Legislazione
Legge 104: l’assistenza ora diventa condivisa. Stop al referente unico
Il decreto legislativo 105/2022, entrato in vigore a metà del mese di agosto 2022 e descritto dettagliatamente con apposita circolare emessa dall’ INPS (in attuazione della direttiva Ue 2019/1158), dispone che ad usufruire dei benefici previsti dalla Legge 104 del 1992 e dei contestuali congedi per assistere familiari con disabilità, non sia più un referente unico ma possa esservi condivisione tra più referenti.
In particolar modo, la comunicazione ufficiale recentemente diramata dall’Istituto di Previdenza Sociale recita in questo modo: “Al fine di conciliare l’attività lavorativa e la vita privata per i genitori e i prestatori di assistenza, nonché di conseguire la condivisione delle responsabilità di cura tra uomini e donne e la parità di genere in ambito lavorativo e familiare”.
Sostanzialmente vengono apportate correzioni a quanto previsto dalla Legge 104 del 1992, in materia di congedo straordinario.
Viene a decadere, quindi, l’esclusività del referente unico che presti assistenza ad un familiare affetto da disabilità (con la normativa pregressa, infatti, la possibilità di ottenere giorni di permesso per assistere un parente disabile, poteva essere concessa solo ad un lavoratore dipendente), eccezion fatta per genitori di figli con disabilità, a cui veniva comunque riconosciuta l’essenzialità del ruolo assistenziale.
Legge 104/1992: stop al referente unico ed introduzione dell’assistenza condivisa
Rimane immutato il numero di tre giorni di congedo concessi ogni mese per prestare assistenza a familiare con disabilità ma, da oggi, il diritto di referente della Legge 104, può essere riconosciuto, su richiesta, a più soggetti tra coloro i quali vantano il diritto, che possono utilizzare alternandosi tra loro (per la stessa persona affetta da disabilità grave).
Questa soluzione, che integra la precedente, è stata introdotta per alleggerire il carico assistenziale di chi si trova a contatto con situazioni emergenziali in famiglia dove vivono persone con disabilità gravi, per permettere di conciliare e gestire con maggior facilità gli impegni lavorativi ed individuali che gravano su chi assiste.
Un’altra novità davvero importante riguarda l’estensione del diritto al congedo straordinario per assistenza del coniuge anche al «convivente di fatto», pur avendo dato inizio alla convivenza in un periodo postumo alla richiesta di congedo.
Giova ricordare che, ad ogni modo, le richieste sono soggette sempre all’autorizzazione da parte dell’INPS e, le ore di permesso ed i giorni di congedo straordinario, vanno impiegate tassativamente per prestare assistenza ad un familiare affetto da grave stato di disabilità, a pena di licenziamento.
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