Partiti e politici
Yezers: una voce per le giovani generazioni
Il Documento di Economia e Finanza è spesso poco più di un libro dei sogni, in cui il Governo in carica prefigura crescite cinesi, deficit sotto controllo e tagli al debito come neanche il Belgio a cavallo della fine del millennio.
Il Governo Conte, che, va detto, ci riserva sorprese (più o meno gradite) con discreta frequenza, si è voluto mostrare ancora una volta piuttosto originale e, dopo aver diffuso per mesi e mesi rassicurazioni sullo stato delle nostre finanze e della nostra economia, ecco che di colpo ci consegna una confessione spontanea tutt’altro che confortante.
Il PIL per il 2019 è previsto in crescita dello 0.2%, quando all’epoca dei festeggiamenti di Di Maio sul terrazzo di Palazzo Chigi – era lo scorso settembre – veniva sbandierato un 1.5%, già peraltro ridotto all’1% in sede di Legge di Stabilità a dicembre.
Il debito veleggia al 133% del PIL.
Il deficit ritorna al 2.4% (stessa cifra della balconata di cui sopra), dopo essere stato per qualche mese accompagnato da uno “zero” malandrino, in quella magnifica trovata del 2.04% di Rocco Casalino. Ma più di tutti, il numero che fa tremare i polsi sono i 133 miliardi di spesa aggiuntiva sul triennio 2019-2021, principalmente per coprire Quota 100 e Reddito di Cittadinanza, le due misure bandiera del Governo.
E qui, come si suol dire, casca l’asino: verranno spesi miliardi e miliardi per misure che purtroppo – ce lo dicono loro – avranno impatto nullo sull’economia, sia in termini di crescita della ricchezza sia in termini di occupazione. Quel che è peggio, questa spesa aggiuntiva sarà “coperta” prevalentemente emettendo nuovo debito pubblico. E chi lo pagherà questo debito pubblico? Beh, che importa: il 26 maggio ci sono le Europee e poi si vedrà.
E in fondo tutta la questione sta qui. Il Governo sostenuto da due forze che tanto consenso hanno raccolto tra le giovani generazioni scarica su di esse i costi delle loro spese elettorali, regalando loro più pensionati da mantenere e, tutt’al più, un sussidio per 18 mesi. E in questo, va detto, il Governo Conte non si discosta di molto dalla linea tenuta da molti, troppi governi che lo hanno preceduto.
È in questo desolante panorama che troviamo necessario impegnarci per difendere i diritti dei giovani.
Si badi bene, dei giovani, non della gioventù: non si tratta dei ventenni in quanto tali, ma degli italiani di oggi e soprattutto di domani, delle generazioni che abiteranno questo Paese nel 2050.
È per questo che abbiamo lanciato Yezers.
Il nome può sembrare complicato ma in realtà dice immediatamente chi siamo: siamo gli Y e gli Z, o meglio, le Generazioni Y e Z: i Millennials, la Generazione Y, ossia i ragazzi nati dai primi anni ’80 a metà anni ’90 e i Centennials, la Generazione Z, i ragazzi nati dalla metà degli anni ’90 in poi.
Siamo i Nativi Digitali, i Plurals, la Next Generation: scegliete la definizione che più vi piace tra le numerose che sono state proposte. La sostanza è che vogliamo rappresentare quella fascia di popolazione regolarmente esclusa dagli interessi e dalle politiche dei governi italiani negli ultimi decenni.
Due parole in più su di noi.
Yezers è la prima startup politica italiana, che intende fornire una piattaforma per promuovere la partecipazione e il dialogo tra i giovani. Desideriamo apportare un contributo al dibattito pubblico e alla formulazione di strategie/policy che sappiano rispondere alle sfide di una realtà complessa come quella odierna. Yezers è il luogo dove le persone che credono di poter di poter cambiare l’Italia possono condividere e approfondire le proprie idee, crescere professionalmente e influenzare le presenti e future decisioni politiche del Paese.
Nello specifico, Yezers ha due dimensioni principali.
In primo luogo elabora la visione per il futuro delle Generazioni Y e Z e la declina in proposte concrete che sviluppa attraverso i propri Team di Ricerca. I temi su cui ci focalizziamo sono quelli che più stanno a cuore alle nostre generazioni e sono principalmente 1) lavoro, 2) ambiente e sostenibilità e 3) educazione e cultura. Ma non ci limitiamo alla sola proposta, consci che delle belle idee, finché restano sulla carta, rimangono appunto solo delle idee. Per questo motivo, la nostra azione si articola su un secondo pilastro più operativo, che consiste nell’adoperarsi direttamente affinché queste proposte vengano portate avanti nelle sedi istituzionali.
Questa duplice natura, di nuovo, riflette la convinzione che la sola elaborazione di idee e proposte sia fine a sé stessa se non adeguatamente supportata da un’efficace azione di lobbying presso le istituzioni pubbliche. Sì, lobbying: questa parola così spesso bistrattata perché evocatrice di pratiche opache, quando non esplicitamente illegali. In realtà il lobbying è una parte fondamentale di ogni regime democratico. La stessa Costituzione Americana, nel suo Primo Emendamento, afferma che “Congress shall make no law […] abridging […] the right […] to petition the government for a redress of grievances”, che può essere tradotta come “Il Congresso non approverà alcuna legge che riduca il diritto di presentare petizioni al governo per la riparazione di torti o rimostranze”. Il lobbying è, nella sua essenza, il mezzo affinché quelle rimostranze siano ascoltate e, idealmente, accolte e risolte.
Per portare avanti le nostre proposte e i nostri progetti siamo aperti al dialogo con tutti i partiti, di maggioranza e di opposizione, e tutte le associazioni. Certo, senza lesinare critiche – si veda appunto il nostro incipit sul DEF – ma allo stesso tempo senza preclusioni e sempre con spirito costruttivo. Del resto siamo politici, certo, nella misura in cui ogni riflessione sull’economia e sulla società è, di fatto, politica, ma siamo e vogliamo essere apartitici. Detta altrimenti, il nostro partito sono le giovani generazioni e per difendere i loro interessi non vogliamo escludere il dialogo con nessuno.
In questa rubrica su Gli Stati Generali presenteremo le nostre proposte e le nostre considerazioni sull’economia, la società e la politica, consci che, oggi più che mai, le giovani generazioni abbiano bisogno di una voce per farsi sentire.
Vittorio Dini
Presidente di Yezers
Samuel Carrara
Responsabile Editoriale di Yezers
Nella foto: Yezers @VisionaryDays
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