Lifestyle
Piscine, palestre e discoteche: le voci degli ultimi a riaprire
Ci stiamo avviando, pur con qualche difficoltà, a una riapertura quasi totale delle principali attività, che hanno sofferto maggiormente il periodo di chiusura.
Anche le abitudini stanno cambiando. I ristoranti con spazi all’aperto, come previsto, hanno accolto la vasta clientela che non sempre è riuscita a trovare posto. Peccato per chi non disponeva di spazi adeguati. Qui avrei dato anche a loro con norme più stringenti la possibilità di operare. Per fortuna da oggi sarà possibile. E’ facile però criticare, più complicato per chi deve prendere decisioni e operare con prudenza, conciliare interessi di varie categorie commerciali con il rischio di aumento dei contagi. Qualcuno resta inevitabilmente scontento e va compreso. E’ innegabile che si respiri però un certo ottimismo: la gente ha la possibilità di tornare al cinema, a teatro, di fare una gita fuori porta o addirittura un week end, una ripresa, anche se ancora un po’ limitata.
Prendiamo per buono quello c’è, non dimenticandoci la situazione complicata che ha da poco preceduto questo periodo. Il tenere la barra diritta ha consentito molte riaperture piegando la curva dei contagi. Bene quindi! Si poteva fare meglio? Forse, ma non abbiamo la riprova, accontentiamoci.
Esistono però ancora dei comparti economici che dovranno attendere la ripresa della propria attività, e questi sarà difficile che si accontentino.
Le palestre hanno aperto pochi giorni fa, le piscine al chiuso dal 1° luglio e le discoteche ancora non si sa.
Stiamo parlando di luoghi che sono a tutti gli effetti delle imprese, con personale assunto e che per più di un anno sono stati totalmente chiusi, con conseguenze, non solo economiche.
“Abbiamo chiuso il 23 Febbraio 2020 e, ad oggi, mai riaperto – racconta Davide Volonté, manager director presso Rocket Club Milano – É dura e lo scorso anno lo è stata ancora di più. Gli aiuti non arrivavano, il nostro codice ateco era ultimo in ogni lista. L’estate scorsa poi per colpa di pochi locali (dai quali ci siamo dissociati subito) siamo stati tacciati tutti come localari, untori e scriteriati. Quest’anno qualcosa è migliorato, i sostegni arrivano, i toni si sono ammorbiditi e noi abbiamo trovato la forza e i modi per diversificare lo spazio. Siamo un’azienda da 30 dipendenti ma ancora nella testa di molti il club è solo un covo di lavoro in nero, droga e sballo. Di sicuro è mancato anche un organo che ci rappresentasse e ci siamo trovati tra le grinfie di titoli clickbaiting e litigi politici. Proprio per questo, qui a Milano, stiamo creando (di concerto con l’associazione KeepOn) un’unione di categoria alla quale partecipano molti di maggiori club e live club della città. Abbiamo aperto un tavolo con la giunta e con l’assessore per un confronto costante su presente e futuro della nostra filiera.”
Sicuramente non è andata meglio a Milanosport, la società che ha in gestione le piscine comunali a Milano, come ci spiega il Direttore Generale Lorenzo Lamperti “Gestiamo 23 impianti dislocati in ogni zona della città, abbiamo 130 dipendenti, che diventano 500 se consideriamo i collaboratori esterni. I giorni totali di chiusura ad oggi sono 97 nel primo lockdown e 216 al 20/4/2021 con il secondo lockdown, con le attività sportive in piscine e palestre nel 2020 abbiamo potuto godere di soli 89 giorni di apertura su 365. Le attività di Milanosport prima della pandemia si sviluppavano durante tutto l’anno, con una clientela che sottoscrive abbonamenti o paga l’ingresso singolo per frequentare le nostre piscine e i nostri centri sportivi, le attività corsistiche invece seguono in gran parte quello che è il calendario scolastico, i corsi nuoto/fitness e tennis partono a settembre per terminare a giugno, si apre poi una parentesi estiva con una proposta di corsi simile all’invernale (ma naturalmente leggermente ridotta) che accompagna i nostri clienti sino a metà luglio, l’estate è un momento in cui si frequentavano tantissimo i nostri centri balneari e le vasche scoperte e inoltre i centri sportivi Lido e Saini venivano letteralmente invasi dai bambini iscritti ai Campus Estivi. Per fare solo un esempio gli iscritti al campus estivo nel 2019 erano 3.726, nel 2020 solo 1.727″.
