Governo

Non c’è sorpresa nell’uovo di Pasqua di Alitalia

15 Aprile 2019

Mancano solo due settimane al secondo compleanno dell’Amministrazione Straordinaria di Alitalia, la cui fine non si intravede ancora all’orizzonte. Le veline fatte proprie dalla stampa diffondono un moderato segnale di allarme: mancano soldi nella cordata per rilevarla, non si trovano investitori che affianchino le Ferrovie dello Stato e l’americana Delta, che avrebbe i mezzi per ingoiare tutta Alitalia in un solo boccone o almeno arrivare al 49% che le regole consentono ai soggetti extracomunitari, ma se ne guarda bene e limita la sua disponibilità a 100-150 milioni.

Nessun’altra linea aerea, nessuna banca, nessun imprenditore, nessuno vuole mettere i propri soldi in un’azienda in cui è certo che li perderebbe, perché verrà gestita secondo i dettami antieconomici del Governo. L’attuale suspence probabilmente mira a rendere accettabile l’ingresso nella cordata del gruppo Benetton, che è altrettanto non interessato, ma gestendo l’aeroporto di Fiumicino trae vantaggio dalla sopravvivenza di Alitalia ed è perciò il candidato ideale per ricevere un’offerta che non si può rifiutare.

Come Di Maio potrebbe far passare i signori di Ponzano Veneto da Satana al Salvatore va oltre l’immaginazione di chi scrive e forse ci vorrà del tempo, mentre ogni giorno le perdite erodono la cassa.

Già, le perdite. Qualche settimana fa l’ex commissario Gubitosi, passato al timone di TIM, ha affermato che il caso Alitalia dimostra che non esistono cattive aziende, ma soltanto cattivi dirigenti, additando come segno della ritrovata salute della linea aerea il tanto strombazzato record di puntualità, che non solo pare questionabile usando altri dati rispetto a quelli di FlightStats, ma soprattutto è ben poco rilevante. Alitalia è come una squadra che continua a perdere, 3 a 1 invece che 5 a 0, ma i tifosi dovrebbero essere soddisfatti del suo ottimo possesso di palla.

Forti di quanto consente loro l’Amministrazione Straordinaria, i commissari sono riusciti ad abbassare molto i costi del leasing degli aerei e questo è forse l’unico punto veramente rilevante a loro favore. Resta da capire perché prima fossero così alti. Un po’ certo per l’eterna debolezza al tavolo delle trattative, ma probabilmente molto per colpa di chi firmava i contratti. Troppo stupidi o forse troppo furbi, sarebbe interessante capirlo.

Già, le perdite. Mentre British Airways, KLM, Lufthansa, Ryanair, easyJet guadagnano miliardi, Alitalia continua a perdere almeno un milione di euro al giorno e non si capisce come la partnership con FS e con Delta potrebbe rovesciare la situazione. Se lo si capisse, davanti al MISE  ci sarebbe una bella coda di investitori ansiosi di diventare soci.

Probabilmente si troverà il modo di varare anche questo salvataggio, ma continuando a rifiutare tagli è difficile pensare che non si tornerà presto al punto di partenza.

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