Pmi

Pmi ottimiste, il 70 percento prevede ricavi in crescita per il prossimo biennio

15 Dicembre 2021

Le piccole e medie imprese sono ottimiste e scommettono sul domani, puntando sulla qualità dei prodotti, anche in chiave sostenibile. Il clima di fiducia è influenzato dalle risorse del PNRR e dal loro impatto sull’intero sistema economico, ma l’imprenditoria made in Italy si è dimostrata più resiliente del previsto al covid, grazie anche agli investimenti nell’innovazione digitale.

Secondo l’ultimo Market Watch pmi, elaborato dall’ufficio studi di Banca Ifis in collaborazione con Format Research, un’impresa su due si aspetta un generale miglioramento della propria condizione economica tra il 2022 e il 2023. Nello specifico, ben il 69 percento delle pmi stima una crescita dei ricavi grazie alla domanda interna (82 percento nell’agroalimentare, 74 percento nella manifattura) e ben il 70 percento si aspetta un aumento del business per le vendite oltre confine. Tra queste ultime, spiccano anche le aziende dei comparti della Meccanica e Chimica-Farmaceutica. Per la prima volta, anche il settore delle Costruzioni evidenzia segnali positivi.

L’osservatorio Market Watch PMI racconta le nuove leve strategiche e organizzative messe in atto dalle Piccole e Medie Imprese a seguito all’impatto che la crisi sanitaria ed economica. Grazie all’ascolto di imprese target dei dieci settori produttivi tipici del made in Italy, i report e le infografiche di approfondimento contribuiscono al dibattito in corso sulle strategie e sulle priorità manageriali dell’ecosistema industriale-economico italiano.

L’impatto del biennio pandemico e le leve per il futuro 

Il 2020-21 è stato un biennio critico, contraddistinto dalla pandemia, ma non per tutti il covid ha influito sul business, anzi. Il 63 percento delle pmi intervistate dichiara infatti di non aver subito impatti o cambiamenti: di queste, il 37 percento ha dichiarato addirittura un miglioramento delle proprie condizioni economiche (il dato sale al 45 percento nelle pmi di maggiori dimensioni 50-249 addetti). Questa la base di partenza per guardare al domani con più forza. Se da un lato, infatti la qualità e la flessibilità dell’offerta saranno i driver dello sviluppo internazionale, dall’altra il reperimento delle materie prime e i rincari dell’energia saranno le zavorre alla crescita. Tra le sfide all’orizzonte ci sono anche la transizione digitale e quella ecologica, percorsi definiti «complessi» per il 23 percento delle pmi.

Le priorità per lo sviluppo e il PNRR 

Sei le priorità indicate dalle imprese per la competitività nel prossimo futuro: al primo posto per il 40 percento degli intervistati c’è la qualità del prodotto, per il 33 percento sarà necessario ampliare la gamma dei prodotti e servizi, un 27 percento agirà sul pricing (all’insù), il 19 percento si affiderà alla leva del marketing, il 14 percento punterà sulla sostenibilità.

Il B2B continuerà a essere la specializzazione delle imprese italiane che dimostrano sempre più familiarità con l’e-commerce già utilizzato dal 33 percento del campione, e ben il 12 percento si aspetta una crescita nel prossimo biennio.

Il sentiment positivo degli imprenditori è influenzato anche dal PNRR: il 54 percento delle pmi ipotizza infatti un impatto positivo sull’intero sistema economico del Paese. Tra gli effetti attesi: un aumento degli investimenti pubblici/privati e delle agevolazioni, maggiore competitività sui mercati internazionali, aumento del PIL nel medio-lungo periodo a spinta dei consumi interni e miglioramento delle infrastrutture.

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