Eppure le misure di prevenzione adottate renderebbero gli impianti molto più sicuri di altre realtà. “I centri lavorano a capienza ridotta, – continua Lorenzo Lamperti – la maggior parte dei clienti acquista il proprio corso, prenota il proprio ingresso con abbonamento o acquista il ticket singolo direttamente da casa sul nostro sito milanosport.it, evitando code ed assembramenti. I protocolli di sanificazione sono molto rigidi e vengono seguiti con estrema cura dal personale, non possiamo paragonarci ad altre realtà ma sentiamo che le piscine e palestre sono luoghi sicuri, lo hanno ampiamente dimostrato nei mesi di apertura che ci sono stati concessi nel 2020”
Per sopravvivere, ma soprattutto per non perdere i contatti con i propri clienti, queste aziende si sono dovute reinventare, in molto casi velocemente e con qualche difficoltà, come ci spiega Sabrina Pianta, Presidente dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Surya Gym di Paullo. “In fase pre-covid avevamo più di 300 iscritti, dai 5 ai 7 anni. Teniamo corsi di ginnastica artistica, aerobica, step, ginnastica dolce, pilates, yoga e cross cardio, nelle palestre comunali della nostra città. Da un giorno all’altro abbiamo dovuto organizzarci, per offrire ai nostri soci una programmazione on-line, sia in diretta sia on demand. Inevitabilmente abbiamo perso alcuni iscritti, per esempio le bambine più piccole del corso di ginnastica artistica, perché già facevano la DAD al computer e non riuscivano a seguire, con la stessa modalità, anche il corso di ginnastica. L’on-line però ci ha permesso di allargare il nostro bacino d’utenza e ora abbiamo clienti anche fuori dal nostro territorio e addirittura fuori regione. Questo, insieme ai ristori, che, anche se minimi, sono sempre arrivati, ci ha permesso di rimanere in vita quest’ultimo anno e in questi giorni apriremo anche la nostra prima sala corsi, che ci permetterà di riprendere in parte le lezioni in presenza, ma sicuramente continueremo con l’offerta on-line”.
Milanosport invece ne ha approfittato per svolgere manutenzioni routinarie e lavori che richiedono il fermo impianti, come racconta il Direttore “Nelle piscine e nei centri sportivi sono state programmati interventi di tinteggiatura di reception, spogliatoi e aree di attività, le pulizie di grondaie e pluviali, il controllo di tutte le luci di emergenza e delle recinzioni esterne, controlli completi degli impianti antincendio e dei nastri degli idranti, stoccaggi e censimenti dei materiali presenti nei centri. Il tutto sempre raccontato ogni giorno attraverso le newsletter e le pagine social di Milanosport, un modo per mostrare cosa accade nel proprio centro quando restano chiusi, e far sentire tutti più vicini. Nel pieno di questa nuova crisi infatti sono stati di conforto i tanti commenti positivi pervenuti tramite mail ed i canali social, dei tanti sportivi che si sono sentiti sicuri nel frequentare gli impianti di Milanosport: parole di sostegno, solidarietà e speranza, in tanti hanno, infatti, pubblicamente dichiarato di sentirsi veramente al sicuro durante la loro permanenza nelle nostre piscine e centri sportivi, testimonianze di esperienze dirette che confermano la bontà del lavoro svolto dal nostro staff per garantire l’accesso e l’utilizzo dei centri sportivi in totale sicurezza. Ma non solo, in pieno lockdown è stato inviato un questionario rivolto ai clienti delle palestre e delle piscine di Milanosport per conoscere le loro impressioni e soprattutto per testare il grande desiderio di tornare a utilizzare le strutture per fare sport; su oltre 30mila clienti tornati nei nostri impianti dopo il primo lockdown a cui abbiamo mandato un breve questionario, quasi 15mila in meno di 24 ore hanno risposto. Il dato che balza subito all’occhio è stata la grande voglia di tornare a frequentare le piscine e i centri sportivi di Milanosport; infatti, ben il 97,2% non ha avuto alcun dubbio.”
