Terzo Settore

Processo Alexandria, la Fondazione Mps non chiede i danni né a Mussari né Vigni

12 Ottobre 2015

Certe relazioni non finiscono mai. Neanche di fronte a un tradimento cruento, come quello al cuore e al portafoglio delle decina di migliaia di risparmiatori di una delle banche più antiche del mondo, il Monte dei Paschi di Siena La Fondazione Mps, che di quella banca deteneva la maggioranza e assicurava una robusta rendita alla città di Siena, ha scelto di non costituirsi parte civile contro Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, rispettivamente ex presidente ed ex direttore generale della banca, nell’udienza preliminare che si è aperta stamattina sulla ristrutturazione del derivato Alexandria, posseduto da Mps attraverso un contratto stipulato con Nomura. Mussari e Vigni sono accusati di falso in bilancio e aggiotaggio.

 «È una motivazione esplicitamente tecnica, perché c’è già un processo civile a Firenze, dove è stato chiesto agli stessi ogni danno patrimoniale e non patrimoniale, compreso quello da illecito», fanno sapere dall’ufficio stampa della Fondazione che invece ha deciso di costituirsi parte civile (deciderà poi il giudice) contro gli altri imputati: Gian Luca Baldassarri (ex responsabile area finanza di Mps), e i due dirigenti di Nomura, Sadeq Sayeed e Raffaele Ricci. Imbarazzi, rapporti di riconoscenza?

Mussari è stato prima presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena (2001-2006) e poi di Monte dei Paschi di Siena (2006 – 2012).  Alexandria, il derivato sintetico di 3 miliardi di euro venne stipulato nel 2009 sotto la gestione Mussari – Vigni ed è stato chiuso in anticipo lo scorso 23 settembre nell’ambito di una transazione tombale.

Qual è il messaggio di questa scelta al processo? Forse che quel concentrato di poteri senesi – politico, economico, sociale, accademico, religioso, massonico,  insomma tutta la città – che è storicamente la Fondazione Mps ha di fatto perdonato Mussari o, comunque, non ha la forza di prendere le distanze da lui e da quei cinque anni di storia che hanno azzerato un patrimonio secolare?

Manuela D’Alessandro

 

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