Trasporti
Essere pendolari in Puglia: “elogio della lentezza”
I disagi e i ritardi giornalieri di chi è costretto a prendere un treno per spostarsi. In Puglia può capitare di coprire 35 km in 56 minuti come accade sulla tratta Martina Franca – Taranto. E, per i turisti, la situazione non cambia
Nonostante il Governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, abbia battezzato quattro nuovi treni delle FAL (ferrovie Appulo-Lucane) negli scorsi giorni, a Bari, descrivendo un intero territorio come provvisto di servizi ferroviari di ultima generazione, capace anche di contenere i prezzi, privilegiando la sostenibilità ambientale, gran parte degli utenti pendolari di Puglia, non riesce a spostarsi giornalmente, senza un inaccettabile spreco di tempo, che si traduce poi in ritardi e disagi cronici nel disbrigo delle proprie attività.
Basti pensare che, per coprire una distanza di 280 km, da Foggia a Lecce, con tre fermate intermedie, un treno Frecciarossa di Trenitalia, ci impiega, se non ci sono disguidi di varia natura, all’incirca 2 ore e 28 minuti.
Ma, la situazione sembra complicarsi ulteriormente, se si considera uno spostamento con un treno regionale, quindi meno sofisticato, percorrendo sempre lo stesso tragitto, questa volta in quattro ore, con un risparmio del costo del biglietto pari alla metà di quello previsto per il Frecciarossa, e al contrario, con ben 28 fermate intermedie.
Insomma, un vero e proprio “elogio della lentezza”, sia per le distanze medio-lunghe che per quelle brevi, come per esempio il collegamento che raccorda la città di Martina Franca (cuore della Valle d’Itria) con la città dei due mari, Taranto. Bene, salendo su un treno delle Ferrovie Sud Est, una distanza di appena 35 km, viene coperta in 56 minuti, con cinque fermate intermedie.
La contraddizione in termini, appare innegabile nella sua evidenza. Per invogliare la gente a spostarsi in treno, preferendolo all’auto, incentivando quindi la sostenibilità ambientale, il pacchetto di servizi di trasporto ferroviario garantiti, si presenta come carente sotto l’aspetto della praticità, puntualità, efficienza, risultando non idoneo ad assolvere alla richiesta dell’utenza.
Proprio la rete ferroviaria, punto nevralgico del sistema trasporti di un Paese, in questo caso di una intera regione, può permettersi di generare disservizi del genere?
Un deficit di progettazione che va ad intaccare una Terra, qual’è quella della Puglia, protagonista indiscussa di un turismo estivo da ogni parte del mondo, di dimensioni massicce. Gap, che continua ad indebolire e penalizzare fortemente la credibilità di un assetto politico incapace di dare corpo ad una macchina che funzioni con stabilità. Stabilità che va assicurata a tutti coloro che decidono di visitare punti diversi del tacco d’Italia, ricco paesaggisticamente e, sicuramente, da conoscere anche culturalmente.
A tal proposito, esistono tratte emblematiche di questo viaggiare a rilento. Vedi per esempio quella che parte da Foggia ed arriva all’estremo lembo del Salento, che si attraversa in treno in “sole” 6 ore e 30 minuti o ancora, le 3 ore necessarie per spostarsi dalla costa adriatica di Otranto a quella ionica di Gallipoli (Ferrovie Sud Est). Stesso discorso per i turisti diretti ad Alberobello alla ricerca dei caratteristici Trulli da visitare, Patrimonio UNESCO.
Per evitare tutto ciò, moltissimi turisti, scelgono di noleggiare un’auto, o prendere una navetta o un bus, preferendoli ad un treno.
“Tutti coloro che lavorano o studiano e che non possono spendere soldi viaggiando in auto (sprecando benzina ed inquinando), con un prezzo ragionevole, possono utilizzare treni modernissimi e confortevoli“, sono le dichiarazioni del Governatore della Regione Puglia, Emiliano.
Però, nella politica dei saldi di fine stagione, i disagi della gente che sbatte ogni giorno la testa contro l’inefficienza cronica, contro i ritardi del vivere e del sopravvivere, indotti, conteranno pur qualcosa, o no?
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