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Recovery Plan: le priorità per rendere l’Italia smart
Il 23 settembre ha preso il via l’edizione 2021 del Modena Smart Life, il Festival dedicato al digitale e all’innovazione: quest’anno il tema è “Ambienti Digitali” e si svolge in spazi diversi della città, alternando eventi live a webinar e spaziando dal digitale nell’ambito scolastico ed educativo, a quello energetico, abitativo, sociale, dell’informazione, imprenditoriale, economico, sanitario. Una kermesse ben organizzata dal punto di vista logistico, permettendo agli ascoltatori di seguire in presenza o comodamente da remoto, in live streaming.
Un grande pregio da riconoscere a questo Festival è quello di offrire ai cittadini la possibilità di conoscere le potenzialità delle nuove tecnologie e di venire a conoscenza delle applicazioni e dei progetti concreti sul territorio, grazie a tecnologie implementate da start up locali. Ad esempio, la depurazione dell’acqua migliorata grazie a tecnologie di Intelligenza Artificiale, le soluzioni di sostenibilità energetica adottate sul territorio, i progetti di educazione e inclusione digitale nelle scuole, l’applicazione della tecnologia in ambito sanitario; seguire questi appuntamenti permette di scoprire una città dinamica, con un’attenzione particolare all’evoluzione tecnologica, in cui è presente l’intento delle politiche territoriali locali di ergersi a polo attrattivo.
Allargando l’orizzonte dall’ambito locale, sono presenti altri momenti di approfondimento, organizzati con docenti universitari, giornalisti e esperti economisti che offrono l’occasione per una riflessione più ad ampio raggio sulle prospettive economiche mondiali e nazionali, fino all’uso delle risorse del Recovery plan.
Il talk “Recovery plan, quel che serve per rendere l’Italia davvero smart” si è svolto con la partecipazione dell’economista Prof. Alfredo Roma, del direttore di “Domani” Stefano Feltri, del segretario CNA Modena Alberto Papotti, della giornalista Vitalba Azzolini e del moderatore Ermes Ferrari. Gli ospiti hanno portato avanti una riflessione sulla situazione economica dell’Italia e sulle prospettive di ripresa grazie alle risorse messe in campo dal Recovery plan.
Nell’illustrare la situazione economica italiana, partendo dalla crescita di PIL dell’Italia, molto lontana da altri Paesi europei, proprio per non aver mai investito in ricerca e nella scuola (i nostri Governi che durano sei mesi non permettono investimenti pluriennali quali sono quelli in Scuola e Ricerca ndr), il Prof. Roma si è soffermato sulla quarta missione del PNRR dedicata a Istruzione e Ricerca, che mira a rafforzare le condizioni per lo sviluppo di una economia ad alta intensità di conoscenza, competitività partendo dal riconoscimento delle criticità del nostro sistema di istruzione, formazione e ricerca:
- troppi abbandoni precoci della scuola
- bassa percentuale di adulti con titolo di studio universitario
- basso livello di spesa in Ricerca e Sviluppo (ultimi in UE)
- basso numero di ricercatori e perdita di talenti che se ne vanno all’estero
- limitata integrazione dei risultati della ricerca nel sistema produttivo
Per quanto riguarda le debolezze endemiche del Paese, il Prof. Roma è stato lapidario: troppi giuristi in Italia (il numero degli avvocati nel Lazio è pari al numero degli avvocati in Francia) hanno pervaso la Pubblica Amministrazione, un paese sotto scacco della riforma Gentile da cent’anni e troppe PMI in Italia (93% ha meno di 10 dipendenti, mentre in Germania sono l’82%).
Data l’elevata frammentazione del sistema produttivo in Italia, secondo il Prof. Roma, il PNRR dovrebbe prevedere incentivi per il processo di consolidamento delle imprese.
Tra i provvedimenti importanti previsti dalla missione 4 del PNRR si annoverano:
- Riforma degli istituti tecnici
- Borse di tudio per l’Università
- Reclutamento e formazione dei docenti
- Collegamento tra ricerca universitaria e imprese
- Finanziamento di progetti presentati da giovani ricercatori
- Trasferimento di tecnologie
Tra le raccomandazioni del PNRR sono particolarmente rilevanti quella riguardante la riforma fiscale, per spostare la tassazione dal lavoro alle rendite improduttive, il contrasto all’evasione fiscale, nonchè la riduzione delle disuguaglianze sociali che mettono un freno allo sviluppo dell’economia.
Investire in Formazione e Ricerca secondo il Prof. Roma è l’unica strada per rendere il Paese davvero smart e aumentare il grado di benessere generale dei cittadini. Le PMI sono citate in più punti del PNRR e riguardano l’internazionalizzazione, la riqualificazione manageriale, la “creazione e il rafforzamento di ecosistemi dell’innovazione” nonchè la costruzione di leader territoriali di R&S.
