uno dei nostri progetti più importanti, però, forse il più importante, si chiama OLGA e comprende tutto ciò che riguarda l’aeroporto sostenibile. Per noi la parte più qualificante è quella energetica», racconta Medici. OLGA sta per hOListic Green Airport ed è stato approvato e finanziato dalla Commissione europea con un budget totale di 34 milioni di euro, di cui 25 milioni di euro saranno concessi dalla Commissione Europea per un periodo di 60 mesi. Si tratta di un consorzio di 57 partner ed enti di altissime competenze che vede tra gli altri Sea impegnata con Snam a realizzare per la prima volta in un aeroporto, quello di Milano Malpensa, un impianto per l’alimentazione a idrogeno verde dei mezzi di terra dello scalo. «Noi di Sea realizzeremo un elettrolizzatore che ci consentirà di essere il primo aeroporto con la produzione di idrogeno in Italia sul sito. In prima battuta parliamo di idrogeno per la connettività terrestre dell’aeroporto. È un progetto grande e dalle enormi potenzialità che ci vede attivi in prima linea». L’obiettivo di OLGA è infatti di sviluppare misure sostenibili innovative per ridurre le emissioni sia in pista che a terra, migliorando l’efficienza energetica, la qualità dell’aria, la biodiversità e la gestione dei rifiuti.
«Un altro progetto praticamente significativo è Re-MXP sulla resilienza dell’aeroporto di Milano Malpensa, perché fatto sull’esigenza di adattamento del Terminal 1 al cambiamento climatico, quindi alla resilienza contro i pericoli naturali, in particolare inondazioni e terremoti ed interviene dal punto di vista idraulico e sismico. È interessante, perché l’unico in Europa che vede capofila un aeroporto sul tema ma anche perché è pensato per mettere insieme un sistema di monitoraggio intelligente che consenta di misurare il comportamento climatico, anticipare gli eventi e quindi governare anche l’evoluzione di quello che noi stiamo realizzando sull’infrastruttura e renderla più resiliente», afferma Medici. Il progetto Re-MXP è finanziato nell’ambito del programma Connecting Europe Facility – Transport della Commissione Europea.
Ma non è tutto. Anche dal punto di vista della logistica il gestore sta lavorando. Il nuovo collegamento ferroviario tra il Terminal 2 dell’aeroporto di Milano Malpensa e la linea ferroviaria del Sempione (progetto promosso da Ferrovie Nord) in partnership con Sea permetterà la chiusura dell’anello ferroviario intorno a Malpensa e consentirà di ampliare il bacino d’utenza dell’aeroporto, attraverso la riorganizzazione dei servizi nel quadrante Nord Ovest della regione. Sarà garantito anche un più efficace e rapido collegamento fra l’aeroporto e la città di Milano, contribuendo significativamente a ridurre i tempi e a migliorare la sostenibilità del viaggio. Le polemiche di ambientalisti e dei sindaci di Casorate Sempione e Cardano al Campo che si sono opposti al progetto, non hanno fermato l’opera. Sono previste comunque misure di mitigazione e compensazione ambientali con interventi di recupero delle aree forestali, interventi per il ripristino della brughiera, oltre alla realizzazione di due ecodotti e di due passaggi faunistici per animali di piccola e media taglia. «Avere i treni passanti vuol dire avere più corse, poter offrire più trasporto su treno verso l’aeroporto, intercettare nuove direttrici e questo è fondamentale per spostare spostare l’accesso all’aeroporto su modalità che abbiano impatti ambientali ridotti».
Quanto alle ultime novità, Medici spiega che stanno lavorando sull’opportunità non solo produrre idrogeno ma gestire la filiera perché ad oggi una vera filiera non esiste. Sta andando avanti infatti il progetto dei treni a idrogeno sulla Brescia-Iseo-Edolo e le iniziative correlate che dovrebbero permettere la nascita di impianti per la produzione di idrogeno da elettrolisi sul territorio bresciano. Il progetto H2 Valcamonica è un importante step verso l’obiettivo di creare la prima Valle dell’idrogeno verde italiana. «La nostra filiera sarà integrata con il territorio, con le associazioni di categoria, aperta alle industrie e al trasporto pubblico locale. Questo sicuramente sarà poi un modello che intendiamo mettere a disposizione anche localmente per ottimizzare la filiera dell’idrogeno», conclude Medici.
Il vero cambiamento, la vera difficoltà sarà arrivare ad avere solo aeromobili alimentati in modo diverso ma per quello c’è ancora tantissimo lavoro da fare. Intanto la società ha previsto un programma di incentivi alle compagnie aeree che utilizzano i biocarburanti (SAF). I SAF, riducendo del 65 per cento le emissioni di CO2 derivanti dall’uso di combustibili fossili sono attualmente la risposta più immediata e concreta per abbatterle in attesa che siano pronti gli aeromobili alimentati a idrogeno, altro settore su cui SeaA si sta impegnando insieme all’industria aeronautica europea.
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