Sindacati

Morti sul lavoro, sinistra divisa: solo un caso?

19 Gennaio 2018

Lo leggi nei loro occhi il dolore. Un senso di perdita. Di svuotamento. Lo smarrimento e le contraddizioni di chi mentre piange i colleghi morti solo qualche giorno prima, teme adesso di perdere il posto di lavoro. A Milano la Fiom con tutte le altre sigle sindacali metalmeccaniche ha deciso di manifestare dopo i fatti accaduti alla Lamina di Milano con un presidio davanti la prefettura perché “venga adottato un protocollo di sicurezza” per chi lavora in fabbrica.

L’unico vero diritto è  quello del profitto

Non è  facile mescolarsi tra la gente che porta una bandiera del sindacato. Non è facile  perché devi capire se ci crede ancora, molti hanno i capelli bianchi, o se ripete l’archetipo della manifestazione di piazza, senza più  esserci con lo spirito.  Ancora meno capire quanti avranno il coraggio di dirti quello che veramente sentono, più  ancora di quello che pensano.

Vi offro intanto questa riflessione perché se si vuole “sentire” il senso della contrapposizione a Renzi dentro(e fuori) al PD e al suo modo di concepire la politica cioè  la genesi  della crisi identitaria della sinistra, bisogna partire proprio da queste parole

La sinistra è subalterna al capitale e al profitto

Durante la manifestazione m’imbatto in una figura importante della Cgil: Elena Lattuada segretaria regionale lombarda. Con lei parliamo di come per Expo la sicurezza è  stata garantita ai lavoratori ( infatti durante la rassegna non c’è stato neppure un ferito) “mentre nelle aziende si fa il minimo indispensabile.”

Poi parliamo delle elezioni regionali e scopro con sorpresa che la segretaria Cgil non appoggia Liberi e Uguali di Onorio Rosati, ex Cgil, ma Giorgio Gori. “Perché io penso la sinistra sia più  forte se unita”

Cosa pensa un metalmeccanico oggi, quando va a lavorare? È  questo l’interrogativo con cui mi sono diretto alla manifestazione. Qui sotto sono loro a dirmelo cosa si prova

Vittorio Sarti segretario Uilm-Uil

Un’ora prima della manifestazione di piazza ho avuto modo di intervistare Onorio Rosati, candidato Governatore della Lombardia di Liberi e Uguali. Con lui uno scambio al vetriolo sul tema dell’unità della sinistra. Tanto più  considerando che Rosati conosce la condizione delle imprese lombarde avendo avuto un ruolo nella IV commissione in Regione (Attività Produttive) dove moltissime multinazionali hanno trattato con le istituzioni spesso in un ruolo di primi attori mettendo la Regione e la commissione in una condizione di subalternità. Rosati s’incazza e mi dice: “Lei farà le stesse domande a Giorgio Gori?”

(Ps: si, assolutamente farò le stesse domande)

Appena fuori dal corteo m’imbatto in due appartenenti al personale della Città  Metropolitana, attaccata alla Prefettura. Uno dei due mi dice: ” Il ragazzo morto a Rovato probabilmente deve il suo decesso a un non idoneo vestiario, per qual tipo di macchina. Rimasto impigliato con una parte della sua camicia, è stato probabilmente trascinato nelle macchine. Una volta, quaranta anni fa, quando facevo io il lavoratore al Torchio, avevo un insegnante che mi seguiva. Oggi bisogna correre per inseguire il guadagno”

La sicurezza un costo, un fastidio così il segretario Danilo Margaritella  prova a spiegarmi la ragione di quanto ancora accade nel 2018 nelle aziende metalmeccaniche.

 

 

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