Enti locali
Ohibò, non si volerà più da Bergamo a Roma
Il provincialismo che ammorba un’Italia incapace di confrontarsi con la globalizzazione ci consente di leggere sulla stampa le dichiarazioni di dolore della politica riguardo alla mancata ripresa autunnale dei voli fra l’aeroporto di Bergamo e Roma.
E’ intollerabile, pare, che un aeroporto che a luglio ha superato un milione di passeggeri non possa garantire ai bergamaschi un comodo viaggio a Roma, dall’aeroporto sotto casa.
Il grande successo di Orio, che ha accomodato molto bene la voglia di crescere dei vettori low cost Ryanair e wizzair, fa dimenticare che si trova alle porte di Bergamo, ma serve passeggeri di un’area molto vasta e principalmente da Milano. Lo spostamento di traffico verso il treno ad alta velocità e l’elevatissmo numero di voli Alitalia da Linate a Fiumicino, mai meno di uno all’ora, non lasciano spazio ad altri, perché non ci sono abbastanza passeggeri per riempire altri aerei per Roma dagli aeroporti lombardi. easyJet chiuderà a ottobre i suoi voli da Linate, Alitalia mantiene una scarna programmazione da Malpensa, per scopi tecnici e già anni fa aveva chiuso i suoi voli proprio da Orio, come pureaveva fatto Ryanair.
Certo, per i bergamaschi sarà leggermente più scomodo dover volare a Roma da Linate, ma si tratta di così poche persone (altrimenti i voli non soffrirebbero di carenza di clienti) che la politica non dovrebbe preoccuparsene, invece il sindaco Gori si attiverà per garantire il mantenimento del volo, leggiamo. E perché mai dovrebbe farlo? Perché quel volo fa comodo ai politici che vanno e vengono appunto da Roma e per cui, evidentemente, l’aeroporto deve esistere innanzitutto per loro.
Blue Panorama, la compagnia aerea zombie che ha fin qui gestito quei voli, ha sicuramente trovato ponti d’oro per mantenere quel collegamento di bandiera, ma evidentemente non basta, i conti non tornano perché non ci sono abbastanza passeggeri.
La politica italiana non si rassegna alle crude leggi del mercato, così come i suoi elettori, difficilmente si riuscirà ad evitare la chiusura, ma se invece si riuscisse sarebbe certo a spese pubbliche o imponendo un costo improprio al gestore aeroportuale.
Questo Paese non andrà da nessuna parte finché i politici non smetteranno di mettere le mani nelle aziende e finché gli elettori non chiederanno loro di astenersi, anziché pretendere il contrario.
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