Terzo Settore

Maria Grazia Nasazzi: “Nelle fondazioni di comunità costruiamo speranze”

27 Giugno 2022

In occasione dei suoi trent’anni, Fondazione Cariplo ha lanciato Looking4, un’iniziativa di ascolto dei territori e delle realtà che anche col sostegno di Cariplo lavorano nel campo del sociale, della cultura e dell’innovazione. Maria Grazia Nasazzi è presidente della Fondazione comunitaria del Lecchese, «molto contenta di esserlo. Esperienza bellissima, impegnativa ma intrigante». L’abbiamo intervistata.

Che tipo di territorio è il vostro e quali sono i settori in cui intervenite maggiormente? 

Il territorio lecchese è molto ricco di iniziative, di associazioni, realtà del terzo settore e ha alle spalle una esperienza di “sistema” collaudato. Vale a dire che le nostre realtà già da tempo lavorano in rete condividendo progetti per arrivare a costruire processi o percorsi. Collaboriamo con tutti i gli ambiti che vanno dalla cura della persona, il sociale, alla cultura, all’arte e all’ educativo.

A livello culturale è una zona attiva?

Si è una zona culturalmente attiva ma che ha fortemente bisogno di sinergia: un territorio ricco e attivo che ha bisogno di una “regia” intelligente.

In che maniera la pandemia ha inciso sulla vostra attività e sulle persone o realtà che aiutate?

La pandemia ha inciso pesantemente sulle persone e sulle attività. La solitudine, l’isolamento ha bloccato psicologicamente ed emotivamente giovani e anziani mettendoli tutti nella stessa posizione di fragilità. Le relazioni sono mancate rendendo tutti noi molto più deboli e soli. Ma la fondazione è diventata il motore di ripresa non solo economico ma piuttosto ideale per aggregare persone, associazioni, generazioni diverse. Abbiamo costituito comitati per gestire fondi con presenze qualificate e appassionate.

Il trentennale di Fondazione Cariplo è anche l’occasione per fare comunità e ragionare insieme sul futuro delle nostre di comunità. Cosa si augura per il vostro territorio?

Fondazione Cariplo da tempo insegna un metodo della cura del dono, non mera consegna di risorse ma condivisione dei bisogni e intesa nel cercare e inventare nuove vie. Nelle fondazioni di comunità ogni giorno siamo chiamati a sperimentare questo “ascolto” del e nel nostro territorio. Un ascolto che è fatto di sguardi, di intese, di desiderio grande di costruire insieme percorsi condivisi che creino speranza.

 

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