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Settore del mobile: ripresa nel 2025, trainato dal design Made in Italy e dall’export
Nonostante un contesto economico globale complesso, il settore del mobile italiano ha mostrato una buona tenuta nel 2024 e guarda con cauto ottimismo al 2025. Il comparto si distingue per la forte propensione all’export, trainato dalla fascia alta del design Made in Italy
Milano, Salone del Mobile – Il settore del mobile si conferma tra i comparti più resilienti del manifatturiero italiano, chiudendo il 2024 con una contrazione contenuta rispetto al panorama industriale complessivo. È quanto emerge da un’analisi del Research Department di Intesa Sanpaolo, presentata oggi da Stefania Trenti, responsabile Industry & Local Economies Research della banca, in occasione del Salone del Mobile 2025 presso Arena by Formafantasma (padiglione 14).
L’incontro, intitolato “Il design italiano, espressione di qualità e bellezza, crea connessioni con altre filiere, favorendo la diffusione del made in Italy”, ha proposto una riflessione sulle sfide e opportunità per l’industria italiana del design, tra innovazione tecnologica, patrimonio culturale e scenari geopolitici in evoluzione.
Stefania Trenti, responsabile Industry and Local Economies
Research, Research Department Intesa Sanpaolo
Secondo i dati ISTAT, il fatturato delle imprese del mobile ha registrato una flessione dell’1,2% a prezzi correnti, un risultato nettamente migliore rispetto al -3,4% segnato dal manifatturiero al netto dei prodotti petroliferi. Un contributo positivo è arrivato dal mercato interno, che, pur rallentando dopo la spinta degli anni post-pandemici, ha beneficiato degli incentivi legati alle ristrutturazioni edilizie, inclusi i bonus per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici. Il fatturato domestico ha registrato una lieve flessione dello 0,8%.
Sul fronte estero, le esportazioni hanno segnato un calo del 2,6% a prezzi correnti. Tuttavia, si evidenziano performance positive negli Stati Uniti (+1,2%), ora secondo mercato di destinazione dopo la Francia e davanti alla Germania, dove la contrazione ha raggiunto il -7,9%. In forte crescita anche i mercati del Medio Oriente, con risultati a doppia cifra negli Emirati Arabi Uniti (+23,4%) e in Arabia Saudita (+18,5%), oggi stabilmente nella top 15 delle destinazioni per i mobili made in Italy.
A trainare l’export dei mobili italiani è soprattutto la fascia alta del mercato: nel 2023, la quota italiana sull’export globale di arredi di fascia premium ha sfiorato il 10%, rispetto al 4,7% per quelli di fascia media e bassa. Questo risultato è attribuibile alla forza delle filiere territoriali del made in Italy, che uniscono competenze artigianali, know-how tramandato e un’elevata qualità estetica.
Il design rappresenta un asset strategico per la competitività dell’Italia. Il paese si posiziona al primo posto in Europa per fatturato nelle attività di design specializzato, con 6,3 miliardi di euro (16,4% del totale UE27) e quasi 70 mila addetti, pari a circa il 20% del totale europeo.
Le prospettive per il 2025 appaiono improntate a un cauto ottimismo, soprattutto alla luce del previsto rallentamento dell’inflazione e dei tagli ai tassi d’interesse, che potrebbero sostenere la domanda interna nell’eurozona. Tuttavia, il contesto internazionale rimane incerto, con diversi rischi geopolitici e commerciali all’orizzonte. In particolare, eventuali modifiche alle politiche commerciali statunitensi potrebbero avere un impatto negativo sull’export italiano, soprattutto in presenza di nuovi dazi.
Secondo le stime di Intesa Sanpaolo, un dazio del 20% potrebbe ridurre le esportazioni italiane nel comparto legno-arredo tra l’1,5% e il 2,8%, a seconda delle tipologie di prodotto. Tuttavia, tali proiezioni non considerano la capacità di adattamento delle imprese italiane, né l’elevata specializzazione nel segmento di fascia alta.
