Professioni
L’Avvocato d’Affari
Tradizionalismo o innovazione? Generalizzazione o specializzazione? Individualismo o sinergia? Questi gli orientamenti che definiscono la profonda trasformazione che negli ultimi 20 anni ha interessato il mondo dell’avvocatura, attualmente ancora in evoluzione, portando alla sempre maggiore affermazione di una nuova figura di avvocato, “l’Avvocato d’affari”.
In passato l’avvocato in quanto tale, quale conoscitore stimato e talvolta di successo del diritto in toto, che spaziava dal diritto di famiglia, a quello penale, dal societario all’ereditario, godeva di una serie di riconoscimenti sociali, culturali ed economici, rappresentando un punto di riferimento in grado di risolvere tutti i problemi del proprio cliente.
Alla luce degli odierni e sostanziali mutamenti del contesto socio- economico, culturale e finanziario, col radicale aumento, rispetto agli inizi degli anni ’90, del numero di laureati, dovuto alla maggiore fruibilità della cultura, la concorrenza è diventata spietata e la drastica riduzione del lavoro, un dato sotto gli occhi di tutti.
Sintomatica di questo momento storico, è l’esigenza per i professionisti del diritto di cavalcare il cambiamento e non farsi sopraffare dagli eventi, di assurgere ad “imprenditori di se stessi”, scegliendo di specializzarsi e diventare leader in una determinata e specifica materia. Ed è proprio in quest’ottica che si colloca la figura innovativa dell’avvocato d’affari o business lawyer.
Ma chi è l’avvocato d’affari? E chi può diventarlo?
Lo spiega molto bene Nicola Di Molfetta nel suo libro “Avvocati d’Affari”.
L’avvocato d’affari è un professionista altamente specializzato, creativo, dotato di un’ampia visione e capacità di analisi sia economica che legale, le cui particolari abilità rappresentano le caratteristiche salienti, i termini precisi atti a conferire quel valore aggiunto e quella specificità alla sua figura. E’ prima di tutto un avvocato, che compie un percorso formativo inizialmente uguale a quello di un avvocato civilista, penalista o specializzato in qualsiasi altro settore, ma che dopo l’esame di abilitazione alla professione sceglie di completare la propria formazione sul campo o, parallelamente o in alternativa, di frequentare master specifici in avvocatura d’affari.
Ciò che distingue l’avvocato d’affari è una vasta conoscenza del mondo delle imprese, la capacità di gestire gli affari nella loro complessità e totalità anche a livello internazionale e, ultimo ma fondamentale, l’approccio problem solving dovuto alle profonde conoscenze tecnico-giuridiche che egli possiede, nell’ambito del diritto societario e commerciale: l’avvocato d’affari, è chiamato ad assistere i propri clienti, affinché possano non solo ottenere significativi vantaggi economici e commerciali, ma fare in modo da massimizzare il valore economico delle aziende/clienti e del loro patrimonio.
Non più avvocati d’azienda quindi, bensì studio legale azienda, dotato internamente di un commerciale, di un recruiting e di un vasto campionario di specializzazioni per citarne alcune, diritto di autore o delle fusioni e acquisizioni di aziende, diritto bancario.
E’ proprio in quest’ultimo ambito che agiscono piattaforme legali, come lo studio legale Chiomenti, Clifford Chance, Francesco Gianni – Gianni Origoni, Grippo Cappelli & Partners, – BonelliErede, – Dentons, Legance o come la nuova, ma già solida realtà, di MLS Business Partners, una Rete Integrata costituita da più di 150 avvocati dislocati in tutta Italia, assicurando un presidio specializzato per ogni ufficio giudiziario, contraddistinta da best practice e logiche comportamentali. MLS nasce dall’idea di un gruppo di avvocati professionisti appassionati e profondi conoscitori del diritto bancario e del mondo degli NPL (Non Performing Loan o crediti deteriorati), che hanno vissuto sul campo l’evoluzione del mercato del credito e affrontato i problemi legati alla gestione del credito.
C’è da dire che tutti i mutamenti descritti non sono esenti da scontri di natura generazionale ovviamente. Tra incognite e difficoltà, quattro diverse generazioni nate tra la metà degli anni ’20 e la metà degli anni ’80 si ritrovano a lavorare gomito a gomito, con aspettative e valori non sempre concordanti, la cui vicinanza, se da un lato può essere una incredibile ricchezza a cui attingere per superare questo momento di profonda crisi economica, dall’altro può rivelarsi potenzialmente esplosivo.
In un intervista in proposito l’avv. Francesca Crivellari, uno dei fondatori di MLS insieme al padre Dino Crivellari noto dirigente bancario, dichiara: “A volte l’individualismo tipico dell’avvocato, che non condivide volentieri il proprio know how né tantomeno i propri clienti, tanto è vero che le associazioni professionali non sono sempre stabili… proprio quando sono composte da professionisti di calibro, non consente al professionista di cogliere occasioni che gli consentirebbero prima di tutto di risolvere i problemi dei proprio clienti. Quello che va scardinato è il pregiudizio nel fare squadra con altri colleghi. La modalità per farlo non è facilissima da individuare. La chiave può essere quella di una rete di avvocati – sappiamo che di recente c’è stato un intervento legislativo specifico su questo tema- perché è uno strumento che consente a ciascuno di mantenere intatta la propria individualità e allo stesso tempo di creare una forma di sinergia con altri colleghi. Con questo intento è nata MLS. I colleghi di MLS, pur mantenendo la propria individualità e dimensione territoriale, ed anzi enfatizzando le possibilità che questa dimensione offre, hanno in qualche modo contrastato l’isolamento tipico della professione per confrontarsi sulle possibili sinergie e dare nuove soluzioni alla propria clientela. In sostanza, ciascun professionista può, senza tradire la propria natura di specialista del diritto, ed anzi valorizzandola, diventare un avvocato d’affari. Sta a noi dare a questa espressione una connotazione più, diciamo così, italica!”. Ormai le barriere sono abbattute e l’avvocato non può non rendersi conto di come il mondo, cambi velocemente, va da sé l’avvocato deve necessariamente evolversi e ampliare il raggio di azione e prospettiva.
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