Il segretario CNA di Modena da parte sua, ha individuato tra le priorità l’importanza della riforma del mercato del lavoro con il potenziamento del sistema degli ITS (c.d. Istituti Tecnici Superiori) per incrementare l’ingresso dei giovani nelle imprese, senza dimenticare quel segmento di lavoratori, anche quarantenni, che ha svolto lavori marginali; si è soffermato sull’importanza della transizione ecologica, in particolare sul trasferimento tecnologico della regione per le PMI che fanno fatica a dialogare direttamente con l’Università.
Altro punto fondamentale rilevato è quello della semplificazione burocratica e fiscale, che deve rientrare tra le priorità, insieme al tema delle infrastrutture; il divario tecnologico deve essere colmato in maniera diffusa su tutto il territorio provinciale, proprio per la conformazione delle imprese, non lasciando indietro, ad esempio, le imprese del territorio montano in cui sono dislocate diverse eccellenze, per il loro apporto di valorizzazione dei territori.
La competizione deve andare sui servizi e non sull’infrastruttura di rete. Le associazioni delle PMI non sono ancora state consultate in merito al PNRR, ma si augura che abbiano la possibilità di portare il loro contributo, mettendo in luce proprio queste priorità. L’intervento si è caratterizzato da grande concretezza nell’enucleare le criticità per le PMI su cui intervenire.
La giornalista Vitalba Azzolina nel talk ha affrontato il tema del gap di trasparenza nei sistemi di monitoraggio dei fondi del Recovery plan, ritornando sul tema degli oneri per le PMI: sul punto le disposizioni del PNRR sembrano rivoluzionarie ma di fatto erano già esistenti da almeno dieci anni; il piano non si caratterizza per favorire la partecipazione dei soggetti interessati a ciò che serve per la ripresa e la resilienza del Paese. Ciò è stato visto nella fase antecente della presentazione del PNRR in Italia (a differenza di altri Paesi UE, non c’è stata alcuna consultazione degli stakeholder nella predisposizione dei punti chiave del piano).
Nel “decreto Governance” di maggio era prevista l’emanazione di un decreto ulteriore del Ministero delle infrastrutture (non ancora emanato) che riduca l’ammontare di investimento oltre al quale scatta l’obbligo del dibattito pubblico (introdotto in Italia dal 2016) per le opere pubbliche, ovvero l’obbligo di sentire le comunità territoriali. Da un lato si potrebbe pensare che abbassare le soglie possa favorire una maggiore partecipazione del dibattito pubblico, dall’altro lato tuttavia vengono ridotti i termini per la consultazione degli interessati (attualmente sono di quattro mesi) a un solo mese. Secondo la giornalista Azzolina, nel nostro ordinamento la concezione di reputare la trasparenza una perdita di tempo è ricorrente nella mentalità dei decisori, qunado il monitoraggio degli investimenti e dei dati è molto importante perchè fa emergere la corruzione.
Il sito italiadomani.gov.it è il canale preposto alle attività di monitoraggio degli investimenti, seppure il disclaimer del sito avvisi gli utenti che la consultazione sia possibile a rischio e pericolo di bug, trojan horse e quant’altro, con una formulazione di esonero da responsabilità piuttosto stupefacente: “L’utente riconosce ed accetta che l’uso di questo sito è a suo esclusivo rischio e pericolo. L’utente accetta che il sito e tutti i suoi contenuti, ivi compresi i servizi eventualmente offerti, sono forniti “così come sono” e “con tutti gli errori“.
Dobbiamo riconoscere che a tali condizioni il monitoraggio degli investimenti del PNRR, senza garanzia alcuna circa l’affidabilità dei dati e la sicurezza del sito, risulti quantomeno “pernicioso”.
In chiusura del talk il Direttore di “Domani” Stefano Feltri si è espresso dubbioso rispetto al fatto che l’aumento della spesa pubblica costituisca un fattore positivo per la ripartenza: finanziare con buona parte delle risorse il debito pubblico di misure già deliberate attraverso un prestito a lungo termine è una scelta onerosa in termini politici, in quanto non si tiene conto del costo/opportunità.
Il dubbio rimane anche verso la possibilità reale che le risorse vengano utilizzate dal Governo per realizzare quelle riforme impopolari ma necessarie per il Paese, individuandone un esempio nella riforma del catasto.
Questa visione non molto incoraggiante del direttore di “Domani” è stata in generale condivisa dagli altri ospiti, nella consapevolezza che se dovessero essere sprecate queste risorse, sarebbe una grave perdita per il futuro del paese e delle future generazioni.
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