Sindacati

Undici giorni a braccia incrociate, a Francoforte lo sciopero si fa duro

19 Gennaio 2017

Gli scioperi in Germania sono molto agguerriti, dalle ferrovie a Lufthansa, e non fanno prigionieri. Pazienza se danneggiano l’utenza e mandano in rovina l’azienda, con conseguenti perdite di lavoro.

A Francoforte, da quasi due settimane, scioperano i bus. A Milano, quando ci abitavamo, venivamo avvertiti che, fatte salve le fasce protette (pendolari), ci sarebbe stato sciopero di un giorno. Una tragedia. Una vergogna. La fine del mondo. Ma come si permettono? Tutti in auto ecc. ecc.

A Francoforte (e città dell’area dell’Assia, tra Meno e Reno) no. Sì, l’avviso c’è, però ti dicono che lo sciopero sarebbe “iniziato” quel particolare giorno (per il rinnovo del contratto degli autisti dei bus locali i lavoratori chiedono 13,50 euro all’ora, le aziende ne offrono 12,65). Da allora, per 11 giorni, non si è più visto un bus (il metrò c’è). Si va in bici, in auto, a piedi, senza particolari proteste, solo notevoli disagi. E le fasce protette? Niente. E quando finirà? Non si sa.

Ma le aziende dei trasporti non fanno niente? Sì, chiedono di tornare a discutere, asseriscono di voler fare nuove proposte al tavolo delle trattative. I sindacati, però, rifiutano di iniziare a discutere se non c’è una nuova proposta prima di iniziare le trattative.

Ridicolo? Forse. Sicuramente una tecnica di lotta più aggressiva di quelle a cui eravamo abituati in Italia.

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In copertina, conducenti di bus in sciopero a Francoforte (foto tratta da wwws.org)

 

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