L’apertura a nuovi mercati resta una priorità per le imprese del settore. L’indagine condotta da Intesa Sanpaolo attraverso la rete di specialisti per l’internazionalizzazione conferma un crescente interesse verso aree ad alto potenziale, come l’India e il Nord Africa, che offrono nuove opportunità di sviluppo commerciale.
“Nonostante uno scenario globale meno prevedibile, i mercati internazionali continueranno a essere fondamentali per la crescita del settore del mobile italiano”, commenta Stefania Trenti, responsabile Industry & Local Economies Research di Intesa Sanpaolo. “La propensione all’export si manterrà elevata, intorno al 45% nel 2025, con un valore stimato delle esportazioni pari a 11,7 miliardi di euro. Anche il saldo commerciale resterà ampiamente positivo, attestandosi a 8,6 miliardi, in forte crescita rispetto al 2019”.
Temi di estrema attualità come l’impatto sull’export, la flessibilità della produzione e l’adattabilità della manifattura italiana ai cambiamenti dei mercati sono stati oggetto di riflessione e analisi nel talk di oggi. La tavola rotonda con Anna Roscio, Executive Director Sales & Maketing Imprese della Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo e importanti pmi del made in Italy, DEA (Olmi Quarrata, Pistoia) per il settore tessile, Lario Hotels (Como) per il turismo e l’hotellerie di lusso, Yachtline1618 (Bientina, Pisa) per il settore nautico e Riva1920 (Cantù, Como) per il mobile di alta gamma, ha offerto uno sguardo trasversale sulle connessioni del design italiano con altre filiere del paese, in grado di valorizzare il patrimonio artigianale italiano e di renderlo sempre più competitivo nei mercati internazionali.
L’architetto Alexander M. Bellman, operatore di riferimento nei settori del lighting design e delle tecnologie virtuali, ha posto l’accento sul patrimonio culturale italiano e l’innovazione tecnologica come prerogativa di unicità per il design nel mondo.
“Il design rappresenta per il made in Italy il filo conduttore che unisce creatività e innovazione, oltre a far interagire le diverse filiere dell’italian style con un significativo potenziale per lo sviluppo in nuovi settori e geografie. Qualità e unicità devono essere supportate da strategie di investimenti attente a innovazione e crescita internazionale, obiettivi che Intesa Sanpaolo supporta con finanziamenti, formazione e valorizzazione per startup e pmi, accompagnandole in percorsi di crescita economica e industriale – commenta Anna Roscio, Executive Director Sales & Marketing Imprese Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo -. Negli ultimi quattro anni abbiamo sostenuto le imprese clienti del made in Italy con circa 20 miliardi di euro di finanziamenti per i processi di internazionalizzazione ed export, oltre che per tematiche di gestione del business, crescita dimensionale e passaggio generazionale”.
Il gruppo Intesa Sanpaolo, attraverso il Programma Sviluppo Filiere sviluppato dalla Divisione Banca dei Territori guidata da Stefano Barrese, ha sottoscritto contratti con oltre 200 filiere produttive del made in Italy che includono più di 25.000 addetti e coinvolgono oltre 6.000 fornitori, per un giro d’affari superiore a 22 miliardi di euro. Grazie alle collaborazioni con partner strategici, Intesa Sanpaolo accompagna le pmi sui mercati internazionali, favorendo l’accesso a nuovi corridoi commerciali e offrendo un servizio dedicato di business strategy che unisce finanza, consulenza e networking.
Grazie a Up2Stars, il programma di valorizzazione e accelerazione per le startup innovative, inoltre, la banca aiuta le aziende a crescere attraverso la digitalizzazione e la modernizzazione dei propri processi. L’obiettivo è costruire un ecosistema di innovazione, in cui startup e imprese possano collaborare per rafforzare il made in Italy e affrontare con successo le sfide del futuro.
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