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BUONE NUOVE DALL’OLANDA: LA NASCITA DI +31MAG
Una nuova pubblicazione: un magazine italiano ma anche europeo. Nella crisi inarrestabile che sembra avvolgere la stampa, dal nord Europa arriva un vento di novità. Si tratta di +31Mag, “il primo quotidiano online in lingua italiana, dall’Olanda sull’Olanda”. Sull’esempio di altre testate europee, come lo spagnolo El Español, che ha appena ultimato un crowdfunding di successo, o come l’olandese Blendle, che propone singoli articoli a pagamento, anche questa nuova avventura editoriale è decisa a sperimentare qualcosa di intentato finora: raccontare i Paesi Bassi da vicino con un punto di vista diverso. All’inizio solo in italiano, ma nella prospettiva di abbracciare sempre più una dimensione continentale. Una realistica utopia? Ne abbiamo parlato con il direttore Massimiliano Sfregola, giornalista professionista e blogger sul Fatto Quotidiano, che, dopo aver scritto per anni dall’estero su testate italiane, ha deciso di animare questo progetto.
Dopo sei mesi di rodaggio, +31Mag è uscito dalla clandestinità. Ma ancora rimane la domanda: cos’è? Com’è nato?
+31Mag è un progetto di lungo termine. E’ nato dalla constatazione che, in questo periodo, molti giornalisti o giovani appassionati di comunicazione hanno lasciato l’Italia decidendo di risiedere all’estero. Qui tante sono le storie ancora da raccontare che la stampa tradizionale italiana, per problemi di budget o semplicemente per disinteresse, non ha interesse a seguire e pubblicare. Un pubblico potenzialmente ricettivo può essere rappresentato, però, dagli italiani, giovani e meno giovani, che si sono trasferiti o hanno intenzione di partire. E’ stata questa l’idea di base da cui siamo partiti, poi gli incontri più o meno casuali hanno modificato il progetto in corso d’opera. Fai conto che doveva partire come semplice blog su WordPress: ora, invece, abbiamo un nuovo sito e una frequenza giornaliera degli articoli.
Ma il nome? +31Mag, da dove arriva?
+31 è il prefisso internazionale dell’Olanda e il prefisso telefonico è la caratteristica più facilmente ed immediatamente identificabile di un Paese. Ma come ti dicevo, in corso d’opera, abbiamo scoperto che i browser, Google Chrome per intenderci, non accettano il +. De facto, 31mag è il nostro identificativo sul web.
+31Mag contiene, quasi esclusivamente, articoli in italiano. Com’è scrivere di un paese straniero per una delle comunità straniere, quella italiana, che vi risiede?
Abbiamo iniziato a scrivere, dedicandoci al pubblico italiano, che vive in Olanda o che è interessato ai Paesi Bassi. Per fare questo abbiamo sperimentato un nuovo approccio: ci riferiamo a lettori non autoctoni, che spesso non conoscono la storia e che non dispongono di una visione d’insieme del Paese in cui vivono. Abbiamo dovuto, quindi, sviluppare un linguaggio e uno stile peculiare, scoprendo l’Olanda passo a passo insieme al lettore nella stesura di ciascun articolo.
La tua vicenda personale è sintomatica, però, dello stato dell’arte in Italia: da corrispondente estero ti sei reinventato editore italiano all’estero. Cosa ci puoi dire di più sulla situazione della stampa italiana?
Per quanto riguarda le vicende internazionali, da sempre l’Italia è un paese molto provinciale. Solo da pochi anni, in concomitanza anche con l’emergere di una nuova e diversa emigrazione italiana, la stampa ha cominciato a dedicare più spazio e importanza a quanto avviene all’estero.
Ma vedi delle potenzialità nel settore? Ci sono cambiamenti in atto?O l’unica strada è quella che stai cercando di portare avanti ora con +31Mag?
Nel suo complesso la stampa italiana risente di rigidità e lentezze, con pochi cambiamenti, spesso ispirati a logiche poco meritocratiche. Si assiste, insomma, per utilizzare un termine ormai molto diffuso, a una “castizzazione” del settore. Non posso, però, non ricordare anche degli ottimi esperimenti che fioriscono in Italia, soprattutto sul web (ad esempio Il Post o Linkiesta).
Proprio a questo proposito, guardando la breve storia di +31Mag, si può già trovare una polemica con un giornale italiano. Ci puoi raccontare qualcosa di più?