C’è un altro aspetto da tenere in considerazione, quando si parla di sport e divertimento: i giovani e la loro crescita personale. A causa del Covid e delle restrizioni, il 16,5% della popolazione afferma di avere sintomi di depressione. Il dato diventa eclatante tra i più giovani: nella fascia tra i 18 e i 25 anni si sale al 34,7%, più del doppio. Un numero confermato da un’altra rilevazione tra la quota di persone che avverte disagi psicologici: il 27,1% nella media della popolazione, che arriva al 40,2% fra i giovani. (fonte Fondazione Italiana in Salute). Come è cambiata quindi per i clienti l’esperienza, soprattutto per i più giovani, che in pochi giorni si sono visti provati di scuola, sport e divertimento?
“ i nostri clienti hanno reagito in modi diversi – continua Sabrina di ASD Surya Gym – per i più piccoli è stato complicato, perché già avevano la DAD; gli adolescenti lo consideravano comunque un momento di svago, ma risentivano della mancanza della palestra e della condivisione con i compagni; per alcuni adulti l’ora di ginnastica on-line rappresentava il momento di svago in una giornata di routine chiusi in casa. Non è stato semplice gestire anche queste emozioni, ma giorno dopo giorno, ci siamo resi conto che in qualche modo facevamo la differenza, in giornate difficili”.
E una discoteca a distanza come funziona? “Come club siamo impegnati su diversi fronti, la parola d’ordine è diversificazione – continua Davide di Rocket Club Milano – Abbiamo aperto un canale Twitch molto seguito, We Rocket, che trasmette dal locale dove cerchiamo di digitalizzare, per quanto possibile, l’esperienza clubbing. Abbiamo lanciato un brand di abbigliamento (Meraviglia) e affittiamo lo spazio per tv, cinema, servizi fotografici e live stream. Il futuro sarà un nuovo inizio. Ci sono nuovi giovani che non sono mai stati in un club o ad un concerto perché prima della pandemia erano minorenni o troppo piccoli. E viceversa qualcuno con qualche anno in più magari adesso a casa ci sta meglio che fuori. Due anni sono molti, siamo cambiati noi come persone e come azienda. Migliorati? Forse. Di sicuro stiamo al passo, abbiamo una nuova consapevolezza e siamo stati bravi a tenere viva la comunicazione e ad investire sul nome del locale. C’è tanta voglia di ricominciare, di vivere la socialità come dovrebbe essere. Quando? Speriamo per ottobre, magari con green pass. Intanto come club ci impegniamo costantemente a comunicare al nostro pubblico, di qualsiasi età, di vaccinarsi. Solo così potremo tornare a ballare, a vivere“.
La campagna vaccinale prosegue a vele spiegate, ci si aspetta un’estate e una fine d’anno più serena, si intravede la luce. Molte attività economiche non ce l’hanno fatta, alcune si sono trascinate al limite della sopravvivenza, dando fondo ai risparmi di anni, sommati ai ristori spesso non sufficienti, alcune sono riuscite ad incrementare i propri volumi di fatturato. Una cosa in comune a tutte: un’estrema capacità di reagire, di adattarsi al cambiamento, di inventarsi la maniera di continuare a lavorare nonostante i limiti e le restrizioni, un’alta dose di creatività e inventiva per proseguire, ecco questo è quello che resterà e se ci pensiamo bene è una gran cosa.
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