Terzo Settore

Fondazione Cariplo lancia la nuova edizione di “Mille voci per comprendere”

17 Dicembre 2022

La conoscenza è un bene prezioso. Quella che riguarda il terzo settore è strategica, perché permette di comprendere più da vicino la situazione dei soggetti che operano nelle nostre comunità, sostenendo le persone nei loro bisogni e la crescita di opportunità nel territorio.

Mille voci per comprendere è l’iniziativa lanciata da Fondazione Cariplo nel 2021 e realizzata grazie alla collaborazione con Evaluation Lab della Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore. Si tratta di un’indagine, realizzata a cavallo fra dicembre 2021 e gennaio 2022, insieme ad ISTAT, per sondare lo stato di salute degli enti di terzo settore che operano nelle comunità per sostenere le famiglie e le persone, difendere l’ambiente e promuovere le attività culturali. «Rispondere alle emergenze con uno sguardo sul futuro: questo è il modo con cui la Fondazione Cariplo è intervenuta per sostenere gli enti di terzo settore in questi ultimi anni così complessi. L’indagine “Mille Voci” si colloca esattamente in questa direzione per offrire dati e permettere uno spazio di confronto sulla situazione dei soggetti che operano nelle nostre comunità. Di fronte a uno scenario in rapido cambiamento e denso di sfide, crediamo che una conoscenza condivisa sia il primo passo per immaginare insieme una traiettoria verso il futuro», spiega Giovanni Fosti, presidente Fondazione Cariplo.

Al panel organizzato da Fondazione Cariplo hanno aderito 1.135 enti del terzo settore nel territorio delle province Lombarda, di Novara e del Verbano Cusio Ossola. La prima edizione ha permesso di descrivere l’impatto della pandemia sull’attività degli enti. Tra i principali risultati emersi appare evidente che le organizzazioni del settore Arte e Cultura sono quelle che più a lungo sono state costrette a interrompere, sospendere o “rivedere al ribasso” le proprie attività. Una larga maggioranza degli enti intervistati ha comunque potuto accedere agli aiuti di enti pubblici o privati (o di entrambe le nature). La quota più significativa di enti “rimasti senza aiuto” si è registrata nel settore dell’ambiente che, però, ha registrato anche la percentuale più alta di soggetti che ha potuto continuare le attività senza interruzioni durante il periodo pandemico.

Per quanto riguarda l’ammontare degli aiuti ricevuti, si sono registrate differenze significative a livello settoriale, con gli enti attivi nei Servizi alla persona che hanno ottenuto cifre più significative sia da fonti pubbliche che private.

 

Al di là del racconto di quanto accaduto durante la pandemia, l’indagine ha permesso di raccogliere dagli enti anche una serie di risposte su temi molto rilevanti per lo sviluppo futuro del settore: transizione digitale, approccio alla progettazione, rapporto con la normativa, capacità di fund raising, propensione e capacità di formulare scenari e di impostare strategie. I dati raccolti evidenziano, in termini generali, risultati positivi sul fronte della “Transizione Digitale” e riguardo alla capacità di progettazione, mentre le difficoltà maggiori si registrano, da un lato, in relazione alla capacità di mobilitare le risorse del territorio attraverso le attività di fundraising e, dall’altro, con riferimento alla capacità di delineare scenari e strategie.

Partirà con il nuovo anno la seconda edizione della survey, per continuare ad analizzare l’evoluzione delle principali dimensioni economiche e strutturali che caratterizzano il terzo settore, con un focus specifico sul modo in cui la crisi energetica sta modificando gli equilibri e le scelte delle organizzazioni.

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