Professioni
Multa Antitrust per gli avvocati: la concorrenza distruggerà le professioni?
L’Antitrust ha multato il Consiglio Nazionale Forense con una sanzione pecuniaria di quasi un milione di euro per avere, come recita il comunicato stampa dell’autorità, “ristretto la concorrenza, limitando l’autonomia degli avvocati in materia di compensi professionali”. Per capire la vicenda occorre premettere che il Consiglio Nazionale Forense (in breve, CNF) è l’organo di vertice dell’avvocatura: rappresenta gli avvocati nelle sedi istituzionali, emana regolamenti riguardanti i legali, tra cui il codice deontologico (cioè le norme di etica professionale che i legali devono rispettare), decide le impugnazioni dei provvedimenti disciplinari, indirizza le attività dei consigli dell’ordine locali, emettendo circolari e rilasciando pareri.
Occorre anche ricordare come nel 2006 il governo Bersani emanò una riforma che liberalizzava, in parte, le professioni liberali, abrogando l’obbligatorietà delle tariffe minime ed il divieto di pubblicità. Al CNF viene contestato, in primo luogo, di avere pubblicato una circolare con cui statuiva che l’adozione di tariffe al di sotto dei minimi potesse comunque rilevare disciplinarmente (così reintroducendo di fatto l’obbligatorietà dei minimi tariffari). In secondo luogo, gli viene contestato di avere reso un parere contro l’utilizzo da parte degli avvocati di siti internet che propongono sconti ai consumatori.
Il CNF ha contestato la decisione definendola “abnorme” ed ha preannunciato che proporrà ricorso al TAR. Orbene, non voglio entrare nel merito delle contestazioni. In effetti, è opinione diffusa presso molti avvocati che le posizioni del CNF sull’utilizzo dei siti internet siano un po’ troppo restrittive: a norma del codice deontologico, per esempio, gli avvocati non potrebbero utilizzare siti internet di terzi o pubblicare pagine con inserzioni pubblicitarie. Va anche precisato che la circolare sulle tariffe è ormai superata e la “colpa” del CNF è stata quella di averla mantenuta visibile on-line. Quello che invece mi preoccupa è ciò che l’Antitrust dà per presupposto per giustificare il suo intervento, e cioè che gli avvocati svolgerebbero un’attività equiparabile a quella d’impresa (con l’ulteriore conseguenza che il CNF sarebbe da considerare come un’associazione di imprese).
In quest’ottica, le norme sull’etica professionale dei liberi professionisti potrebbero essere censurate dall’Antitrust nella misura in cui limitino la libera concorrenza. Detto in altri termini, le regole del mercato dovrebbero prevalere sull’etica professionale, e ciò, si badi, dovrebbe valere non solo per gli avvocati, ma per tutti i liberi professionisti, come per esempio i medici. Così ragionando, i limiti alle attività promozionali dovrebbero essere individuati nei limiti generali posti a tutela del consumatore. Ma i professionisti operano in settori particolarmente delicati (la salute, la tutela dei diritti) e le regole etiche sono il primo baluardo a difesa del consumatore. Pensate a un medico che promuova una dieta molto efficace che tuttavia metta a rischio la vostra salute (penso specificatamente al caso di un medico francese, autore di una dieta molto discussa). È giusto che gli organi disciplinari intervengano, in casi come questo, o dovrebbero invece astenersi per non turbare il “libero mercato”?
Posso sbagliarmi, ma la mia impressione è che questa deriva economicistica imposta alle libere professioni non porterà nulla di buono ai cittadini. Quanto ai professionisti, premierà non certo i migliori, ma coloro che hanno capitali disponibili da investire, evviva il mercato. Mi si consenta un’ultima notazione, un collega mi segnalava che il presidente dell’Antitrust, il professor Giovanni Pitruzzella, è iscritto all’albo degli avvocati. Ho verificato sul sito dell’Ordine degli avvocati di Palermo ed effettivamente risulta iscritto all’albo. Siccome la cosa mi ha molto meravigliato, ho anche inviato un’email all’Ordine per chiedere conferma (nessuna risposta al momento). Ma a voi pare opportuno che il titolare di una carica così rilevante e delicata eserciti la professione di avvocato?
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