Sì, quella vicenda è un po’sintomatica dei malfunzionamenti della stampa italiana all’estero. A fine maggio una giornalista aveva scritto un articolo su Libero, raccontando, sulla base di fonti olandesi, dei fatti che avevamo seguito in prima persona e documentato da vicino. Insomma, eravamo come dei “cronisti locali” da Amsterdam che, coprendo giorno per giorno quanto avveniva, erano in grado di smascherare la superficialità e le inesattezze che caratterizzavano l’intero pezzo. L’ottica molto superficiale che aveva utilizzato non poteva certo passare inosservata a chi l’Olanda la vive e la conosce da vicino. (per saperne di più vedi gli articoli http://www.31mag.nl/lopinione-una-giornalista-di-libero-ci-scrive-a-proposito-del-nostro-fact-checking-il-suo-intervento-e-la-replica/ e http://www.31mag.nl/il-caso-libero-contro-il-vluchtgarage-i-migranti-una-volta-sgomberati-avevano-occupato-vondelpark-chiedendo-alloggi-di-lusso-peccato-non-sia-mai-accaduto/)
E cosa ci puoi dire proprio di questo paese, da sempre escluso dai circuiti informativi mainstream? Cosa ti ha appassionato?
L’Olanda è un pianeta a sè in Europa. Ha delle caratteristiche peculiari che non vedi ripetersi in nessun altro paese ma di cui si parla in tutto il mondo, senza conoscerle veramente. Pensiamo alla cannabis: sono migliaia gli italiani, ma non solo, che vengono a Amsterdam convinti che la cannabis sia legale. Invece, la questione nella legislazione olandese è talmente complessa che, in generale, non conoscendo la storia e la cultura di questo Paese, si preferisce interpretare la questione in una maniera molto semplicistica, diversa dalla realtà effettiva.
I Paesi Bassi, però, non sono solo cannabis, più o meno legale. Quali sono gli argomenti che hanno riscosso maggior interesse nel pubblico di +31Mag in questi primi mesi?
In questa prima fase abbiamo cercato di capire quale fosse il nostro target di riferimento. Abbiamo visto che ci seguono lettori, in pari numero dall’Italia e dall’Olanda: per i primi preferiamo un lavoro di comparazione, mettendo a confronto l’Italia e l’Olanda su specifici ambiti (bici ecc.) per i secondi, invece, lasciamo spazio a notizie di cronaca o reportage anche molto locali. Abbiamo cercato, in ogni caso, di rimanere connessi con il dibattito pubblico italiano: ad esempio, quando la proposta del M5S sul reddito di cittadinanza è arrivata in Parlamento, abbiamo approfondito l’argomento qui e mostrato come una misura simile sia applicata da anni in Olanda.
Se, come ci hai detto, i rapporti con alcune testate italiane non sono propri idilliaci, come si muove, invece, +31Mag nel contesto mediatico olandese?
Pur essendo una realtà appena nata, stiamo costruendo la nostra rete. Per esempio, siamo riusciti a intervistare il caporedattore del settimanale Vrij Nederland, simile a L’Espresso in Italia, che ci ha concesso l’intervista, solo dopo aver guardato il nostro sito. Ha visto il nostro lavoro e lo ha apprezzato. In un contesto di atomizzazione dei media, non vale più la regola di ignorare le pubblicazioni sconosciute.
Arriviamo alle noti dolenti, cioè il capitolo dei costi e delle coperture. Come si finanzierà +31Mag?
E’ la vera questione cruciale della stampa, oggi. Per questo abbiamo adottato un meccanismo a orologeria: evitiamo di muoverci sul lungo periodo, ma facciamo un passo per volta. Qualunque decisione o miglioramento va adottato a seconda delle risorse disponibili al momento. Siamo partiti con un autofinanziamento- personalmente ho deciso di dedicare almeno un anno solo a questo progetto- e abbiamo deciso di costruire per una struttura leggere, decentralizzata e economica. Puntiamo, sull’esempio di altre nuove esperienze europee, molto sul crowdfounding che possa coinvolgere persone e realtà, interessate, soprattutto, alla sfera culturale a ampio raggio. Insomma, dobbiamo puntare sulla sostenibilità a lungo termine di una struttura leggera.
Nel nuovo banner compaiono gli hashtag #minorities, #underground, #activism: qual è l’idea di giornalismo che anima +31Mag?
Si tratta di un progetto di giornalismo partecipativo che mira a dare voce a tutte quelle storie e situazioni che non trovano spazio nella stampa ufficiale. Nel caso olandese, conoscendone la stampa, tradizionalista e per un pubblico alto-borghese, abbiamo scelto, soprattutto, le tematiche sociali proprio perché sono quelle che trovano meno spazio solitamente nelle pubblicazioni di questo paese.
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